Oggi il sindaco di Foggia, Franco Landella, ha ricevuto una informazione di garanzia dalla Procura delle Repubblica di Foggia, a firma del Sostituto Procuratore della Repubblica dottor Antonio Laronga, nella quale gli si contesta il reato di cui all’art. 328, comma 2, del Codice Penale, perché avrebbe omesso di rispondere ad istanze ricevute dal Servizio di Vigilanza sull’Igiene e la Sicurezza dell’Amministrazione della Giustizia (VISAG) nelle quali gli si chiedeva, in qualità di sindaco del Comune di Foggia, di comunicare le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale al fine di garantire la sicurezza e la salute dei luoghi di lavoro presso il Palazzo di Giustizia di Foggia.
“Voglio innanzitutto precisare – dice Landella – che ho avuto modo di relazionarmi più volte sulla problematica dei lavori di messa in sicurezza da effettuare presso il Palazzo di Giustizia, sia personalmente, recandomi a parlarne con il Procuratore Capo, dottor Leone De Castris, sia inviando diverse missive in cui rappresentavo le difficoltà dell’Ente nel gestire una situazione ereditata dalla precedente Amministrazione e che si protrae da anni – dichiara il sindaco di Foggia –. Ancora nel febbraio di quest’anno ho inviato una missiva ai vertici del Palazzo di Giustizia in cui esponevo le difficoltà finanziarie in cui versa l’Ente, ribadendo, al contempo, il mio assoluto interessamento a trovare in tempi rapidi la migliore soluzione possibile”.
“Pochi giorni dopo, a dimostrazione dell’impegno assunto, ho altresì inviato ai suddetti organi copia della conferenza di servizio tenuta sull’argomento con i dirigenti comunali, nella quale ancora una volta ho sollecitato i dirigenti competenti ad attivarsi per effettuare i lavori richiesti reperendo l’adeguata copertura finanziaria – aggiunge il primo cittadino –. Quanto alle tre note alle quali mi si contesta di non aver risposto, ho potuto verificare dalla stessa imputazione di averle girate per competenza agli uffici preposti, con assoluta tempestività: le prime due risultano infatti inviate il giorno successivo a quello di ricezione, la terza dopo soli due giorni”.
“Sono pertanto assolutamente sereno e fiducioso di poter chiarire quanto prima la mia posizione, nella certezza che non possano addebitarsi al sindaco, titolare dell’indirizzo politico dell’amministrazione, compiti che non gli spettano, così come stabilito sin dalla riforma introdotta con la legge “Bassanini” – conclude il sindaco di Foggia –. A tal fine, ho immediatamente dato mandato al mio legale di fiducia, avvocato Michele Curtotti, per chiedere di essere ascoltato dal Sostituto Procuratore titolare di tale indagine, al fine di chiarire la mia assoluta estraneità a tale addebito”.