Non bastava l’ex consigliere Benedettino Marciano– che quotidianamente su una pagina social dedicata spulcia le carte amministrative- ad ostacolare la governance dell’Asp Zaccagnino di Patrizia Lusi, ci si è aggiunto anche il suo partito, il Pd, che critica aspramente l’operato della dirigente dem, legatissima al Governatore Michele Emiliano (entrambi nella foto in alto in occasione della festa di Capocanale).
Negli ultimi mesi molti ambienti sannicandresi vicini ai 37settisti (quegli agricoltori che avevano contratti rinnovabili di fitto nei terreni dell’Asp, sfrattati ai tempi di Michele Di Bari) avevano tentato di rovesciare il contratto di filiera stipulato direttamente dalla ASP Zaccagnino con il Gruppo Casillo. La convenzione secondo alcuni sarebbe illegittima, perché sottoscritta senza nessun bando di gara. Lo stesso Marciano aveva contestato la delibera del CdA datata 16.04.2018, nella quale si approvava il conferimento della produzione di grano duro della corrente annata agraria e delle due prossine annate agrarie alla filiera grano duro pugliese 100% impartendo agli uffici il compito di espletare la gara. ”Alla indicenda gara in tal senso”, si leggeva nel testo. Poi in maggio invece venne l’accordo, col disciplinare con Coldiretti, Regione Puglia con un impegno a conferire il grano al Gruppo Casillo di Corato.
Ebbene, oggi il Pd proprio partendo dal contratto comincia ad insidiare Lusi, che abbiamo contattato per una replica, ma la presidente rimette la risposta al solo Governatore Emiliano: “Il Cda dell’Asp Zaccagnino non risponde ai singoli partiti ma agisce in autonomia seguendo le linee programmatiche della Regione Puglia”, si limita a commentare.
Ma andiamo al documento dem sannicandrese. Eccolo.
“Dopo due anni di gestione Lusi della ASP Vincenzo Zaccagnino, il PD San Nicandro Garganico tira le somme e prende spunto dalla Festa del Capocanale, celebrata lo scorso 20 luglio alla ASP Zaccagnino, per fare il punto della situazione- si legge nell’esordio di un lungo comunicato stampa- Un evento in cui, nonostante la presenza del presidente Michele Emiliano, era assente tutto il territorio del bacino intercomunale a cui la ASP fa riferimento. Con l’attuale presidenza è cambiato ben poco e la politica è portata a chiedersi se la gestione dell’ente debba essere finalizzata esclusivamente a far quadrare i conti e fare profitto, oppure se, affianco ai ricavi, debba pensare ad un progetto di sviluppo del territorio condiviso con gli attori locali. Già lo scorso 11 settembre 2017 il PD cittadino presentava alla Presidente, e per conoscenza al Presidente della Regione Puglia Emiliano, all’assessore Regionale Piemontese e al segretario provinciale Azzarone, un documento di indirizzo politico, riguardante tutti i settori dell’ASP. Una sintesi delle esperienze e delle conoscenze maturate nel tempo, con vari input che i cittadini stessi ci avevano fornito, riguardante non solo lo sviluppo e la modernizzazione del comparto agricolo e del patrimonio in generale ma anche la crescita delle potenzialità assistenziali verso le fasce deboli. Il documento però non solo non è stato preso in considerazione, ma la Lusi lo ha criticato senza nemmeno entrare nel merito, utilizzando la stampa provinciale.”
Il Pd elenca tutti i suoi suggerimenti. “Sul patrimonio, atteso che riprendano al più presto i lavori in c.so Garibaldi, ad esempio, si era ravvisata la necessità di una maggiore visibilità dell’ente che passasse anche attraverso lo spostamento di alcuni uffici nel centro cittadino”, scrivono dal partito di governo regionale, all’opposizione a San Nicandro.
“Sul versante agricolo- aggiungono i dem- erano previste diverse azioni tra cui la diversificazione delle colture, il biologico, la trasformazione dei prodotti e la commercializzazione di un marchio, il recupero produttivo dell’uliveto, così come l’opportunità di fittare lotti di terreno più piccoli e per un tempo più lungo in modo da permettere anche ai piccoli imprenditori di poter partecipare ai bandi e altro ancora”. E non solo.
“Tra le varie richieste del Partito Democratico- si legge ancora- vi era la trasparenza anche nei metodi, a partire dalla scelta dei lavoratori agricoli, per i quali si chiedeva la fine di quella vecchia gestione padronale, legale ma politicamente inaccettabile nel 2018. “Così, assistiamo al rifiuto della stessa presidente nell’ultimo cda, nonostante gli impegni presi, della proposta fatta dal consigliere Sticozzi di istituire una graduatoria trasparente per i turnisti, con la giustificazione che il sistema a chiamata diretta usato sino ad oggi, sia invece trasparente e rispondente alle esigenze aziendali. Insomma una visione radicalmente differente da quella condivisa dal partito di appartenenza”.
La conclusione è amara. Il Pd sembra bocciare del tutto la gestione Lusi: “Stiamo constatando, tra le altre cose, che la sensazione generale tra la popolazione è che la ex Fondazione, oggi azienda di servizi alla persona, con la nuova presidenza si sia allontanata dai cittadini sannicandresi e dalla città nonostante le chiare volontà del testatore che ne restano la base e il fondamento. E a poco serve il perdurante assistenzialismo e i buoni mensa, senz’altro utili ma a breve durata, per far sentire il territorio beneficato da quell’Ente. Occorre un cambio di passo e una condivisione delle scelte: la presidente Lusi non può non avvertire il disagio di un isolamento sempre più evidente. Noi, da sannicandresi, lo avvertiamo tanto e non possiamo subire supinamente questo dirottamento della Zaccagnino verso i lidi foggiani e baresi”.