È trascorsa tra dubbi e incertezze, per le famiglie, la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo che si è celebrata ieri. Le luci blu che hanno illuminato gli edifici pubblici che in tutto il mondo hanno aderito alla settima edizione della ricorrenza istituita dall’Onu non sono valse a rischiarare le ombre sulla potenziale correlazione tra vaccini e autismo. L’onda mediatica che si è abbattuta sulla nota vicenda della recente indagine conoscitiva avviata dalla Procura di Trani ha generato confusione e smarrimento. Lo si percepisce chiaramente dagli scambi di esperienze e confronti che avvengono tramite i social network e le pagine online dei numerosi Comitati Montinari attivi in più parti d’Italia. Una condizione diffusa che accomuna famiglie con figli autistici e genitori in ansia di chiarezza sugli eventuali danni da vaccini, come conferma a l’Immediato Lucia D’Augelli, presidente dell’associazione Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà dalle vaccinazioni) Puglia Onlus. “Si gioca con la vita e la salute dei bambini, obiettivo primario di tutti, ma che puntualmente passa in secondo piano”, commenta la donna che rappresenta migliaia di associati in tutto il territorio regionale. L’affondo è ai media nazionali, e alla stampa in generale, per come stanno trattando l’intera vicenda, con l’effetto di “fomentare dubbi e perplessità”.
Le testimonianze
Ha le idee chiare sulla questione, invece, Rosanna Del Mastro, presidente dell’Ada (Associazione daunia autismo) di Foggia e mamma di un ragazzo autistico di 26 anni. “La procura di Trani ha avviato quest’indagine conoscitiva su tutti i casi di autismo che si sono manifestati dopo il 2005 in seguito a vaccino. Il mio caso specifico non rientra; all’epoca non c’era la vaccinazione trivalente contro morbillo, rosolia e pertosse. Non l’ha fatta, però mio figlio è autistico uguale. Ci sono altri fattori, evidentemente, che concorrono all’insorgenza dell’autismo. Non possiamo escluderne nessuno. Fin quando non ci sono studi scientifici che dimostrano la validità delle cause, propendo più per un fatto genetico, di predisposizione. Conosco il protocollo Montinari e la teoria del vaccino, non la nego ma non posso confermarla”, riferisce il presidente dell’Ada. Per il prossimo sabato sta organizzando, in partenariato con altre associazioni del territorio, la realizzazione di un workshop che si terrà a San Nicandro Garganico, mentre lo scorso anno, in occasione della giornata del 2 aprile, l’Ada ha tenuto incontri formativi per parlare delle tecniche Aba, “a tutt’oggi l’unico intervento comportamentale validato scientificamente per intervenire in maniera efficace sui disturbi comportamentali che derivano dall’autismo”.
A Cerignola, invece, l’associazione Superamento Handicap e la cooperativa sociale SuperHando hanno aderito con un gesto semplice ed efficace all’appuntamento di ieri, posizionando striscioni di sensibilizzazione presso le proprie sedi e facendo rimbalzare di bacheca in bacheca, sui social network, il messaggio delle mamme di bambini autistici cerignolane. Tra loro c’è anche chi ha adottato il protocollo Montinari e ha piena fiducia nel medico barese convinto del nesso di causalità, della correlazione fra vaccini e autismo, validata da sentenze del Tribunale del lavoro. “Mio figlio ha sette anni e segue il programma Montinari con cure omeopatiche da circa un anno”, racconta a l’Immediato la giovane mamma 31enne Carmen Compierchio. “Nel caso di mio figlio, la teoria del medico è che il suo sistema immunitario fosse a terra, per via di interventi chirurgici a cui era stato sottoposto, per via dell’anestesia totale e un’infezione alle vie urinarie. Era anche intollerante all’albumina e tutto questo ha causato un’infiammazione a livello cerebrale quando ha fatto i vaccini obbligatori. Poi, per fortuna, non ho fatto più i vaccini non obbligatori”. Mamma Carmen ha trovato nelle teorie di Massimo Montinari “risposte che nessun altro ti da’ su cosa può essere successo a mio figlio”. Non è stato un percorso facile, ci racconta. “Per due anni e mezzo mio figlio ha fatto sedute con una psicologa che mi tranquillizzava del fatto che non fosse autistico, nonostante i miei dubbi assillanti e continui. Poi, all’età di cinque anni e mezzo, siamo stati al Gaslini di Genova per ulteriori accertamenti”. Arriva la diagnosi: disturbo dello spettro autistico. “Ho fatto tutti gli esami del caso e dal test della genetica è risultato che mio figlio è un cariotipo maschile normale senza nessuna anomalia, né nei cromosomi né nel dna. Il genetista mi disse che poteva essere successo qualcosa dopo la nascita”. Non generalizza, e invita alla cautela, un’altra mamma cerignolana, Pina Labia. “L’ipotesi del collegamento tra la trivalente e l’autismo non è una cosa nuova, ci sono studi condotti in America che lo sostengono, prodotti anni fa. Mio marito è un medico e lui è sempre stato convinto di questa cosa. Ho vissuto per diciotto anni a Monza e ho conosciuto realtà associative e famiglie anche lì e questo del vaccino che può causare l’autismo era un timore diffuso tra i genitori già all’epoca. Per quanto mi riguarda, credo non si possa generalizzare -ammette-, dato che in realtà non c’è mai stato nulla che ha scientificamente provato il collegamento tra il danno da vaccino e l’insorgere della patologia”. I primi segnali di anomalie comportamentali mamma Pina riferisce di averli percepiti prima della vaccinazione trivalente, già prima dei due mesi e mezzo di vita del suo bambino. “Certe cose le percepisci -si confida-, non le riesci a spiegare. Sono sensazioni che si manifestano nella relazione intima tra madre e figlio. Mio figlio fino all’età di un anno parlava perfettamente, poi ha cominciato ad avere delle grosse difficoltà anche nel linguaggio. Ma da qui a dire che c’è un nesso col vaccino, nella nostra situazione, non credo ci siano presupposti”.
L’accusa di alcuni genitori
Dal suo piccolo osservatorio, il presidente di Comilva Puglia, è testimone di numerose storie di famiglie con bambini autistici che mettono sotto accusa il vaccino MPR. “Ricevo tante telefonate di genitori che hanno visto regredire i propri bambini subito dopo il vaccino del morbillo-parotite e rosolia”, riferisce la donna a capo della sezione pugliese attiva da più di sei anni, con l’impegno a sostenere le famiglie con bambini danneggiati da vaccinazioni. “Non ho un figlio danneggiato dal vaccino. Quando mia figlia Francesca è nata ho iniziato a informarmi. Ho scoperto che né i pediatri di base né le Asl informano sui rischi e sulle complicanze dei vaccini, così come impone l’articolo 7 della legge 210/92. Ho conosciuto famiglie con bambini danneggiati e ho deciso di tutelare il diritto alla libera scelta”. Attualmente il Comilva Puglia è in trattativa “con i responsabili della commissione tecnico-scientifica vaccini della Regione Puglia”, come fa sapere lo stesso presidente, “per costruire insieme un percorso sereno verso l’adesione consapevole alla vaccinazione”.
“Noi abbiamo chiesto uno studio di comparazione -aggiunge infine la D’Augelli- tra bambini vaccinati e bambini non vaccinati. I dati relativi a questo studio ci darebbero contezza del fenomeno, non solo relativo all’autismo ma a tante altre patologie che vengono correlate ai vaccini. Per noi genitori sarebbe fondamentale. Questi studi non vengono effettuati, non si capisce perché. Nel 2008 è stato depositato in parlamento un disegno di legge, numero 1252, in cui si chiede con una certa urgenza alle istituzioni degli studi approfonditi sulle cause dell’autismo e si scrive che è una patologia multifattoriale, che può avere origine anche dai vaccini e dall’uso massivo di antibiotici, oltre che da fattori ambientali, e così via”. Una correlazione, quella tra vaccini e autismo, già smentita in passato, quando lo studio del gastroenterologo britannico Andrew Wakefield si palesò come una grande truffa, ricorda Rosa Prato, referente scientifico per l’Asl di Foggia nell’osservatorio epidemiologico regionale della Puglia. “Tutta la letteratura scientifica, tutte le posizioni e le agenzie governative internazionali, l’organizzazione mondiale della sanità in primis, hanno dimostrato chiaramente che non c’è nessuna correlazione tra vaccinazioni e autismo. Mentre è fiorente la letteratura che testimonia il contrario. Perfino l’associazione delle famiglie di bambini autistici, con il presidente della sezione regionale, è scesa in campo accanto a noi contro le teorie di Montinari”. Nell’ambiente medico-scientifico pugliese, in particolare, dell’avversato metodo Montinari sono noti retroscena che lo dipingono come leva di business, tra cause di risarcimento promosse da avvocati senza scrupoli e visite da 250 euro a seduta per un ciclo di complessive 20 a paziente. “Dal punto di vista scientifico non c’è nulla, c’è soltanto una grande manipolazione di coscienze e di buona fede”, ribadisce la Prato. La commissione regionale vaccini sta fornendo ai Nas dati e documentazioni nell’ambito dell’indagine avviata dal Pm di Trani e sta affrontando, a livello regionale, la questione del dissenso. “Se un genitore non lo vuole fare il vaccino -spiega la Prato-, è libero, ma deve assumersene la responsabilità firmando un modulo di dissenso informato, e per questo occorre una legge regionale. Noi stiamo lavorando alla formazione degli operatori, perché è chiaro che per sospendere l’obbligo si deve fare in modo che gli operatori che si occupano di vaccinazioni, igienisti e pediatri, siano in grado di dialogare con le famiglie per spiegare le motivazioni per cui è importante vaccinare i bambini”.