Cantiere stoppato questa mattina ai Campi Diomedei con un rammaricato direttore dei lavori, l’architetto Gaetano Centra, dopo la decisione della sovrintendente ad interim Maria Giulia Picchione di revocare l’autorizzazione dello scorso gennaio 2018. Le dune sono già visibili dal cancello di Via Galliani, così come i percorsi e i viottoli.
“Siamo riusciti a bloccare con il deputato Giorgio Lovecchio uno scempio a Foggia dove vogliono fare un giardinetto con gli scivoli. Noi siamo riusciti a bloccarli. Vedo parte di questi giovani pentastellati intelligenti e desiderosi di essere indirizzati”, ha detto Vittorio Sgarbi questa mattina su La7 citando le novità dell’ex ippodromo su cui tanto ha lavorato il critico d’arte insieme al comitato pro Iriip.
Bocche cucite dalla ditta, che sta meditando di chiedere un ingente risarcimento danni. “Informazione distortissima. Non c’era alcun ippodromo, non è previsto alcuno scivolo per bambini e non è di 2,5 milioni di euro il finanziamento. Roba da pazzi”, è il commento di una persona vicina all’impresa che ha vinto l’appalto. “Decisione assurda”, invece per il sindaco Franco Landella.
Nella nota della Sovrintendente si leggono le motivazioni del diniego. “Nel complesso si allevano numerosi cavalli, come rappresentato dallo stesso IRIIP, e che le stesse attività di allevamento devono garantire “livelli essenziali di benessere” in base alle normative”. L’architetta considera “l’alto valore identitario dell’allevamento di cavalli stalloni per tutta la Regione Puglia in genere, dal momento che la maggior parte dei cavalli appartengono alle razze autoctone tipicamente pugliesi seppure non mancano nell’allevamento stalloni arabi e inglesi”. Considera inoltre il “valore sociale che assolve l’allevamento, relativamente alla programmazione e allo sviluppo dell’ippicoltura in tutti i suoi aspetti, sociali, economici, tecnici, didattici e culturali con un indotto che va oltre i confini regionali”.
“I beni culturali non possono essere adibiti ad uso non compatibile con le loro caratteristiche storico o artistiche o tali da recare pregiudizio alla loro conservazione – e che quindi anche le valutazioni tecnico-discrezionali dei competenti uffici dell’Amministrazione dei beni culturali non possono spingersi fino al punto di causare – sia pure indirettamente – per effetto delle autorizzazioni eventualmente rilasciate, una trasformazione dei luoghi tale da vanificare le finalità delle misure di tutela stabilite con i provvedimenti di vincolo a suo tempo emanati dalla medesima Amministrazione”, si legge ancora.
Secondo la sovrintendente il compendio architettonico e naturale dell’ex ippodromo ha “caratteristiche e peculiarità meritevoli non solo di protezione in sè ma anche in rapporto ai punti di visuale dai quali tale compendio era ed è godibile, prescrivendone la immodificabilità ad opera di interventi edilizi di qualsiasi tipo”.
La precedente autorizzazione va annullata in autotutela nella “misura in cui consente, nell’area vincolata, interventi di trasformazione dei luoghi che, per un verso alterano sensibilmente la destinazione originaria e per altro verso, impediscono, se realizzati, la fruibilità percettiva del Complesso Deposito Cavalli Stalloni, la cui rilevanza storica, architettonica, artistica, urbanistica, e naturalistica alterandone le condizioni di ambientamento e decoro e recando così pregiudizio alla conservazione dell’intero compendio come testimonianza storica”.
La Sovrintendente nel suo atto ordina “la sospensione degli interventi in corso nell’area in questione e la presentazione di una proposta progettuale in variante, da mettersi a punto sulla base delle prescrizioni che l’Ufficio provvederà ad impartire”.
Giuliano Volpe contrario: “Un polmone verde atteso da anni”
Contro tale decisione si è espresso sul suo blog dell’Huffington Post l’ex Rettore Giuliano Volpe, archeologo, presidente emerito del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici del MiBAC dal titolo “Se la tutela rischia di essere nemica dei cittadini”.
“C’è stato un regolare concorso e il progetto vincitore ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, compresa quella della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (rappresentata anche nella commissione giudicatrice), che da alcuni anni, a seguito delle recenti riforme, ha sede proprio a Foggia. I lavori di sistemazione dell’area, per un costo complessivo di sette milioni, già appaltati, sono in corso da mesi e si stanno effettuando anche scavi archeologici in una porzione dell’insediamento neolitico, che si prevede di valorizzare all’interno del parco urbano. Come un fulmine a ciel sereno è giunta in questi giorni una nota della Soprintendenza, con la quale si revocano le precedenti autorizzazioni e si impone la sospensione dei lavori. Cos’è successo? Nel frattempo è cambiata la Soprintendente ed è cambiato soprattutto il Direttore Generale all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che in effetti ha imposto alla stessa Soprintendente il cambio di rotta. Cambiano i dirigenti, cambiano le regole. Nella nota si legge che gli interventi modificherebbero la ‘percezione’ del complesso architettonico storico e delle aree contermini. Ma qualsiasi intervento modifica la percezione di un luogo. L’alternativa è non fare nulla, preferendo l’immobilismo e anche la ‘percezione’ di uno stato di abbandono di un’area. Improvvisamente sono state recepite le tesi di un comitato locale per la difesa dei cavalli, che da anni si batte contro ogni intervento di riqualificazione dell’area (per anni si è opposto anche al recupero di parte degli edifici dell’IRIIP da parte dell’Università, che qui ha realizzato una bella e vitale sede per il Dipartimento di Economia e una meravigliosa Aula Magna, riutilizzando il vecchio ippodromo coperto ormai fatiscente), le cui istanze sono state raccolte da esponenti locali del M5S”, scrive.
È un nuovo clima? Si chiede Volpe. “Non si considera che la stragrande maggioranza dei cittadini attende da anni un nuovo polmone verde, uno spazio di socializzazione, un’area sottratta alla speculazione e al degrado, preziosa in una città gravata di tanti problemi sociali ed economici. È il caso di ripeterlo: in quell’area non è stata progettata una lottizzazione, non si costruiranno palazzine o villette, ma si intende realizzare un parco urbano”.