Ospedale San Severo, per Marino non verrà declassato

Il candidato sindaco di San Severo, Dino Marino (Pd), garantisce sull’ospedale “Masselli Mascia”.

“Accetto la richiesta di incontro formulata dal sindacato USB ai candidati sindaci sul ridimensionamento dell’ospedale di San Severo. Cosa che, sulla carta, non risulta vera, ma che nella prassi può accadere per incuria e incapacità di alcuni dirigenti dello stesso nosocomio, come ho già avuto modo di dire nei giorni scorsi. E a nulla serve la difesa stucchevole e confusa di qualche mio collega che mente, sapendo di mentire, inventantosi la storiella che qualcuno voleva dequalificare l’ospedale per promuovere una casa della salute”. Così Dino Marino, candidato sindaco del centrosinistra a San Severo, scrivendo una nuova puntata sulla vertenza sanità che sta animando la campagna elettorale.
“Il problema dell’ospedale di San Severo e del suo depotenziamento – sostiene Marino – non esiste per la programmazione ospedaliera regionale, anzi in un quadro regionale di chiusura di oltre 2000 posti letto, quello di San Severo è l’unico presidio che non ha perso posti letto e non certo per lui. Inoltre non si capisce perché ad una richiesta corretta dell’USB di confronto con i candidati sindaco, risponde Damone che non risulta essersi candidato a primo cittadino di San Severo e che sminuisce l’autonomia stessa del suo candidato sindaco”. “Altro che dimensionamento dell’ospedale – incalza Marino sull’argomento: il suo eventuale ridimensionamento è figlio di una gestione quotidiana che ne attacca le funzioni. A Damone i medici della cardiologia sciorinano cifre dal 2012 e si dimenticano, anche chi ha svolto le funzioni di primario nel 2011, che l’emodinamica è presente dal 2010 e che prima del 2012 a San Severo si praticavano angioplastiche primarie. La cardiologia è stata quella che ha inventato il sistema di emergenza in Capitanata, mentre oggi con i dati che segnala il mio collega e nonostante la presenza di due ottimi emodinamisti, la cardiologia locale non solo è fuori dal sistema di emergenza e urgenza, ma è anche fuori, come ci ricorda l’Usb, dalla rete dell’infarto del miocardo acuto (Ima) non funzionando 24 al giorno. Per questo motivo, qualche giorno fa ho chiesto al direttore generale Manfrini di passare dalle chiacchiere ai fatti e di mettere in condizioni il reparto di cardiologia di diventare, come ha annunciato, l’eccellenza della cardiologia dell’Asl”.
Poi il commento scivola su ostetricia e ginecologia. “Così come con la costruzione di una casa del parto a Lucera in sinergia funzionale con il reparto di ginecologia e ostetricia di San Severo – conclude Marino – potrebbe mettere nelle condizioni di effettuare i 1000 parti previsti per i reparti come quello nostro e rispondere alla giusta preoccupazione del sindacato USB. Io non voglio strumentalizzare nulla e credo che l’ospedale non deve essere uno strumento di contesa elettorale, ma quando succede che nel reparto di chirurgia da mesi non funzionano i campanelli dei posti letto, per dare ai degenti la possibilità di allertare il personale medico e paramedico e per questo fatto la notte tra lunedì e martedì scorso, un paziente ricoverato in quel reparto è stato costretto a chiamare il 112 dei carabinieri per essere assistito, la dice lunga sulla funzionalità e sulla capacità organizzativa dei dirigenti del nostro nosocomio che a volte insieme alle incurie della direzione della Asl sono i veri nemici del nostro ospedale”.