Se quella al caporalato, nelle intenzioni degli organi di controllo, doveva essere molto più di un’opera di contrasto, non c’è bisogno di un test per stabilire che l’efficacia e la radicalità di intenti e sinergie messe in campo contro la schiavitù nei campi hanno assunto le fattezze di una vera e propria guerra. Ed è una guerra che si combatte quotidianamente, senza tregua, una guerra dove la differenza non la fanno le parole narrate ma i fatti accaduti.
Ieri, lunedì 10 settembre, durante il servizio di controllo interforze istituito da Polizia Locale di Manfredonia, Reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato di San Severo e nucleo di Polizia stradale di Cerignola, nei pressi di Borgo Mezzanone, gli agenti di Manfredonia hanno notato due autovetture e un furgone procedere in modo sospetto. Dopo aver intimato l’Alt, gli occupanti di due veicoli sono fuggiti nei campi, in ordine sparso, mentre il terzo veicolo ha forzato il posto di blocco speronando un’auto della Polizia di Stato.
Immediatamente è scattato un inseguimento che si è protratto per diversi chilometri e se da un lato i malviventi sono purtroppo riusciti a far perdere le loro tracce, dall’altro lato hanno dovuto però rinunciare, grazie all’efficiente opera di contrasto, ai preziosi mezzi di trasporto killer che costituiscono linfa per lo sfruttamento della manodopera nei campi. Gli agenti hanno infatti prontamente provveduto al sequestro di un’auto e un furgone. Nuovi mezzi sottratti alla disponibilità del caporalato. Fiato sul collo. È una lotta che di certo non finirà qui.
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