Gli indicatori del mercato immobiliare diffusi quest’oggi da Tecnocasa sembrano spiegare con numeri alla mano alcuni fraintendimenti recenti tra gli uffici dell’assessorato regionale all’Urbanistica e l’associazione di categoria Ance, rappresentata in provincia di Foggia dalla imprenditrice Annj Ramundo. In una riunione a Bari con Vincenzo La Sorella e il dirigente di origini foggiane Giuseppe Maestri a capo dell’ufficio tecnico dell’assessore Alfonso Pisicchio, il presidente regionale Ance Nicola Bonerva e il direttore generale Saverio Padalino con la delegazione foggiana hanno avanzato i loro dubbi sulla mole di appartamenti da costruire nei piani dell’housing sociale cittadino. 741 alloggi di cui 357 da vendere a prezzi calmierati per famiglie meno abbienti, per arginare il fenomeno dell’emergenza abitativa, sono diventati per i costruttori un peso insormontabile, anche alla luce di alcune defaillance di più di una cooperativa edilizia che ha già raccolto le quote, ma che al momento non ha la forza economica per affrontare la realizzazione di un manufatto, perché già oberata da flop degni dell’intervento della Procura della Repubblica (uno su tutti Isola Via Bari del Poggio Margherita, di cui abbiamo ampiamente raccontato).
Permangono grosse fette di appartamenti invenduti che non giustificano, secondo i costruttori più avveduti, nuove immissioni di case, anche laddove già programmate come per l’Housing Sociale, un piano che risale ormai a 10 anni fa. Il secondo semestre del 2017 ha visto le quotazioni invariate, un trend in atto da 2 anni a questa parte.
Il mercato risulta attivo e le richieste di immobili, sia di prima casa sia di investimento, sono presenti in città. Ma le zone con un trend positivo anche per il futuro, sono la Macchia Gialla e il Tribunale. Zone che in questo momento sono lontane dai piani Housing e che presentano il forte dinamismo privato e la concorrenza degli investimenti di Gino Boscaino con i suoi 4 palazzoni nel primo lotto del Comparto 28, unico ad essere autorizzato per via di un ricorso vinto al Tar. Tutti gli appartamenti con vista bar Terzo Millennio sono stati già venduti sulla carta, con i primi compromessi. C’è da ultimare solo la pratica dei mutui ipotecari, come hanno confermato i dirigenti Tecnocasa.
Qual è il vulnus? Da un lato l’assessorato di Ciccio D’Emilio e l’amministrazione Landella, che in questi anni hanno fortemente sollecitato l’approvazione finale dell’Housing sociale, dall’altro i palazzinari col freno a mano tirato. Ma qual è il reale fabbisogno di case? Chi conosce i numeri della conservatoria del catasto, sa che non si batte chiodo, la città sta perdendo popolazione. È per questo che la Regione Puglia ha inviato una lettera al Comune di Foggia per chiedere lumi, dal momento che dalla riunione avuta con Ance era sembrato che il fabbisogno abitativo fosse pari a zero o quasi. Una comunicazione “irrituale ed irresponsabile” secondo gli esperti di urbanistica locale che da sempre legano i loro destini ai costruttori, ma che rende bene l’idea dello stato dell’arte. Oggi molti imprenditori edili sono alla ricerca di altre soluzioni per rimettere in moto il comparto che più soffre dal 2008. Vi sono interi quartieri degradati, con edifici degli anni Cinquanta, che potrebbero essere rivitalizzati. La rigenerazione urbana è solo uno degli obiettivi dei palazzinari, ma tanti mirano anche al rent to buy. “Se un imprenditore vuole rischiare nel costruire un palazzo è un affare privato. Risolvano pure il problema dell’invenduto, purché questo sia a costo zero per il Comune di Foggia”, osservano fonti interne all’amministrazione comunale.