17 voti a favore per il rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario del 2017 del Comune di Foggia quest’oggi in seconda convocazione. Un “atto notarile” secondo alcuni maggiorenti della maggioranza Landella, dopo il passo falso della prima convocazione, quando la coalizione del sindaco sembra abbia avuto qualche fibrillazione di troppo per delle mancate assunzioni richieste nel verde e per delle ventilate nomine tecniche per degli adeguamenti sismici non condivise dentro Forza Italia.
“Ancora adesso gli eletti si accorgono che c’è stata un’occupazione quasi militare da parte del sindaco, che tutto decide e tutto approva o disapprova: molti consiglieri temono che gli assessori, forti delle loro deleghe e di questo stretto rapporto di fiducia, potranno avere vita facile nella prossima campagna elettorale a differenza di chi siede nei banchi in aula. Il loro dramma è tutto qui, nell’angoscia del rischio di non essere riconfermati”, spiega un osservatore del consiglio comunale. Ogni assessore è un piccolo partito personale. Da Antonio Bove a Ciccio D’Emilio, passando per Francesco Morese ed Erminia Roberto. Senza dimenticare il giovane Claudio Amorese, reduce dal successo della festa della birra e dai buoni uffici con forze dell’ordine, magistratura e Prefettura per la gestione della videosorveglianza e dell’abusivismo al Parco San Felice, o l’amata Anna Paola Giuliani, che è sì sanseverese, ma ha ormai una sua potenziale platea elettorale importante a Foggia. Solo Claudia Lioia, moglie dell’avvocato Michele Curtotti, potrebbe essere disinteressata alla politica.
Dalla relazione del collegio dei revisori al rendiconto emergono luci e ombre della gestione finanziaria comunale. Anzitutto sulla tempestività dei pagamenti. Se nel 2014 il Comune pagava a 171,58 giorni il tempo di attesa per i fornitori si era ridotto a soli 35,5 giorni nel 2015 quando era arrivato il fiume di denaro del Salva Enti. Il dato però è aumentato nel 2016 arrivando a 60,73 giorni fino ad 86,43 giornate lavorative nel 2017.
Tale incremento è da imputare, secondo il collegio, prevalentemente al pagamento di una mole considerevole di fatture riferite ad utenze e più precisamente a forniture elettriche ed idriche risalenti agli anni 2015-2016. È migliorato nettamente lo score della fase di accertamento e riscossione. Le entrate per l’Imu sono aumentate nel 2017 di ben 3.864.978 euro rispetto a quelle dell’esercizio del 2016 fermo a 25.868.886 euro rispetto ai 29.733.864 euro del 2017. La Tasi è aumentata di 550mila euro, mentre la Tari ha ottenuto nel 2017 un +321mila euro circa rispetto al 2016.
Nel corso della discussione molti consiglieri di opposizione hanno avuto parole molto dure per l’amministrazione Landella, che ormai appare di certo destinata all’epilogo. Gli stessi consiglieri di maggioranza stanno tentando di sfilarsi dalla morsa del primo cittadino.
“Il bilancio dovrebbe essere un documento condiviso, dispiace vedere che l’argomento ricade in un momento delicato dal punto di vista politico – ha rimarcato il capogruppo dei Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero -. Questo consiglio non ha potuto discutere della società di riscossione e dispiace leggere il provvedimento che ha colpito il nostro responsabile finanziario. Il problema non sono le poche risorse umane, questo Comune funziona sulla buona volontà di 1/4 del suo personale, gli uffici sono disarmati. Questo Comune non è nelle condizioni di compiere i regolari atti e funziona col criterio finanziario: la volontà politica è deficiente. Ho inoltrato una missiva sul funzionamento delle partecipate. Prima finisce questa esperienza e meglio sarà per la città, questa amministrazione non ha più nulla da dire. Non ha un quadro del patrimonio, occupiamoci del patrimonio e delle utenze, ci sono negozi di abbigliamento, case private che ancora beneficiano della bolletta idrica pagata dal Comune. Siamo a Lifo o a Fifo? Su quali basi scegliamo delle associazioni invece di altre? Mi risulta che una associazione in Via Petrucci vicina a Saverio Cassitti sia in uno stabile comunale e non paghi le utenze: sto vedendo troppi 730 che camminano in quella associazione, i 730 si fanno nei Caf e non nei locali delle associazioni. Per poter mettere le commissioni negli sgabuzzini abbiamo speso migliaia e migliaia di euro e poi dobbiamo subire le campagne di qualche politico pentastellato. I consiglieri sono l’ultimo baluardo per questo ente: la spesa per i consiglieri è un baluardo di democrazia e di controllo. Da questi banchi è stata sollevata qualche parola di verità ma essere additati come l’elemento di stortura dell’ente non è accettabile”.
Pasquale Cataneo dal suo canto, prima di abbandonare l’aula insieme al collega Nicola Russo per protesta contro chi dall’alto dei suoi 15mila euro crocifigge i consiglieri comunali, ha evidenziato tutti gli atti mancati dall’amministrazione. “Il regolamento del verde recita che quando si abbatte un albero deve essere sostituito da una nuova piantumazione. Cosa rispondere quando i cittadini ti mettono di fronte a queste verità, se in commissione ambiente e territorio nessuno ci ha comunicato dell’abbattimento dei pini in Viale Michelangelo?”.
Proteste vibranti anche da parte di Vincenzo Rizzi: “Cosa costava avere un minimo di educazione istituzionale sulla piazzetta dei pini? Gli stessi uffici avevano modificato quel piano, ma c’è la volontà di non trasmettere gli atti alle commissioni. Ma cosa votiamo a fare se quello che deliberiamo non ha nessun valore? Perché sullo stadio il segretario generale non è intervenuto per dire che quella vicenda era competenza della Giunta? Abbiamo deliberato che sul contratto definitivo avremmo dovuto discutere, ma ad oggi nulla è mai arrivato. Tutto questo svilisce il ruolo di consiglieri comunali”. Stesso tono dal capogruppo del Pd Augusto Marasco: “La conduzione dirigistica di questa amministrazione passa su tutto anche sulle regole scritte da regolamenti e statuti. L’art 23 bis prevede che annualmente in sede di approvazione del rendiconto il sindaco presenti lo stato di attuazione delle linee programmatiche, siamo al IV rendiconto e ad oggi al di là delle informazioni di carattere pubblicitario con il magazine distribuito dal sindaco il luogo di discussione deputato e cioè l’aula non ha avuto la possibilità di dibattere sulle linee di mandato. Ancora una volta viene convocato il Consiglio senza prevedere quanto scritto nello statuto. Parto da questo elemento perché oramai ad un anno dalla fine consiliatura siamo al paradosso. È una lenta agonia, nonostante siano arrivati a supporto della maggioranza 3 elementi della minoranza salta la prima seduta di ogni ordine del giorno. Si è aperta anche una frattura con la tecnostruttura, la politica non ha avuto neanche il garbo di giustificare i suoi atti, i dirigenti lavorano in ossequio di un deliberato di Giunta, sono aziendalisti e mi meraviglio che quest’amministrazione che più di ogni altra ha avuto aiuti e sostegno dalla tecnostruttura non abbia speso una parola al di là degli attestati dati in silenzio. Abbiamo vissuto i tradimenti delle mozioni: Modello Ercolano modello Foggia, mobilità, barriere architettoniche. Nulla è stato realizzato, ma non tarderà il giudizio dei cittadini. Il sentiment della città non coincide con quello che viene riportato al sindaco”.
A l’Immediato Marcello Sciagura, eletto con la civica di Marasco, “il pane e le rose”, conferma questo clima da fine impero. “4 anni di governo, per me sono stati nettamente negativi sotto vari aspetti. Questa amministrazione non ha dato quella svolta che aveva proposto in campagna elettorale e quei risultati che avrebbe dovuto dare alla città, che aveva la necessità di venire fuori da una situazione di notevoli sacrifici. Questa amministrazione non ha determinato quel cambiamento che tutti ci aspettavamo dopo l’arrivo dei fondi del Salva Enti”.
Da dentista affermato, Sciagura è schietto sulla sua esperienza consiliare. “Mi sento civico, perché i più grossi temi oggi non possono essere affrontati con una visione ideologica. I rifiuti, le strade, il lavoro non sono né di destra né di sinistra. Oggi direi che non sento il desiderio di ricandidarmi, la mia azione è stata volta al massimo impegno, ma con dei risultati veramente relativi, che non hanno soddisfatto le mie aspettative. Come eletto di minoranza ho presentato 7 mozioni e diverse interpellanze e interrogazioni insieme a Vincenzo Rizzi. 4 mozioni sono state approvate, ma mai realizzate, la situazione di delusione che un consigliere seppur di minoranza vive è enorme. Tutto questo mi porta ad allontanarmi dalla politica”.