“Onore a Renzi che in un anno ha fatto quello che non è riuscito a Berlusconi in venti. Sono sconcertato dai metodi del governo e dalla situazione di un Parlamento dove ormai si va solo per schiacciare il bottone. I provvedimenti non si discutono nemmeno più nelle commissioni, una gravità enorme dal punto di vista della democrazia ”. Paolo Soccio, dirigente provinciale del Pd di San Marco in Lamis, ha scritto una lettera d’addio al suo partito stamattina insieme ad altri esponenti regionali. Lascia per approdare in ‘Possibile’ la nuova formazione di Pippo Civati costituita lo scorso 21 giugno.
Quando è nata questa scelta visto che fino alle ultime regionali eravate nel Pd, senza considerare il congresso nazionale che ha decretato la Capitanata come la più civatiana d’Italia?
L’ho maturata 8 mesi fa quando mi sono dimesso da segretario del mio circolo. Allora gli operai della Fiom furono manganellati da un governo di sinistra, assurdo! Nel 2011 Bersani disse che “non si poteva costruire sulle macerie” e ci fu il governo Monti di larghe intese che non ho condiviso come non condivido quello in carica. Rispetto al programma del 2013 Alfano può dire che l’art.18, il Jobs act, lo Sblocca Italia sono passati mentre di quel programma ‘Bene Comune’ condiviso da Pd e Sel non v’è traccia. Non è nemmeno un governo di compromesso, senza considerare che questa riforma della scuola è quella voluta dal sottosegretario Valentina Aprea, cioè una riforma di destra.
Crede che ci sia spazio per un nuovo soggetto politico a sinistra del Pd? Non si riconosceva in Sel?
Sono rimasto nel Pd perché non c’era un soggetto politico prima della nascita di ‘Possibile’, Civati al congresso ha proposto un vero e proprio programma. Il dialogo con Sel è aperto ma il partito è in liquidazione sui territori a parte le dinamiche parlamentari. La cosa che trovo entusiasmante è che a Roma e sul territorio ho trovato tanti giovani disposti a collaborare mentre da segretario di circolo del Pd ho riscontrato molte difficoltà nell’attenzione delle fasce giovanili.
Nelle sezioni a San Marco alle ultime regionali c’erano tante schede nulle, in tutta la provincia il 10%, mai un numero così elevato, un vero e proprio partito, un popolo che chiede di essere rappresentato.
Può fornire dei numeri di adesione in Capitanata?
Il tesseramento è online e può essere cumulativo, cioè avviene tramite comitato, o anche singolarmente. Noi abbiamo costituito un comitato provinciale a Foggia anche se non abbiamo una sede fisica. Siamo una cinquantina, c’è un grande interesse nei nostri confronti soprattutto da parte del sindacato. Alba Siena, di San Giovanni Rotondo, viene dalla Gilda, Salvatore Castrignano è segretario provinciale della Cgil. E’ interessato a noi tutto il mondo del lavoro che questo governo ha messo sotto attacco.
A San Marco si vota l’anno prossimo per le comunali. Vi presenterete con il simbolo ‘Possibile’ di Civati?
Questo non lo so, è ancora da decidere.
Torniamo alla definizione “provincia più civatiana d’Italia” conquistata dalla Capitanata al congresso del 2013. Con questa minoranza dialogherete?
Nessun dialogo con il Pd, ormai siamo fuori. Emiliano ha guadagnato dei punti schierandosi contro le trivelle che sono frutto dello Sblocca Italia in una regione largamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Sulla mozione civatiana chiaro che quando a sostenerla è un assessore regionale (Elena Gentile, allora assessore regionale, ndr) dà un grande apporto ma di questi “civatiani” non tutti erano convinti. Nel momento in cui Civati esce dal Pd dovranno decidere, ho il sentore che stando nel Pd diventeranno “diversamente renziani” cosa che nei fatti non mi interessa. La fortuna è che se le elezioni si terranno nel 2018, come si dice, avremo tre anni per costruire.