Si terrà oggi alle 19 a Mattinata l’atteso incontro voluto dal parroco cittadino, don Luca Santoro sullo scioglimento per mafia del comune garganico. Appuntamento presso il salone parrocchiale della Chiesa Abbaziale – Parrocchia “Santa Maria della Luce”, titolo dell’evento: “Prospettive future – Lo scioglimento del consiglio comunale e l’impegno della comunità”. Si tratta di un incontro pubblico durante il quale è previsto l’intervento di Vincenzo Muscatiello, avvocato e professore di Diritto penale all’Università di Bari. Sarà un’occasione ghiotta per “risvegliare le coscienze”. Questo, almeno, l’obiettivo del parroco, intenzionato ad entrare nel merito della questione anche per dipanare la confusione che la popolazione tende a fare tra la parola mafia (organizzazione criminale retta dall’omertà e regolata da riti) e Cosa nostra, organizzazione criminale con specifico radicamento sul territorio.
Nel frattempo, però, si continua a parlare del servizio di venerdì scorso di TV7 su Rai 1 e delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco, Michele Prencipe e dal segretario del Pd, Francesco Santamaria. Entrambi fanno ancora fatica ad utilizzare il termine “mafia”, preferendo aspettare il “bollo” del tribunale su alcuni dei processi riguardanti la criminalità garganica, mostrando, di fatto, poca lungimiranza e arida dirigenza amministrativa. Santamaria, in particolare, ne fa una semplice “questione nominalistica” nonostante lui stesso sia stato vittima di estorsione negli anni scorsi nell’ambito dell’operazione “Età Moderna”, messa a segno dai carabinieri. All’epoca fu sgominata un’organizzazione criminale dedita al racket, riconducibile al sodalizio criminale dei Romito, lo stesso gruppo di cui fa parte Francesco Scirpoli, fratello dell’ex segretario del Pd locale, predecessore proprio di Santamaria.
Nella relazione del prefetto si parla apertamente dei clan Libergolis, Romito e dei parenti di questi ultimi che oggi guidano gli affari illeciti a Mattinata e in tutto il litorale. Ma anche questo sembra non bastare. A TV7 Prencipe e Santamaria hanno ammesso di voler aspettare le sentenze dei giudici prima di trarre conclusioni. Ma la politica non dovrebbe, per questioni di etica, anticiparle così da evitare imbarazzi? D’altronde non sono mancati i casi in tutto il territorio nazionale. Tra gli ultimi quello del grillino Andrea Greco, candidato col M5S ma nipote del killer di camorra, Sergio Bianchi. Polemiche nei mesi scorsi anche in Sicilia per la candidatura di Riccardo Pellegrino, sempre M5S che ha un fratello sottoposto a processo perché considerato personaggio di rilievo di Cosa nostra. E non si parla di una sentenza passata in giudicato.
Le recenti operazioni sul Gargano, “Età Moderna” e “Ariete” hanno dimostrato senza ombra di dubbio la presenza di una malavita ben organizzata e strutturata, non episodica. A questo vanno aggiunti i casi di lupara bianca e tutte quelle famiglie che sperano ancora di conoscere la verità sulla sparizione dei loro cari. La parola mafia resta invece ben chiusa nei cassetti della politica locale. Santamaria, piuttosto che affrontare di petto quanto sta succedendo, si dedica alla pubblicizzazione delle sue attività economiche su un giornale locale, annunciando l’apertura di un hotel a 4 stelle.