Dopo il successo dello scorso anno, è tornata in scena, venerdì al Teatro Mercadante di Cerignola “La Cavalleria Rusticana- il Musical”, uno spettacolo ideato e promosso dall’Associazione e Scuola di Musica Studio 7, sotto la direzione artistica di Vito Berteramo, pianista, con alle spalle anni di professionismo e collaborazioni con cantautori e musicisti di fama nazionale e internazionale. Un progetto pensato per far conoscere la figura del celebre compositore che proprio nella Cerignola “culla della sua musica”, nel 1890, partorì il suo capolavoro in note. E per rendere il capolavoro operistico al passo coi tempi, Berteramo e la sua compagnia ne hanno riarrangiate le musiche e riadattati i dialoghi, facendone un omaggio in stile musical. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto in beneficenza al Gruppo Vincenziane di Cerignola.
“Il debutto in casa, lo scorso dicembre, è stato un trampolino di lancio, un’occasione per rodare lo spettacolo e verificare accoglienza e consenso – spiega a l’Immediato il direttore artistico, Vito Berteramo -; quest’anno abbiamo aggiunto elementi nuovi. Ci sono brani inediti, ho inserito sulla scena dei musicisti, un chitarrista e un timpanista, e apportato dei cambiamenti nelle coreografie”. Intanto, è ancora vivo il progetto di rendere l’opera itinerante, prevedendo una mini tourneè. “Non abbiamo grosse produzioni alle spalle – spiega Berteramo – e dobbiamo delimitare il campo d’azione, ma cercheremo di fare il possibile per presentare il nostro lavoro anche oltre i confini cittadini. Intanto, giovedì mattina abbiamo fatto un’audizione per il Teatro Pubblico Pugliese. Sembra che lo spettacolo sia piaciuto. Speriamo che ci porti fortuna”.
Sul palcoscenico tutti interpreti locali, afferenti alla compagnia teatrale di Studio 7 che negli anni ha portato in scena già altri lavori editi per le scuole come Pinocchio, Il gobbo di Notre Dame e Peter Pan. Nei panni di Turi, il tenore Vincenzo Guercia, che è anche librettista della rivisitazione dell’opera. Giampiero Bellapianta interpreta Alfio, mentre nei panni delle tre donne, Santa, Lucia e Lola, Mariella Pizzolo, Erica Olivieri e Valeria Vitone.
“Rispetto alla prima di dicembre c’è stato un ampliamento dell’opera – spiega Vincenzo Guercia che ha scritto i testi di brani e dialoghi -. Molti dei dialoghi che precedentemente erano solo parlati sono stati messi in musica e questo ha consentito di dare un maggiore risalto ai sentimenti e alle passioni dei protagonisti di quest’opera che dà così grande slancio alle passioni tipicamente meridionali come l’amore, il tradimento o i rapporti tra madre e figlio”. Al musicista livornese il giovane cantante lirico cerignolano, che ha studiato nella scuola “Edi Bocelli” a Cascina Terme, sotto la guida del Maestro Delfo Menicucci, ha dedicato, al tempo degli studi universitari, la sua tesi sperimentale, incentrata sulla figura di “Mascagni didatta” e oggi è membro dell’associazione culturale dedicata al mondo mascagnano “Iris”.
“Fortunatamente, anche dietro insistenze nostre, come associazione Iris -commenta Guercia-, sulla rivalutazione della figura di Mascagni qual cosina in più si sta facendo nella nostra città, anche da parte dell’amministrazione comunale che ci ha aiutato a metterci in contatto con la responsabile del Teatro Pubblico Pugliese. E a breve ci sarà l’apertura del museo civico in cui oltre al museo del grano sarà allestita una galleria dedicata a Pietro Mascagni”. Intanto, qualche malumore dietro le quinte viene proprio da una degli interpreti, Valeria Vitone, che veste i panni della moglie traditrice, Lola.
“Ce la stiamo mettendo tutta – dichiara a l’Immediato – Nonostante la limitatezza delle risorse abbiamo investito molto e siamo soddisfatti dell’accoglienza che ci è stata riservata soprattutto dalle scuole durante i nostri matinée. Devo denunciare però il veto che ci è stato imposto da chi gestisce il ‘Mercadante’ di fruire liberamente di uno spazio pubblico, come questo, il Teatro Comunale. Abbiamo potuto provare solo la sera prima dello spettacolo e con forti restrizioni. Non capisco il perché. Questo, penalizza molto il lavoro di noi attori e il prodotto finale”.