Subappennino fuori dal progetto infrastrutturale dell’Area Vasta, nonostante le strade dissestate. Ad accusare la Regione Puglia ci pensa Luigi Ruberto, referente per i Circoli Liberal dei monti Dauni e componente della direzione provinciale dell’UDC. “Poche settimane fa – spiega – la Regione Puglia ha stanziato oltre 60 milioni di euro per la Capitanata da investire nella viabilità, di queste risorse l’intero ammontare è per progettualità che afferiscono ad aree come Cerignola, Lucera, San Se Severo, Foggia. Le aree dei Monti Dauni, sono di fatti escluse dalle direttrici dello sviluppo. Eppure, c’è un sistema viario che è nei fatto già collassato da tempo, e che necessita di interventi urgenti e di una manutenzione ordinaria più frequente”. Sotto accusa l’assenza di sinergia tra comuni, provincia e regione “ha creato negli anni caos programmatici e di progettualità, una vera pagina grigia di un territorio, la Capitanata e le sue aree interne che devono trovare il giusto riscatto”. “È paradossale vedere come – continua Ruberto – tra le misure che vogliono sostenere le aree interne come i dissesti idrogeologici, il rilancio dell’enograstronomia, non si trovino le giuste risorse per dare fiato alle infrastrutture, asse portante di uno sviluppo vero e concreto senza le quali nulla è possibile”. Perciò, “il Partito Democratico delle aree interne deve farsi latore delle istanze di un territorio che non può più essere vilipeso, mentre Foggia e Bari parlano di Gino Lisa senza risultati tangibili: è evidente che solo un processo virtuoso di programmazione per le viabilità potrà far ben investire risorse pubbliche per le aree della Capitanata”. “Avere nei fatti escluso le aree interne – continua – è un segno di miopia politica oltre che un atto ingiusto, che sta spopolando ancora di più questi territori. Il sistema viario in Capitanata e nelle aree interne è peggiorato rispetto a 20 anni fa, gli investimenti ridotti, le manutenzioni cancellate, i processi virtuosi di trasparenza ed investimenti sono atti non più prorogabili. La distribuzione dei fondi comunitari, dove le aree sottosviluppate hanno la priorità, non possono essere escluse, dunque anche la destinazione di fondi ad aree della Capitanata che non ricadono in comuni montani o disagiati deve trovare il giusto nesso con le linee guida europee, altrimenti anche la destinazione di fondi in aree non omogenee rispetto ai dettati comunitari sarebbe illegittima. Comuni come Rocchetta, Candela, Bovino, Monteleone, Accadia, Panni, Anzano – per citarne solo alcuni e per non parlare dei comuni dell’Appennino Dauno Settentrionale – devono trovare l’unità di intenti e progettualità comuni per uscire dall’isolamento politico, economico, ed infrastrutturale. I sindaci – conclude – con i rispettivi Consigli comunali, siano protagonisti di una nuova stagione politica in cui i campanili non siano elementi divisori, ma elementi di forza e aggregazioni di comunità che vivono lo stesso disagio, che hanno le stesse caratteristiche geomorfolofiche e demografiche per tentare di resistere ad un agonia lenta ma costante che deve essere spezzata”.
esi.