I cerealicoltori pugliesi potranno contare su un ulteriore sostegno voluto dal ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Il valore del pagamento accoppiato previsto dalla Politica Agricola Comune (PAC) in favore del grano duro viene incrementato così come per la barbabietola da zucchero ed il riso. Una decisione che questi comparti del primo settore attendevano in quanto il sostegno riguarda prodotti particolarmente esposti alla concorrenza internazionale. Per il frumento duro si passerà, pertanto, dagli attuali 80,7 euro ad ettaro a 100 euro, con un incremento di quasi il 25%; il riso passerà da 96,7 a 150 mentre per lo zucchero si passa da 443,7 a 600 euro per ettaro. L’importo definitivo dipenderà dalle superfici ammesse a contributo, con fluttuazioni che in genere non superano i 3 euro in più o in meno. I soldi per finanziare questo aumento saranno presi dallo 0,9% del pagamento di base.
“L’incremento del sostegno accoppiato ha come obiettivo quello di dare coraggio agli agricoltori affinché assumano impegni sempre più incisivi relativamente alla sostenibilità dei loro processi produttivi – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura della Camera – Ciò rappresenta il modo per differenziare le nostre produzioni d’eccellenza, migliorandone la competitività sui mercati. Soprattutto per il comparto cerealicolo che attende l’istituzione della Commissione Unica Nazionale (CUN) sul grano duro nel capoluogo foggiano con la quale si potrà finalmente dare valore e reddito alle coltivazioni di qualità. Apprezziamo l’interessamento e lo sforzo del ministro Centinaio per l’incremento dell’aiuto accoppiato – conclude L’Abbate (M5S) – ma auspichiamo che rappresenti solamente il primo passo del rilancio del settore cerealicolo perché, comunque sia, la strada da seguire è quella relativa ai contratti di filiera ovviamente redatti in modo tale che siano vantaggiosi sia per l’agricoltore sia per le imprese di trasformazione. Con l’obiettivo di sostenere davvero l’agroalimentare italiano e ridargli ulteriore slancio”.
Sul punto è intervenuta Confagricoltura, commentando positivamente il provvedimento: “L’aumento di valore del pagamento accoppiato agli agricoltori del frumento duro, della barbabietola da zucchero e del riso porta in dote soprattutto agli agricoltori foggiani una risorsa insperata per mitigare le incertezze del momento che attraversa il mercato del grano duro”. Entrando nel merito dell’incentivazione al reddito degli agricoltori, il pagamento accoppiato del grano duro – la coltivazione che riguarda principalmente la provincia di Foggia – potrà giovarsi di una ripartizione media di circa 100 euro a ettaro con una crescita ulteriore su grano duro, che compie un balzo dai 60 euro a ettaro di due anni fa, agli 80 euro di quest’anno ai 100 che gli agricoltori intascheranno durante la prossima campagna di produzione e raccolta.
“Si tratta di un grande motivo di soddisfazione per la parte agricola – commenta Nicola Gatta, presidente nazionale della federazione di prodotto Grano duro di Confagricoltura – a conferma dell’attenzione nei confronti di alcuni areali particolarmente vocati alla produzione del grano duro qual è quello della provincia di Foggia che senza questa coltivazione difficilmente possono essere ricollocati su altre coltivazioni. Stiamo comunque parlando di un aumento non di grandissimo valore per gli agricoltori che devono fronteggiare l’aumento smisurato in alcuni casi dei costi di produzione. Ma vogliamo sottolineare l’attenzione riposta sulla coltura del grano duro. Ci aspettiamo adesso anche risultati tangibili sui contratti di filiera che proprio quest’anno hanno conosciuto una rilevante attenzione da parte dei produttori foggiani”.
Confagricoltura condivide la necessità manifestata da molti produttori di incrementare la produzione di grano duro. “Per far questo – rileva ancora Gatta – sarebbe auspicabile un incentivo delle produzioni inserito nella programmazione della futura Politica agricola comunitaria, unico modo a mio avviso per cercare di incrementare la produzione di grano duro. Siamo ancora fin troppo importatori di materia prima, esportiamo tanto prodotto finito. Un gap da ridurre: produciamo 4 milioni di tonnellate di grano duro, esportiamo 6 milioni di tonnellate di pasta. I maggiori aiuti sull’accoppiato permetterebbero non solo di aumentare il valore del premio accoppiato, ma di produrre più grano duro di qualità. L’agricoltore oggi ha la necessità di coprire i costi di produzione a fronte di un mercato che non remunera adeguatamente il raccolto. In un momento in cui si discute la nuova PAC dovremmo parlare di una nuova programmazione che rimetta al centro il grano duro. Dobbiamo mettere sempre più risorse economiche sulla produzione di grano duro con dei premi accoppiati molto importanti. Accogliamo con soddisfazione i segnali di questo risveglio”.