A San Severo i Carabinieri hanno tratto in arresto con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, il sanseverese Michele Pescume, 31enne. La sua abitazione, ubicata in una zona centrale della città, era sotto il controllo dei militari, che avevano notato uno strano andirivieni di persone che si era intensificato negli ultimi giorni. Veniva predisposto, pertanto, uno specifico servizio che dava esito positivo. Un lungo periodo di osservazione permetteva ai militari di scorgere il giovane sanseverese uscire continuamente dalla porta della sua abitazione per dialogare con dei passanti attraverso le inferriate della recinzione perimetrale del suo cortile. Quindi i militari entravano in azione all’arrivo di un giovane acquirente, avendo notato chiaramente lo scambio di qualcosa tra i due attraverso la recinzione. Il Pescume accortosi del controllo in atto si rifugiava repentinamente nell’abitazione mentre l’acquirente cercava di fuggire per sottrarsi al controllo.
Il modus operandi di Pescume gli permetteva ampio margine di sicurezza: gli acquirenti con ogni probabilità preavvisavano del loro arrivo e il giovane pusher usciva dall’abitazione solo per effettuare lo scambio, che tra l’altro avveniva tramite la recinzione del cortile, elemento che di sicuro contribuiva a rendere Pescume ancor più sicuro di non essere scoperto. Il servizio dei militari invece, ben appostati, permetteva loro, senza che nessuno tra acquirenti e venditore potesse accorgersene, di rinvenire nella disponibilità dell’acquirente la dose di eroina del peso di circa 0,5 gr., appena acquistata per 10 euro, e, a seguito della perquisizione dell’abitazione, il materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza, nonché la somma contante di 95 euro, in banconote e monete di vario taglio, sicuro provento dell’ attività di spaccio. Pescume è stato arrestato
Sempre a San Severo, questa volta nel noto quartiere San Berardino, i Carabinieri hanno
arrestato Christian Montedoro, 26enne, sempre per spaccio di sostanze stupefacenti. Il luogo è meta abituale di tossicodipendenti provenienti non solo dall’hinterland sanseverese, ma addirittura da regioni limitrofe, che pur di acquistare la dose giornaliera sono disposti a percorrere anche centinaia di chilometri. Numerose le difficoltà incontrate ormai da anni dagli investigatori per documentare le attività di spaccio: la conformazione urbana del quartiere e delle abitazioni, l’organizzazione ormai consolidata che presiede alle attività di spaccio e le modalità di attuazione delle stesse, rendono difficili le attività di osservazione e perquisizione delle forze dell’ordine. Montedoro era seguito ormai da tempo dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di San Severo. L’epilogo si è avuto mediante un lungo servizio di osservazione eseguito a distanza ed in modo defilato, grazie al quale i militari riuscivano a controllare un giovane acquirente visto avvicinarsi al portone dell’abitazione del Montedoro, dove lo stesso era già ad attenderlo con in braccio un bambino.
I militari appostati assistevano allo scambio, notando che subito i due si dividevano: l’acquirente prendeva la via del ritorno e Montedoro rientrava nella sua abitazione. Immediata scattava la perquisizione dei militari nell’abitazione in uso al Montedoro, così come repentinamente avveniva il controllo sull’acquirente, in modo tale da non permettere ad entrambi l’occultamento delle tracce. Nella disponibilità dell’acquirente veniva recuperata una dose di eroina del peso di gr. 0,56 circa mentre nell’abitazione del pusher veniva rinvenuto il materiale necessario al confezionamento e alla distribuzione della sostanza stupefacente. L’ episodio contestato dai militari appare ancor più grave se si tiene conto che a pochi passi dal luogo dell’evento insistono sia una scuola elementare che l’oratorio di una chiesa, luoghi entrambi frequentati quotidianamente dai piccoli del quartiere.