Trasporto e foresterie per i migranti. Sono questi due dei punti all’ordine del giorno dell’incontro di oggi sul caporalato a Bari. “Il caporalato non è un fenomeno solo pugliese. Finalmente – ha detto il governatore Michele Emiliano – grazie ai controlli di polizia ci si sta rendendo conto che il caporalato riguarda purtroppo tutta l’agricoltura italiana che senza lavoratori extracomunitari non avrebbe la possibilità di funzionare”.
“Noi stiamo insistendo perché il Governo ci consenta la costruzione delle foresterie per i lavoratori dell’agricoltura che, mi piace ribadire, sono foresterie per tutti e non solo per gli extra comunitari. Serve una rete di foresterie che consenta l’accoglienza di questi lavoratori perché purtroppo le aziende agricole, anche per ragioni di costo, forse non si possono permettere di ospitare i lavoratori di cui hanno bisogno”.
“Le foresterie sono dei luoghi controllati per gente che ha un permesso di soggiorno, che ha un regolare contratto e che quindi può essere anagrafata, in modo tale da stabilire quando arrivano in Puglia e quando vanno via. Altra cosa fondamentale – ha ribadito Emiliano – è organizzare il sistema di trasporto che sostituisca quello dei caporali. La Regione Puglia ha finanziato con fondi propri, e non avrebbe dovuto farlo perché queste sono funzioni dello Stato e non della Regione, sia le foresterie sia il sistema di trasporto per agevolare le aziende agricole. Ci auguriamo però che le aziende agricole ci chiedano i fondi per fare il trasporto, perché fino ad oggi il milione e mezzo messo a disposizione per questa iniziativa non è stato mai richiesto dalle aziende agricole che, purtroppo, per comodità o per abitudine o per timori vari, continuano qualche volta a servirsi dei caporali”.
“Quando parliamo di caporalato – ha concluso Emiliano – parliamo di un numero ridottissimo di aziende agricole che si comportano male, di fronte ad una stragrande maggioranza che invece si comporta bene. Purtroppo bastano percentuali bassissime di imprese che si comportano male per mettere a rischio l’immagine dell’agricoltura pugliese. Questi ragazzi invece vengono a lavorare da noi e senza di loro l’agricoltura pugliese e quella italiana più in generale non avrebbe modo di esistere”