“Non abbiamo elementi per dire cosa farà la Coop in Puglia, a tutt’oggi non abbiamo dati”. Alfredo Romagno, segretario della Filcams Cgil Foggia è molto trasparente a l’Immediato sul pericolo che la Coop possa decidere di chiudere l’ipermercato del GrandApulia, dove lavorano 50 unità, già trasferite dal punto vendita della Mongolfiera. Questi lavoratori, se il colosso della GdO italiana cooperativistica dovesse decidere di dismettere lo spazio, sarebbero considerati “persone in esubero”, perché individuate dalla dirigenza locale come unità produttive del GrandApulia e non unità Coop dentro il bacino di 1500 lavoratori pugliesi da riorganizzare nei diversi ipermercati di Puglia e Basilicata. I lavoratori della Coop GrandApulia fanno parte di un’unica unità produttiva foggiana, quella di Coop Mongolfiera. Il sindacato e in particolare la Cgil che conta la quasi totalità degli iscritti tra il personale, si batterà nella riunione ufficiale del 24 maggio, che sarà preceduta da un’assemblea dei lavoratori il prossimo 12 maggio e da un incontro non ufficiale con l’azienda il 17 maggio.
Il 5 maggio scorso in un incontro nazionale con i sindacati la Coop ha fornito alcuni numeri nazionali. Sono 24 a livello nazionale gli Iper a rischio e il GrandApulia è uno di questi. Il gruppo ha 50 milioni di perdite In Italia, di cui ben 8 milioni solo in Puglia, dove il calo delle vendite è risultato più accentuato per una competizione più forte rispetto ad altre regioni da parte dei discount Eurospin, MD, Penny Market e Lidl. La competizione di prezzo, che pure Coop ha abbracciato da anni prepotentemente sui suoi scaffali con le linee “Primi Prezzi” e “ad 1 euro”, non ha risollevato le vendite.
Conad supera Coop per incassi della rete vendita, mentre secondo l’ultima indagine dell’Area Studi di Mediobanca (relativa alle performance registrate nell’ultimo anno fiscale disponibile, in raffronto, per quanto riguarda i maggiori gruppi italiani, al quinquennio 2012-2016, e al triennio 2014-2016 per le insegne alimentari internazionali), Esselunga si conferma anche nel 2016 l’insegna leader della Gdo alimentare italiana sotto il profilo dell’efficienza e della redditività al mq, realizzando vendite pari a 16 mila euro/mq, contro i 6,4 mila euro medi del panel italiano. A seguire, con 6.729 euro al mq, l’universo Coop, entro il quale si segnalano i 13.640 euro/mq di Unicoop Firenze, il punto vendita più redditizio.
Come si sa, la crisi della GDO è generale e ha molte cause: dall’ipertrofico proliferare dei punti vendita all’esplosione dell’hard discount. Dal cambiamento dei gusti di una parte dei consumatori che son tornati ai mercati di prossimità alla contrazione dei consumi, più forte al Sud. Gli ipermercati pugliesi sono molto al di sotto della media Coop. Il calo foggiano, spiegano dalla Cgil Foggia, si registra nonostante le aperture domenicali. Anzi la liberalizzazione ha influito negativamente. Al GrandApulia la superficie food è aperta praticamente tutto l’anno, ma lo stesso avviene anche in città: anche le bandiere Lidl e Penny restano sempre aperte al consumo.
“50 lavoratori si sono sacrificati andando a lavorare a 15 km da Foggia, la spesa è tutta a carico del dipendente. Sono persuaso del fatto che la Coop è stata aperta in zona Asi per evitare di avere un altro competitor, come ad esempio Auchan. Che fosse una cattedrale nel deserto, era chiaro a tutti sin dall’inizio”, prosegue Romagno. Alcuni ritardi del GrandApulia inoltre non aiutano, benché qualcosa sia cambiato con l’apertura del secondo casello autostradale e del CineVillage: l’area, purtroppo, sottolinea il segretario Cgil, non è ancora diventata il Retail Park annunciato. La presenza del Decathlon o di altre insegne dentro il parco commerciale potrebbe modificare le scelte di Coop, perché il GrandApulia diverrebbe un’area terziaria a tutti gli effetti come Molfetta.
Ma Sarni e la Svicom possono consentire che Coop chiuda? Non sarebbe un danno di immagine enorme per la proprietà perdere la zona dell’ipermercato? “Non abbiamo notizie. Sarni è una saracinesca, elude qualsiasi tipo di confronto con i sindacati. Non abbiamo nessun dato sulla Coop del GrandApulia, c’è un lato oscuro in tutta la vicenda”, conclude Romagno.
Non mancano situazioni critiche anche nei negozi della galleria dove molti brand praticano una grande libertà nei contratti a tempo determinato e nell’elusione dell’articolo 18. Il turn over tra i lavoratori e le lavoratrici, tra i commessi e le commesse, è elevatissimo.