La sanità privata della Capitanata non è mai stata così forte. Dopo l’operazione di acquisizione del Don Uva – un colosso con un fatturato di 80 milioni di euro ed oltre 2mila dipendenti – e la nomina di Potito Salatto al vertice regionale dell’Aiop (Associazione italiana ospedali privata) per il triennio 2018-2021, si sono delineati nettamente i perimetri del settore. “Devo ringraziare Paolo Telesforo per avermi sostenuto in questa battaglia”, ha presto commentato Salatto, quasi a voler comunicare un'”alleanza” che è ormai riconosciuta positivamente dagli altri competirors emiliani e laziali.
Questo avrà certamente un peso sul tavolo delle trattative con la Regione Puglia. Con un obiettivo prioritario: “Possiamo contenere una parte della massa di mobilità passiva, circa 200 milioni di euro, ma servono linee guida precise – afferma l”imprenditore che è già ricoperto l’incarico di vertice Aiop negli anni Novanta -. Non mi hanno mai considerato un moderato, ma anche negli anni della vicepresidenza ho cercato sempre un approccio razionale. E proprio per questo, non ho mai pensato che se il sistema pubblico va male, noi andiamo bene. Questo è un tema che bisognerà affrontare seriamente, perché da qui passa una parte importante del livello di benessere generale, sia economico che sociale. Pubblico e privato, assieme, devono garantire un livello adeguato di assistenza, per non fa maturare nelle persone l’idea che il privato sia economicamente avvantaggiato dalle difficoltà degli ospedali e delle Asl. Il nostro fatturato negli ultimi anni non è certo raddoppiato, ha avuto solo un lieve aumento fisiologico”.
Per Salatto, bisognerà ora potenziale le specialità che già caratterizzano i poli sanitari provinciali. “Per ‘trattenere la migrazione’ di pazienti in altre regioni, come ci viene spesso ripetuto, bisogna avere degli obiettivi chiari – chiosa ancora il chirurgo foggiano -. Detto in altri termini, la Regione deve consegnarci le risorse aggiuntive per l’aumento delle prestazioni, con gli adeguati controlli, indicandoci anche quali sono le priorità. Se, per esempio, ci viene detto che circa 5mila pugliesi obesi si recano nelle cliniche lombarde, noi dobbiamo avere le risorse per offrire prestazioni adeguate anche solo ad una parte di questo segmento. Altrimenti continueremo a fare ciò che abbiamo fatto con i limiti che continuiamo a scontare”.
Per la prima volta, afferma, “gli imprenditori sono coalizzati per migliorare la qualità complessiva dell’offerta”. Foggia gioca un ruolo decisivo nella partita, perché esprime un peso specifico che non ha nessun altro imprenditore pugliese. “L’imprenditoria pugliese merita di essere aiutata – commenta Salatto rivolgendosi al governatore Michele Emiliano -, noi siamo sul territorio e possiamo difendere meglio gli interessi della regione. Certo possiamo collaborare con gli altri operatori dell’Emilia e del Lazio, ma con chiarezza di obiettivi nel breve periodo. La mappa delle specializzazioni già esiste, sappiamo chi sa fare meglio cosa. Ora bisogna riattivare colloqui serrati con Confindustria e con gli enti religiosi, cercando di coinvolgere il socio-sanitario, area che però ha bisogno di operatori con determinate caratteristiche. Quanto alla collaborazione con il pubblico – conclude -, è possibile se gli interlocutori sono sicuri di sé e sanno qual è il destino delle aziende che governano. A Foggia un chiaro esempio è il dg degli Ospedali Riuniti, Vitangelo Dattoli“.