Hanno spulciato le liste stamattina e non hanno trovato il candidato di Fratelli d’Italia su Alberona Filippo Minelli. Così il segretario provinciale del partito di Giorgia Meloni, oltre a esprimere tutto il suo rammarico per una gestione di Fi “incapace di tenere unito il centrodestra e di mantenere fede agli accordi presi”, coglie l’occasione per una critica globale della “trasformazione” del partito di Berlusconi: “Già la doppia candidatura (Landella da una parte, Mongiello dall’altra) la dice lunga su cosa è diventata Forza Italia in provincia di Foggia. Nonostante questo, Fdi-An di Capitanata aveva all’unanimità deciso di appoggiare Landella, in quanto comunque candidato ufficiale del suo partito, e comunque nel tentativo di mantenere unito il centro destra”.
In quella sede sulla candidatura di Minnelli sembravano tutti d’accordo. Era un “segnale” per i Monti Dauni e per “l’unità del centrodestra”. Candidatura evaporata “senza preavviso”.
L’affondo è di Mimmo Farina: “Non mi dolgo della cattiva educazione del presunto alleato -questo all’evidenza non è un mio problema- ma della sua inaffidabilità”. C’erano una volta le comunali, con il loro impegno: “Landella a Foggia, Lallo a San Severo e Tarantino ad Orta Nova: abbiamo insomma sempre fatto la nostra parte per rendere il centrodestra una coalizione coesa, affidabile e vincente”. Denunciano “l’arroganza e la scorrettezza dei dirigenti di Forza Italia, un’autentica vergogna destinata ad incidere negativamente sui rapporti futuri, non aggregano ma hanno una vocazione alla disgregazione”. Convocato il coordinamento provinciale per proporre “di non partecipare alle votazioni provinciali e per ridiscutere i rapporti con Forza Italia”.
Poi lancia una specie di anatema: “Per la contemporanea presenza di due candidati forzisti alla presidenza della Provincia di Foggia, il centro destra perderà Palazzo Dogana e di tanto dovrà evidentemente ringraziare i dirigenti di un partito che, più che allo sbando, non esiste praticamente più”.