Un’intera famiglia intossicata a Lecce dopo aver mangiato funghi. Dal Pronto soccorso del “Vito Fazzi” hanno allertato immediatamente il centro Antiveleni di Milano. Senza considerare l’unico centro regionale degli Ospedali Riuniti di Foggia, individuato proprio dalla Regione Puglia con uno stanziamento di 2 milioni di euro.
“Nel primo caso il responsabile si chiama Boletus Pulchrotinctus – fanno sapere in una nota da Lecce -, fungo non commestibile e a tossicità incostante; nel secondo il fungo incriminato è l’Inocybe, tossico e ritenuto responsabile della Sindrome Muscarinica (disturbi gastrointestinali, dispnea, disturbi respiratori di tipo asmatico, disturbi visivi, tremori, ipotensione arteriosa ecc.), il che comporta l’impiego di una terapia antiavvelenamento, come accaduto a Copertino, con la somministrazione dell’antidoto (l’Atropina). I sanitari hanno lavorato in perfetta sintonia con i micologi del CCM ASL Lecce (diretto dal dr. Roberto Carlà) e con il Centro Antiveleni di Milano, subito allertati, per cui è stato possibile in tempi rapidi individuare il genere e la specie dei funghi e quindi elaborare la diagnosi e l’idonea terapia per i diversi casi”.
“Particolarmente in questo periodo autunnale, avvertono i micologi della ASL Lecce, bisogna porre molta attenzione alla raccolta, acquisto e consumo di funghi”. Giusto. Proprio per questo, nel 2015 venne sottoscritto un protocollo di intesa per configurare in Capitanata l’unico punto di riferimento al Sud per la mappatura dei funghi finalizzata alla riduzione del rischio intossicazione. Non è bastato. “Forse alcuni medici appena assunti, che magari operavano in Lombardia, per abitudine hanno fatto riferimento al rinomato centro di Milano”, ci fanno sapere dall’Asl di Lecce.
Eppure, come ci conferma la responsabile di Foggia, Anna Lepore, tutte le aziende sanitarie sono al corrente delle attività di Foggia, dove sono stati trattati ben 25 casi di intossicazioni da funghi da settembre scorso. “Facciamo parte di una rete di 9 centri nazionali – spiega -, e può capitare che si faccia riferimento ad altri centri. Qui abbiamo tutto per rispondere a casi come quello registrato a Lecce, con il vantaggio della migliore conoscenza territoriale. Questo è un valore sia per comprendere gli effetti della tipologia di funghi del territorio consumati, sia per la migliore conoscenza del nostro sistema sanitario che è differente da quello lombardo”.
Lunedì prossimo ci sarà un evento informativo per far conoscere le attività dell’unico centro finanziato dalla Regione Puglia. Arriveranno esperti da tutta Italia per confrontarsi sulla “mappa del rischio” in Puglia. Il caso del Vito Fazi non sarà presente nelle relazioni di viale Luigi Pinto. Chissà se troverà spazio nelle slides dei colleghi lombardi.