Mentre il titolo Fca perde in borsa e gli scenari futuri del gruppo appaiono complicati dopo la morte di Sergio Marchionne, nello stabilimento foggiano ex Sofim in Zona Asi, il Fpt-Cnh Industrial, i circa 70 lavoratori con contratto multi service dell’azienda dell’appalto esternalizzato delle pulizie stanno vivendo dei gravi problemi con la ditta GRV srl di Torino.
I dipendenti hanno inviato una loro comunicazione ai tre sindacati, all’ispettorato del lavoro e al settore politiche del lavoro della Provincia di Foggia, denunciando un presunto mal comportamento dell’azienda appaltante presso la ex Sofim.
L’Immediato ha incontrato alcuni di loro. La GRV srl di Torino è subentrata alla fallita Celer Service, che ha gestito l’appalto dal 2008 al 2015 e che successivamente è fallita, con arretrati per i dipendenti di oltre 100mila euro, pari a retribuzioni non erogate di circa 4mila euro a pulitore. “Questi soldi ormai li abbiamo persi – raccontano sfiduciati – ma quello che è più strano è che la Grv è subentrata, rispettando la clausola sociale, ma ha continuato a lavorare con i mezzi della Celer, con i suoi auto spurghi e le sue motoscope, pur essendo questa fallita”.
Per 3 anni e 4 mesi la GRV ha operato nello stabilimento con i mezzi della Celer, tanto che i dipendenti sono convinti che la prima sia solo una versione riassettata e ripulita nella compagine societaria della seconda, il cui curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Roma è l’avvocato Fabio Ubaldi.
Dal 2008 al 2015, a 7 lavoratori del servizio notturno di pulizia dello stabilimento non sono stati versati i contributi notturni dalla Celer, mentre dal 2015 la nuova ditta versa contributi inferiori, dimezzati di oltre la metà rispetto a quelli che dovrebbe fornire per contratto, a tutta la platea di lavoratori.
Sono 52 le settimane contributive, secondo il contratto e secondo il reddito degli addetti multiservizi, ma l’impresa, come si può verificare dagli estratti Inps dei diversi dipendenti, versa contributi per meno della metà. Un addetto 62enne e con 43 anni di contribuzione potrebbe già pensionarsi, ma per via dei buchi contributivi causati dalle due aziende, perderebbe circa 300 euro mensili dalla sua pensione.
“È una truffa per pagare meno tasse, da tre anni l’azienda commette errori voluti nelle buste paga, errori nella trasmissione dei contributi all’Inps. I giovani assunti vengono sfruttati e sottopagati, discriminati con turnazioni indegne e massacranti, con la complicità dei sindacati rsu presenti in cantiere, che tacciono per alcune avvenute assunzioni. Anche la Fpt-Cnh fa orecchie da mercante”, spiegano.
Oltre il 40% del personale è over 50 e ha ormai circa 5 decreti ingiuntivi a testa. “Dobbiamo fare dei decreti ingiuntivi per veder riconosciuti i nostri diritti”, dicono con rabbia. I lavoratori più adulti ovviamente sono più sensibili ai tagli contributivi che stanno subendo, laddove i giovani invece sono quasi inconsapevoli di ciò che li attende. I nuovi assunti hanno infatti dei contratti part time. Vale la solita regola italiana: le 16 ore scritte nel contratto diventano 40 di norma nello stabilimento. Ma la paga è quella del part time. “Se vuoi lavorare sono questi i patti, è uno schifo, ci sono ragazzi che devono lavorare a chiamata. Anche un solo rifiuto, fa perdere il posto”, concludono.