“Da oltre vent’anni gli abitanti dei Comuni che si affacciano sulla valle del Sannoro sono condannati a convivere con circa 300 mila tonnellate di rifiuti tossici, nocivi e pericolosi depositati ed interrati: nei capannoni (18 mila mq) e sotto i piazzali dell’ex stabilimento di laterizi di Giardinetto di proprietà Fantini di Lucera“.
A dare l’allarme, dopo le bombe d’acqua che hanno messo in ginocchio il Gargano, ancora una volta è l’attivista di Troia Grazia Manna.
“E’ la sporca e pesante eredità’ lasciata, senza farsi alcuno scrupolo, a migliaia di cittadini dall’ex capogruppo di Forza Italia alla Provincia di Foggia ing. Francesco Paolo Fantini, già’ potente Presidente della Confindustria Di Foggia. Come riportato dai Giudici lucerini nelle varie audizioni parlamentari, come le 3 scimmiette, gli organi preposti ai controlli, a partire da funzionari e amministratori della Provincia di Foggia e dei Comuni limitrofi alla discarica (Bovino, Castelluccio dei Sauri, Orsara di Puglia e Troia), fecero finta di non vedere circa 100 mila tir ed autoarticolati che in pochi anni (fine anni 90) depositarono rifiuti provenienti da ogni parte d’Italia, dalla Germania e addirittura dalla Corea del Sud. Centrosinistra e centrodestra di Capitanata, nonostante esposti e richieste di interventi degli abitanti di Giardinetto, degli ambientalisti di Foggia e di Troia, si vergognarono o non trovarono il coraggio civico di intervenire contro il potente capogruppo di FI ing. Fantini. In questi ultimi vent’anni varie bombe d’acqua hanno colpito diverse aree della nostra Capitanata, cosa accadrebbe se malauguratamente un tale sinistro evento dovesse scaricare un fiume d’acqua su Monte Calvello che sovrasta la discarica di Giardinetto e l’adiacente torrente Sannoro? La discarica Fantini, colposamente non è stata mai messa in sicurezza nonostante la spinta propulsiva dell’Associazione Salute e Territorio di Troia ed i Metup di Lucera e Troia e gli appelli rivolti ad una classe politica inetta e distratta da rendite di posizione”.
“Il pendio decisamente scosceso di Monte Calvello – continua -, aumenterebbe la velocità del flusso delle acque piovane, col rischio paventato, da vari tecnici, di spazzare letteralmente i capannoni fatiscenti dell’ex stabilimento Fantini dove sono stati allocati irresponsabilmente migliaia di tonnellate di rifiuti che spinti verso il Sannoro, che costeggia in lungo l’ex stabilimento dell’ing. Fantini, per mezzo dei fiumi Cervaro e Candelaro in breve tempo scaricherebbero migliaia di tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi nel Golfo di Manfredonia. Le 20 tonnellate di anidrite arseniosa che si riversarono su Manfredonia, 42 anni, a causa dell’esplosione di una colonna di decarbonatazione dell’urea dell’ex stabilimento Anic/Enichem, sarebbero ben poca roba rispetto ai rifiuti tossici di Giardinetto che provocherebbero un disastro ambientale tale da mettere in ginocchio l’agricoltura oltre che la pesca, gli stabilimenti balneari e le strutture ricettive di tutto il basso Adriatico, per vari decenni e con danni miliardari a settori altamente produttivi che garantiscono occupazione a migliaia di lavoratori. Coloro che sono deputati ad intervenire lo facciano in tempi rapidi per non dover ripetere ancora una volta, ‘si poteva e si doveva evitare!'”, conclude l’attivista Manna.