“Il tempo passa e il presidente Emiliano continua a non prendere una posizione netta sul consorzio Asi di Foggia. Chiediamo ancora una volta alla Regione di esercitare il suo potere di vigilanza e far rispettare il parere dell’Anac in merito all’inconferibilità dell’incarico di Presidente del Consorzio al sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi. Siamo stanchi di queste lotte di potere del PD in Puglia, combattute sulla pelle dei cittadini”. Si è espressa così in una nota la consigliera del M5S Rosa Barone, che è tornata a chiedere a Riccardi di lasciare la presidenza del Consorzio Asi e al Consiglio d’Amministrazione del consorzio di non approvare atti deliberativi, perché, come spiegano dal MoVimento, “ allo stato attuale lo stesso è composto da soli quattro componenti e secondo l’art 11 dello statuto, i membri del CdA devono essere almeno cinque”.
Fonti confindustriali rimarcano che la consigliera riprenda il dettato di Raffaele Cantone, che aveva inibito il CdA dell’Asi. Secondo molti, la questione sul tavolo riguarda sempre la piattaforma logistica. Nel CdA, a cominciare dal presidente hanno stigmatizzato l’assegnazione senza gara dei 40 milioni al soggetto privato Lotras. “Barone sa che Riccardi si sta muovendo con Marseglia per approntare tutti gli atti propedeutici al mega appalto finanziato dal Patto per la Puglia. La sua nota fa il paio con la sua smaccata interrogazione regionale a favore di Lotras e della famiglia De Girolamo”, spiega un insider del Comune di Foggia.
Dal canto suo a l’Immediato il sindaco Angelo Riccardi si dice sereno. Il Consiglio delibera tutte le settimane. “Il 13 settembre ci sarà il giudizio del Tar e questa storia sarà finalmente conclusa – rileva -. Se confermerà la inconferibilità, lascerò. Noto però che la Barone ha una ossessione per la mia persona, se vuole farmi una dichiarazione d’amore la ascolto. Continua a dire delle castronerie, secondo lei il consiglio non può deliberare. E chi è lei? Il notaio, il signor no? Una cosa è la battaglia politica, altra sono le ossessioni, il 13 si pronuncia il Tar. Nella sua nota ha semplicemente ripetuto quello che ha detto in assemblea dei soci, Caccavo Francesco di Confapi, una spia del M5S, il quale ha detto: ma siamo sicuri che il CdA può deliberare anche in assenza di un suo componente? Il segretario ha dovuto spiegargli le norme, ricordandogli il precedente del CdA scorso”.