Ha finalmente un volto il rapinatore della coppia di coniugi di Lucera aggredita il 13 luglio scorso. “Un episodio inquietante per la sua modalità” dichiarano i carabinieri. Manette per Luigi Perdonò, 52enne di Foggia, gravemente indiziato di essere l’autore di quella rapina ai danni di un noto avvocato lucerino e sua moglie.
Nella tarda serata del 13 luglio scorso, infatti, i due, rincasando, appena aperta la porta di casa, vennero aggrediti da tre malviventi, travisati, di cui uno armato di pistola. I rapinatori spinsero a terra l’uomo e mentre la moglie veniva trattenuta con forza, intimarono il marito di consegnare le chiavi della cassaforte e rivelare la combinazione, se voleva evitare problemi alla moglie. L’uomo rispose di non possedere le chiavi della cassaforte cercando di fargli capire, terrorizzato, che la combinazione era conosciuta solo da quest’ultima.
I malviventi, quindi, condussero i proprietari nel salone, costringendoli a mettere le mani sul tavolo e a tenere la testa abbassata, minacciandoli di morte con la pistola, se non avessero aperto la cassaforte.
A quel punto, nella tavernetta dove si trova la cassaforte, costrinsero la donna ad aprirla. I rapinatori portarono via tutti gli oggetti preziosi (orologi, monili in oro, collane di perle) contenuti all’interno, per un valore di circa 600.000 euro, facendosi consegnare il denaro contante che i proprietari avevano nei portafogli e si dileguarono, dopo aver fatto sedere i rapinati con le mani su un tavolo e averli minacciati dicendo: “Se vi alzate spariamo”. I due coniugi chiamarono i carabinieri appena i malviventi scapparono via.
Dalle indagini è emerso che i malviventi forzarono la porta d’ingresso posta lungo la recinzione del complesso abitativo, tagliando con un flessibile le cerniere della porta in ferro a protezione di quella attraverso cui si accede al salone ed infrangendo la vetrata di quest’ultima porta. Avevano aspettato, quindi, il ritorno dei proprietari per costringerli ad aprire la cassaforte.
Inoltre, i carabinieri rinvennero tracce utili per una comparazione biologica, verosimilmente riconducibili a uno dei rapinatori. L’accertamento tecnico condotto dal RIS di Roma sui reperti ha infine dato esito positivo riscontrando un’identità precisa rispetto a un profilo genetico già in passato attribuito a Perdonò. L’uomo è stato quindi arrestato. Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi finalizzati a recuperare la refurtiva e individuare i complici.