Al via oggi un primo tavolo del centrodestra per decidere la candidatura unitaria per la presidenza della Provincia alle elezioni di secondo livello fissate per il 31 ottobre, per il dopo Francesco Miglio. Forza Italia invece si riunirà il prossimo lunedì alle 16.30.
In pole position almeno sulla carta parrebbe esservi il sindaco di Torremaggiore Lino Monteleone, che, come l’Immediato ha già scritto, può contare su un apprezzamento trasversale, che va da Forza Italia e Franco Landella ai Fratelli d’Italia al civismo pugliese di Leo Di Gioia sino a pezzi del Pd più vicini alla leadership dell’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese.
Gli osservatori politici, però, fanno notare alcuni nodi. Anzitutto il primo cittadino civico dai tempi di Fli di Gianfranco Fini e Giunta trasversale, con una lunga militanza a destra in Alleanza nazionale, potrebbe non avere il placet della Lega, che a Torremaggiore è all’opposizione, con forza. “Ai tavoli vogliono contare anche quelli con il partito che ha il prefisso zero virgola”, ha osservato agli amici il segretario provinciale della Lega Daniele Cusmai, riferendosi agli eletti ormai confluiti in Puglia Popolare con Rino de Martino e alla compagine schierata con Franco Di Giuseppe.
Punto secondo. Leo Di Gioia e con lui Rosario Cusmai, vicepresidente della Provincia, avrebbe preferito, come si sa, il più “fedele” Nicola Gatta sindaco di Candela, il quale però non ha trovato per ora convergenza nei grossi Comuni e neppure nel Pd. Tuttavia i civici non si danno per vinti e a detta di molti, ormai uniranno le loro forze a gennaio, per la loro lista al rinnovo consiliare, per contare dopo con le deleghe e in aula: oggi possono anche salire sul “carro” di Lino Monteleone. Infine: gli eletti Pd nei vari Comuni sono tutti controllati dall’assessore regionale o non puntano piuttosto su una candidatura dem col sindaco di Monte Pier Paolo d’Arienzo, a cui i civici “devono adeguarsi” dopo 4 anni di amministrazione Miglio, spostando così l’asse sul Gargano?
Intanto, mentre regna il caos e qualcuno immagina anche coalizioni dissimili per far avanzare il sindaco di Peschici Franco Tavaglione (primo nome della Lega) o addirittura il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi (se domani il Tar decreterà la inconferibilità della poltrona di presidente all’Asi), si fanno sentire i primi cittadini dei Monti Dauni, che il 10 settembre si sono incontrati per discutere degli assetti provinciali.
“La nostra Unione di Comuni fa un appello a tutti i 29 sindaci dell’area interna appenninica: per la candidatura al ruolo di prossimo presidente della Provincia di Foggia, individuiamo e condividiamo il profilo di un sindaco dei Monti Dauni”.
Sono il presidente, la giunta e il consiglio dell’Unione dei Comuni dei Monti Dauni (quella che unisce Accadia, Bovino, Deliceto, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Panni, Rocchetta Sant’Antonio e Sant’Agata di Puglia) a lanciare un appello che entra con decisione sulla discussione aperta dall’approssimarsi dell’elezione del nuovo presidente della Provincia di Foggia. “La nostra è un’iniziativa che va oltre i partiti”, hanno spiegato i sindaci dell’Unione che si sono riuniti lunedì 10 settembre. “Insieme, tutti i sindaci dei Monti Dauni rappresentano 29 comuni, quasi la metà dei municipi dell’intera provincia di Foggia. Siamo un’area interna, uno status col quale la Regione Puglia ha riconosciuto per i nostri paesi la priorità e l’urgenza di politiche che intervengano con forza su spopolamento, invecchiamento della popolazione, deficit infrastrutturale e dei servizi, disagio economico e occupazionale, lacune del sistema viario e dei trasporti, fragilità idrogeologica del territorio. Candidare a presidente della Provincia un sindaco dei Monti Dauni è un segno importante: significa mettere al centro dell’agenda pubblica di questa provincia le fragilità e le potenzialità delle aree interne”.
Il riscatto del Paese passa dal rilancio delle aree interne. E’ così anche per la provincia di Foggia. I 29 centri dei Monti Dauni sono la cerniera che collega la Puglia alle regioni confinanti Molise, Campania e Basilicata.Dei 36 più importanti riconoscimenti di qualità ambientale e preminente interesse storico-artistico assegnati ai comuni della provincia di Foggia, oltre la metà è dovuta ai paesi dell’Appennino Dauno: due “Cittaslow”, sette “Bandiere Arancioni”, quattro “Borghi più belli d’Italia”, 13“Borghi Autentici d’Italia”. L’agenda dettata dai punti di debolezza e dalle potenzialità dei Monti Dauni offre una visione d’insieme che, partendo dai problemi da affrontare, propone prioritàsentiteda tutta la Capitanata, vale a dire una provincia che ha la necessità di politiche di sviluppo infrastrutturale e dei servizi, socio-sanitarie, culturali ed economiche capaci di integrare realmente i diversi territori.
Una delle questioni più sentite dai comuni delle aree interne è quella relativa alla viabilità provinciale.E’ un tema fondamentale, che attiene alla sicurezza, alla qualità della vita di migliaia di persone e alla possibilità di sviluppo di molte imprese: studenti e lavoratori pendolari, aziende, strutture ricettive e della ristorazione sui Monti Dauni scontano le pessime condizioni di ampi tratti del sistema della viabilità di competenza della Provincia di Foggia. E’ una questione sulla quale si sono innestate proteste clamorose, anche di recente. I Monti Dauni sono l’area più verde della Capitanata, quella a maggiore tasso di biodiversità, la zona in cui più numerosi sono i progetti di accoglienza e integrazione avviati negli ultimi anni.“I Monti Dauni possono svolgere un ruolo importante per lo sviluppo della provincia”.