Una chiacchierata larga per il Governatore Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria nazionale del Pd, che ha aperto stasera la Festa dell’Unità a Foggia. Presenti quasi tutti i sindaci Pd più i dirigenti, l’assessore regionale Raffaele Piemontese, l’onorevole Michele Bordo, il capogruppo in Regione Paolo Campo, il presidente del TPP Peppino D’Urso e tanti “compagni”, che avevano creduto in LeU ad ascoltare. Assente la componente renziana di Elena Gentile così come i civici di Francesco Miglio, sindaco di San Severo.
In esordio la segretaria provinciale con grande efficacia emotiva ha difeso il simbolo del Pd sulla maglia, sgomberando i dubbi degli ultimi giorni. “Ci saremo con le nostre facce e il nostro simbolo alle amministrative”. Sul palco ha attaccato l’amministrazione Landella e il centrodestra che da 4 anni, anche insieme alla Lega, governa la città. “Noi abbiamo la nostra sede cittadina nel Quartiere Ferrovia, io ci abito e sappiamo cosa hanno fatto: nulla”, ha detto.
Zingaretti dal suo canto ha snocciolato un po’ di temi cari al Pd, ammaccato e privo di certezze sulla leadership, sulle alleanze, sulla direzione.
Ricostruire un nuovo europeismo, è il primo obiettivo. “L’Europa è stata forte quando ha avuto una missione, di fronte alle paure noi saremo quelli che diremo un’altra Europa per il futuro”.
Zingaretti propone un “punto di convergenza con Macron”.
“Da soli siamo più deboli insieme più forti. A che serve il Pd? Serve a cambiare la storia. Al Parlamento europeo 5 Stelle e Lega si sono divisi anche su punti critici. Questo è un governo a maggioranza 5 stelle ma con una leadership fortissima di destra. La vera tragedia è che quel contratto non tiene, è carta straccia. Ieri miliardi di euro sono stati bruciati per colpa dell’indecisione di questo governo, ogni mattina ne sparano una di stupidaggine”.
Quanto durerà il contratto? Ha chiesto l’intervistatore Giuseppe De Tommaso direttore della Gazzetta del Mezzogiorno.
“Non so quanto durerà, ma purtroppo già vedo che c’è una maggioranza numerica nella quale uno dei due leader utilizza il Ministero dell’Interno per conquistare il campo del centrodestra e dell’altro suo alleato”.
Non è ancora finita l’auto analisi del Pd. “Voglio capire perché quell’elettorato deluso che era nostro ci ha abbandonato. Sono andato alla festa del Fatto, c’è nei nostri confronti un odio a priori ma c’è anche chi è deluso”.
Secondo Zingaretti per ricostruire il partito devono “contare di più i militanti altrimenti c’è un abuso di potere”.
Sulla leadership ha un’idea differente dalla realtà dei populismi e da alcuni percorsi europei. Da Corbyn ai Ciudadanos e Podemos, ma anche a Macron.
“Abbiamo subito una subalternità della sinistra, abbiamo pagato un prezzo nel corpo collettivo. Siamo andati dietro un’idea del partito personale , io voglio dei partiti che sopravvivono al leader.
Il leader deve essere quella figura che ascolta, decide ma decide provando a fare una sintesi sulla differenza, questo ci permetterà di essere tanti e forti. Se noi introiettiamo l’idea che ci sono tanti dirigenti ma non un gruppo dirigente, non avremo solidarietà, capacità di ascolto e capacità di sintesi. Nessun presidente aveva vinto per due volte in Lazio. In quella notte drammatica eravamo terzi alle Politiche, ma il giorno dopo eravamo primi in Lazio. Quel risultato è stato il frutto di un lavoro collettivo.
Questo benedetto pendolo lo dobbiamo fermare. Il comandante governa la nave, ma nella nave sono importanti tutti, chi sta in cucina e i marinai.
È vero che uno da solo va più veloce ma insieme andiamo più lontano. Voglio voltare pagina
Voglio dire alla mia comunità: sveglia. Si riapra una competizione delle idee. È leader chi si attornia dei migliori non dei più fedeli. In una grande forza democratica si discute ci si ascolta. Non contro qualcuno ma per qualcosa. La nostra missione è salvare l’Italia o noi ci sbrighiamo o questo paese resterà imprigionato nelle illusioni. La destra cavalca le paure noi dobbiamo risolvere i problemi che creano le paure”.
Freddo su Michele Emiliano e sulla possibilità che Fronte Democratico proponga una sua candidatura con Francesco Boccia.
“Emiliano è un autorevole dirigente, saprà decidere per il meglio, in autonomia”.