In una comunità “dispersa” come quella di Rocchetta Sant’Antonio sui Monti Dauni, al confine tra Puglia e Irpinia, le iniziative culturali possono essere un veicolo per “aprire i paesi”. Ne è convinto il professor Pasquale Bonnì ex dirigente scolastico in pensione ed ora animatore insieme ad altre dieci donne dell’associazione “Presidio del Libro di Rocchetta”.
Partirà mercoledì 8 a Rocchetta la kermesse “Libri e Dialoghi”, per la quale, con il patrocinio del Comune, sono previsti tre appuntamenti con presentazioni di testi inediti e dibattiti. Si comincia alle 19 con il giornalista Duilio Paiano che porterà in piazza davanti alla Vanity Bakery il suo ultimo libro “Utopia. Il naufragio della speranza” delle Edizione del Rosone per la collana I Quaderni del Rosone.
Scritto in forma di intrigante indagine giornalistica, narra del naufragio della nave Utopia, avvenuto il 17 marzo 1891, e ricostruisce il contesto umano, sociale e politico in cui si è compiuto. 700 nella stiva del piroscafo inglese, per dei viaggi che rinviano alle attuali navi del Mediterraneo. Una disgrazia evitabile nella quale nella baia di Gibilterra perdono la vita 18 cittadini di Faeto, 8 di Roseto Valfortore e centinaia di altri emigranti partiti dalle regioni del Sud.
“Paiano fa una bella ricostruzione giornalistica, molto documentata sul piano storico. Il valore aggiunto sta nel suo storytelling. La storia è narrata dal punto di vista di due ragazzi, Filomena e Domenico, in un contesto esistenziale romanzato, che riesce perfettamente a fotografare quell’epoca di migrazioni, oggi così attuale”, commenta l’organizzatore Bonnì alla nostra testata web.
La seconda presentazione è datata 16 agosto, stesso luogo stessa ora, alle 19. In scena “Il diario dei pensieri” di Mariantonietta Ippolito e a dialogare con l’autrice il poeta, intellettuale e paesologo Franco Arminio, che per lei ha scritto la prefazione. “L’io narrante è proprio Ippolito, Arminio assimila la sua scrittura alle Operette morali di Leopardi, ma io credo sia più uno zibaldone, una sequenza attiva di riflessioni, che propone immagini di vita intervallata da 28 brevissime poesie in forma di epigrammi. La scrittrice ha parlato di cose che succedono a tutti noi, ma lei le dice senza barocchismi, insegue un suo percorso incastonato in una serie di fotogrammi. Non sei costretto a tradurre il segno linguistico per capire i suoi pensieri”, illustra Bonnì.
Ultimo incontro il 18 agosto alle 21.30 al largo del Palazzo del Sedile con gli autori Annalisa d’Errico e Michele Zizza per un pamphlet a quattro mani, dal titolo “Figli virtuali”, una guida orientativa per genitori per l’uso delle tecnologie da affidare ai propri figli. Il manuale è arricchito dai contributi di Luca Bolognini, avvocato del foro di Roma e presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati, di Camilla Bistolfi, giurista e direttrice del Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo, e di Chiara Spalatro, insegnante di italiano e storia nella scuola secondaria di 1° grado, formatrice e animatrice digitale. La prefazione è affidata al magistrato Filomena Albano, titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Dialogheranno con i due scrittori la giornalista Mariolina Sattanino, il Sottosegretario al Miur Lorenzo Fioramonti e la dirigente della Questura Alfonsina De Sario insieme al moderatore Antonio Blasotta.
Cosa significa organizzare eventi culturalmente così densi a Rocchetta, un paese che come tutta l’Italia interna si spopola? La risposta è semplice per l’ex preside Bonnì. “Negli ultimi anni non c’è più l’affluenza di emigranti che c’era un tempo per le vacanze estive e la motivazione è di carattere anagrafico- spiega- La seconda generazione di emigranti difficilmente viene a Rocchetta l’estate e se viene lo fa giusto nei giorni della festa patronale, il 23, 25, 25 e 26 agosto. Questi nostri eventi del presidio del libro non nascono dal nulla, abbiamo già organizzato 7 incontri. Abbiamo intrapreso questo tipo di iniziativa come gruppo di lettori e lettrici, i libri sono un veicolo per aprire il paese, dove con lo spopolamento ci si graffia, ci si guarda senza mai comunicare. In un paese sei solo, non sei mai solo, ma neppure mai troppo solo. Oggi non ci sono più icone e simboli aggreganti, nel passato c’era il sacro ad unire, i partiti erano dei mediatori, dei cuscinetti. Oggi senza il sacro a far da collante, non c’è né confronto e né conflitto. Siamo tutti aggregati come individui singoli di massa. La comunità è dispersa e la polemica è sempre rissosa. Ma è questo l’esito delle varie arene televisive, dove si cerca di emergere non per essere diversi, ma per essere migliori. La pedagogia delle cose ha un potere di trasformazione che coinvolge anche i paesi del Sud. Pasolini lo ha predetto tanti anni fa. Ciascuno è solo a livello epidermico, ma la lettura riesce a sfrondare tante zavorre. Noi tentiamo di portare una comunicazione che presti attenzione e si prenda cura della comunità”.