L’audizione di fine giugno sulle intimidazioni agli amministratori locali arriva in Consiglio comunale a Cerignola. Il sindaco Giannatempo (leggi qui ciò che disse alla commissione) ha provato a rispondere all’accusa di aver minimizzato la gravità della situazione cerignolana. La riunione ha preso il via con un intervento del consigliere del Pd Gianni Ruocco, che, prendendo le mosse dalla pubblicazione su “Repubblica” del testo dell’audizione del questore di Foggia Piernicola Silvis davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, ha denunciato come la discussione sulla criminalità a Cerignola sia un tema di fatto sparito dall’agenda dell’assise comunale. “Più di un anno fa – ha detto Ruocco – in quest’aula optammo per un’autoconvocazione del Consiglio Comunale per affrontare l’ argomento. E’ vero che le competenze in materia di noi tutti sono limitate e che abbiamo uno scarso potere decisionale, ma rilevo con disappunto come di quella richiesta non vi sia più traccia, come tutto sia scivolato nel dimenticatoio. E’ un fatto grave perché parliamo di qualcosa che sta minando alla base la convivenza civile all’interno della nostra comunità. E’ inquietante, perciò, il segnale di trascuratezza che stiamo lanciando alla popolazione: stiamo alzando le mani, ci siamo arresi alla criminalità”.
Per Michele Allamprese, consigliere di maggioranza, anch’egli “allarmato dal quadro sconcertante della situazione in provincia di Foggia tracciato da Silvis”, non servono a nulla le discussioni sociologiche in Consiglio Comunale, “perché abbiamo capito bene come, per controllare un territorio di questo tipo, occorra un rafforzamento degli organici delle forze di polizia. Ci è stato già detto in numerose occasioni che ciò, purtroppo, non può avvenire per via della spending review. E allora ribadisco, come ho già detto tempo fa suscitando l’ilarità di qualcuno, che l’unica prospettiva concreta è l’impiego dell’esercito per affrontare una situazione di assoluta emergenza come è quella di Cerignola, letteralmente assediata dalla malavita”. Allamprese ha invitato “chi inorridisce di fronte ad un’eventuale militarizzazione del territorio a offrire un’alternativa, proponendo soluzioni differenti. Di fronte agli attacchi di bande criminali che, per le armi a loro disposizione, sono ormai assimilabili a formazioni paramilitari, servono risposte diverse da quelle finora fornite”.
Sul tema, Giannatempo ha chiesto a tutti di “astenersi dalla tentazione di tuffarsi nelle solite speculazioni politiche. Ho cercato, il 27 giugno, di far capire come stessero le cose da queste parti – ha aggiunto -. Ho tentato di descrivere il contesto di gravissima crisi sociale ed economica dal quale la criminalità cerignolana sta traendo linfa vitale per ingrossare le file del suo esercito. Era doveroso farlo, visto che qualcuno, in quella commissione, era così informato su quanto succede qui da confondere la criminalità foggiana, garganica e del Tavoliere con la Sacra Corona Unita leccese e brindisina. Invito chi volesse a controllare le mie dichiarazioni. La presidente Lo Moro, invece, il 28 giugno ha espresso tutto il proprio stupore a Silvis dopo aver ascoltato le sue parole, imputando al sottoscritto di aver raccontato un altro film il giorno precedente. Probabilmente sperava di spingere Silvis a muovermi qualche critica, ma non è riuscita nel suo intento, vista la correttezza mostrata dallo stesso questore”.