Un piccolo terremoto politico “trasformista” quello delle elezioni provinciali di secondo livello in Provincia di Foggia, che rischia di diventare propedeutico al grande addio dell’assessore Leo Di Gioia alla Giunta Emiliano in vista delle amministrative foggiane e alle regionali del 2020. La campagna elettorale è cominciata. Al ritorno da New York il Gladiatore lo caccerà dall’esecutivo? “Io non ho paura di perdere la poltrona”, dice al termine di un video lanciato sui social l’assessore regionale all’Agricoltura, che rivendica l’autonomia del Civismo pugliese.
“Il Pd non può pensare di chiedere un’alleanza in cui noi scegliamo uno dei loro, il Pd deve capire la nostra originalità, il fatto che stare insieme per noi è difficile, non abbiamo un legame di partito, ma solo la capacità di operare e lavorare tutti assieme. Questa cosa pensavo venisse apprezzata e valorizzata. Noi non presentiamo nessun candidato, scegliamo quello degli altri e lo facciamo senza pregiudizi, senza accordi con quei partiti che hanno indicato il candidato. Il centrodestra non è dolce nei miei confronti, è severo sull’attività politica che svolgiamo. Loro hanno candidato Nicola Gatta che viene dalla nostra esperienza, chi vorrà votarlo del nostro gruppo lo voterà, non siamo noi ad imporre questo tipo di indicazioni. Noi pensiamo che la Provincia e il Comune debbano essere onorate con impegno e gratuità di lavoro, questo è quello che stiamo facendo. A chi ci minaccia pur da posizioni istituzionali, penso all’onorevole Bordo o a chi minaccia la nostra estromissione dalla Giunta, a chi impone una sorta di dibattito monco tutto condizionato da questo autoritarismo che si manifesta in maniera impropria io dico che noi non rinunciamo alla nostra libertà. Gli accordi si fanno sul presupposto di essere amici, di essere affini, di avere qualcosa in comune, un programma in comune”, conclude.
Le affinità con un Pd morente nei sondaggi ormai sono finite, è chiaro a tutti. La Lega vola al 22% in Puglia. Ma Di Gioia potrà entrare nel partito di Salvini e Centinaio o in altri contenitori alleati del centrodestra? Potrà essere come alcuni sostengono il candidato sindaco del centrodestra unito e trasversale del dopo Landella? E soprattutto, la Lega può consentirsi di non avere un proprio protagonismo logato, quando Foggia è la prima città in cui si applica il Decreto Salvini?
“Ma vedi tu questo!” è il commento sferzante del consigliere regionale Nino Marmo. “Come potremmo sostenere un assessore della Giunta Emiliano?- chiede a l’Immediato, interpellato al riguardo il segretario regionale leghista Andrea Caroppo– nemmeno se venisse cacciato da Emiliano. La Lega non sosterrà mai Di Gioia”.
Nel quadretto politico della candidatura di Nicola Gatta manca il civismo e dalla Lega rimarcano che Gatta non è “uomo di Di Gioia”.
“Avere rapporti istituzionali con l’assessore all”agricoltura non vuol dire essere vicino allo stesso. Le voci di corridoio non ci interessano”, è il commento di chi ieri era seduto all’ultimo e risolutivo tavolo, prima della foto di gruppo finale.