Qual è l’idea che il territorio ha dei Monti Dauni da qui ai prossimi 20 anni? D.R.E.A.M. DAUNIA propone, come recita l’acronimo, un Distretto Rurale Delle Erbe Aromatiche Dei Monti della Daunia. Se n’è parlato presso il Villaggio Don Bosco Emmaus in località Vaccarella a Lucera con Confcooperative Foggia, che ha partecipato, con la società consortile Dauniagriex di Foggia, ente capofila, ed altri enti pubblici e privati del territorio provinciale, al bando misura 16.1 del PSR PUGLIA 2014-20 denominato “Sostegno per la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”.
L’obiettivo dell’iniziativa è quella di creare un Gruppo Operativo P.E.I. (partenariato europeo per l’innovazione), che avrà il compito di attuare una strategia territoriale per la realizzazione del distretto delle erbe dei Monti Dauni.
Tutto l’Appennino italiano e il Subappennino ancora di più stanno vivendo una costante decrescita economica, unita ad un disagio giovanile occupazionale senza precedenti, che sta provocando invecchiamento della popolazione, emigrazione delle energie giovani e conseguente spopolamento. A questi fenomeni si associa una costante diminuzione del reddito agricolo, causato dall’aumento della concorrenza globale e da un sistema colturale basato essenzialmente sulle commodities (grano e pomodoro).
Qual è la via di fuga, a parte l’emigrazione? Secondo Confcooperative e il Gal Meridaunia con il tecnico Gerardo Fascia occorre rispondere a problemi emergenti con soluzioni nuove per immaginare un nuovo sviluppo economico, che possa condurre alla riscoperta delle vocazioni del territorio per una migliore inclusione sociale. Nell’incontro si è discusso molto delle opportunità delle cooperative sociali e dell’agricoltura sociale, per la quale ci sono due leggi, una regionale e l’altra nazionale, ma mancano ancora i decreti attuativi, che inquadrino gli asset di questo speciale business.
Ebbene, l’inclusione sociale può essere un elemento di ricchezza per i Monti Dauni. Combinare agricoltura sociale e erbe officinali può essere una strada contro l’inevitabile declino. Del resto il mercato delle erbe, siano esse officinali, aromatiche o utilizzate per la cosmesi, sta crescendo esponenzialmente. Si fa sempre l’esempio di Bonomelli, la cui camomilla al 90% proviene dai campi di Capitanata. Ma il settore sta schizzando in avanti anche in altri segmenti, sebbene occorra tener conto di una concorrenza selvaggia. “La proposta è convertire le colture dei Monti Dauni a favore delle erbe officinali”, ha detto Fascia insieme al direttore Matteo Cuttano, il presidente di Confcooperative Giorgio Mercuri, il delegato di Confagricoltura Giannicola Caione, la responsabile di Emmaus Rita De Padova e il prof dell’Unifg Maurizio Prosperi.
“Nonostante la componente agricola sia considerata una delle leve di maggiore competitività per l’intero sistema produttivo locale, è innegabile che l’area stia affrontando uno scenario di crisi strutturale, dovuta ad una rilevante incertezza sul piano del mercato e della redditività: l’inasprimento – pur attenuato – della tassazione a carico dei fondi rustici e la crescita dei costi, si legano alla volatilità dei prezzi alla produzione, alla finanziarizzazione dei mercati internazionali e a un’aggressiva concorrenza sovente insensibile ai criteri di qualità e sicurezza alimentare. Un insieme di circostanze che mette ulteriormente a rischio il settore agricolo del territorio di interesse, costituito in prevalenza da aziende di media e piccola dimensione, che verosimilmente, vivrà una ulteriore contrazione delle sue capacità di reddito e degli assetti colturali, soprattutto in considerazione della paventata riduzione delle risorse stanziate dall’Unione Europea per il prossimo settennato (2021-2028)”, è il convincimento di Confcooperative.
Un’opportunità per il superamento di tale problematica è offerta dal mercato dei prodotti erboristici e biologici, il cosiddetto ‘Settore Eco-Bio’, che ha visto una crescita significativa nell’ultimo decennio, con un generale aumento del numero di consumatori non solo in Italia, ma anche e soprattutto in Europa.
Come coltivare però erbe officinali? I concetti chiave sono competitività per avere un atteggiamento “sfidante”, qualità con tecniche innovative bio, tracciabilità, perché il consumatore è disposto a pagare di più e intersettorialità con una connotazione socio rurale dell’azienda agricola, che non può più immaginarsi come una centrale di reddito intensiva, ma deve puntare sulla multifunzionalità. Al fianco alle vecchie colture, che non possono essere abbandonato di punto in bianco, devono crescere le erbe officinali da un lato e progetti di agricoltura sociale dall’altro. I fondi ci sono. Dauniaagriex insieme all’incubatore di Candela, Confcooperative, Confagricoltura, Cciaa e Unifg e la srl Idea proveranno a puntare sulle erbe officinali.