“Padroni erano ieri, padroni sono oggi, sfruttatori erano ieri, sfruttatori sono oggi, braccianti erano ieri, braccianti sono oggi, uomini erano ieri, uomini sono oggi, donne erano ieri, donne sono oggi”.
Parole fortissime quelle pronunciate oggi dal leader dell’Usb il sindacalista Aboubakar Soumahoro dinanzi alla Prefettura, al termine della marcia dei berretti rossi, cominciata questa mattina alle 8 dal ghetto e proseguita lungo le vie di Foggia, dal Cimitero, in Stazione fino al centro.
“Questa giornata non è una passerella- ha detto- è una giornata di sciopero. Sfidando lo strapotere della grandi distribuzione organizzata, sfidando lo strapotere dei padroni, sfidando lo strapotere dei caporali e di chi ha vissuto nelle sale ghiacciate dei convegni senza mai sporcare mani e piedi, noi per la prima volta abbiamo fatto sciopero, solo noi non gli altri sindacati. Noi stiamo in mezzo alle campagne con gli stivali con gli uomini e le donne che lottano. Sapete cosa vi dico: anche in Svizzera pensavano che erano solo forza lavoro, noi siamo uomini e donne pretendiamo diritto alla salute, al trasporto, alla scuola, vogliamo tutto, la dignità sociale. Siamo un popolo meticcio e vogliamo difendere la Costituzione con la forza della libertà, noi non siamo migranti, non siamo extracomunitari, siamo persone come voi. Noi lottiamo ogni giorno contro qualsiasi forma di caporalato”.
È duro l’attacco al governo legastellato, che ieri è giunto a Foggia col premier Giuseppe Conte e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“I voucher sono la schiavitù, una truffa, un imbroglio che consegna le giornate lavorate alle aziende. Altro che decreto dignità, è un decreto truffa. Senza di noi non contate nulla, noi abbiamo scioperato loro gli altri sindacati non hanno avuto il coraggio di dichiarare lo sciopero”. Si è rivolto direttamente al governatore Michele Emiliano, in prima fila insieme al Vescovo di San Severo: “Vogliamo una sistemazione all’ex Gran Ghetto, non si possono mandare le ruspe, le ruspe saliranno sui nostri corpi, noi vogliamo vivere, la vita è importante. Lei dice di essere pronto a fare una alleanza con noi, chi non rispetta i contratti, non deve avere accesso ai fondi europei del Psr”.
La delegazione ricevuta dal Prefetto Massimo Mariani ha ottenuto rassicurazioni su alcuni punti richiesti, come una maggiore celerità nel rilascio dei permessi di soggiorno. La Usb chiede di poter essere inserita ai tavoli di concertazione, per la filiera di qualità e nella cabina di regia contro il caporalato. Con loro in piazza le bandiere di Rifondazione Comunista e di Potere al Popolo.
“Il segnale che è venuto è un segnale di lotta fortissimo- hanno detto i dirigenti Usb- chi ha vissuto fino ad oggi sulle spalle e sulla schiena dei braccianti, bene oggi quella pacchia è finita per loro. Oggi nessuno potrà dire che i migranti stanno qui a rubare il posto agli italiani. Quando le aziende risparmiano sulla giornata dei braccianti, quando si utilizzino i caporali per l’intermediazone di manodopera, quelle aziende sono fuori legge e noi dobbiamo fare in modo che le aziende in questo Paese si mettano nei limiti della legge, per la vita dei lavoratori. La morte di 16 di noi deve avere un senso”.
La Regione
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto questa mattina alla marcia organizzata dall’Usb, per dire no al caporalato. E sarà questo pomeriggio alle 18 a Foggia all’altro corteo organizzato dalla triplice a cui hanno aderito Arci, Acli, Anpi, Libera, Caritas, Migrantes.
“La prima arma contro il caporalato è il sindacato. Bisogna aggregare le persone, organizzarle – ha detto Emiliano – e fare in modo che il singolo lavoratore, che da solo è troppo debole, per resistere stia insieme agli altri. Oggi non si sta raccogliendo il pomodoro in Capitanata e questo è un segno importantissimo”.
Secondo Emiliano “la seconda cosa che bisogna fare è consentire a queste persone che vengono chiamate da noi a lavorare di avere dove dormire, dove mangiare, dove poter essere identificati e curati, come succede in tutte le fabbriche o in tutti i luoghi di lavoro del mondo. Ed è per questo che la Regione Puglia da anni, senza l’aiuto di nessuno e pur non avendo una competenza diretta, lavora in questa direzione: abbiamo messo a disposizione delle imprese danaro per consentire il trasporto alternativo a quello dei caporali e abbiamo costruito le foresterie per i lavoratori in agricoltura. Ci siamo riusciti nel Salento, in provincia di Bari e a Taranto, qui abbiamo ancora delle difficoltà. Ad Apricena e a San Severo stiamo ancora aspettando di poter realizzare i campi dove poter ospitare queste persone con la possibilità di un servizio mensa, di docce e di tutti quei servizi minimi indispensabili per un’accoglienza dignitosa e rispettosa, e soprattutto necessari a controllare la situazione, perché i caporali hanno più difficoltà a prelevare i lavoratori dai campi pubblici. Mi auguro che questa collaborazione che il Ministero dell’Interno ha promesso sia intelligente e ci consenta di dare a questo sciopero, che è di fondamentale importanza, il valore politico che merita”.
“Molte imprese da sempre lavorano nella legalità e nel rispetto dei lavoratori ma ce ne sono altre evidentemente – ha evidenziato il Presidente della Regione Puglia – che sono sotto il tallone delle organizzazioni criminali e che temono, nel caso in cui si servano del trasporto pubblico, di non trovare più i lavoratori. Bisogna, invece, sottrarre queste persone al racket del collocamento in agricoltura e ciò significa che lo Stato deve intervenire con grande forza. Sono due anni che la Regione Puglia, ripeto, pur non avendo competenze dirette, si è resa conto della gravità del problema e ha tentato di entrare in relazione con questi fratelli e sorelle che sono qui a lavorare per noi, ma senza l’aiuto dello Stato questa operazione è impossibile”. “In questo momento – ha concluso Emiliano – ci sono più di diecimila lavoratori che provengono da altri Paesi che non hanno dove dormire e dove mangiare. È una cosa indegna, perché sporca anche la nostra agricoltura, l’immagine di chi chiama a lavorare le persone e poi non sa come gestirle. Il caporalato è un fenomeno che ritroviamo nella storia d’Italia, queste cose accadono anche in altre regioni e nessuno si lamenta a sufficienza. Si tratta di una battaglia di tutto il Paese e, naturalmente, anche della Puglia”.
Dalla filiera
Anche la Op Mediterraneo della filiera La Fiammante, da sempre legata alla filiera etica, oggi si è fermata per un’ora per manifestare il suo cordoglio nei confronti delle vittime di questi giorni, per esprimere vicinanza al loro famigliari e per affermare se ancora ce ne fosse bisogno che “non c’è distinzione tra agricoltori, braccianti e trasformatori”.
“Sento il dovere di prendere posizione come operatore del settore pomodoro ma anche come cittadine consapevole per accendere un riflettore sulle drammatiche condizioni in cui tutti i nostri collaboratori sono costretti ad agire, braccianti, produttori di materia prima, trasportatori, lasciati soli in una guerra al centesimo che si sta inasprendo e che lascia in eredità morte e precarietà. Noi tutti condividiamo orari di lavoro, stanchezza, sudore e il rischio di essere sottopagati e sfruttati in un sistema che ormai sembra chiaro essere andato in cortocircuito”, ha affermato il presidente Marco Nicastro.
Intanto questa mattina è stato avvistato un altro camioncino, stavolta aperto, senza targa nelle campagne di Capitanata.