Dopo l’incontro tra il presidente della Camera Roberto Fico e il numero uno dell’Inps Tito Boeri molti politici con vitalizio, compresi gli ex consiglieri regionali pugliesi e baby pensionati, cominciano a tremare. L’economista Boeri è da sempre un grillino ante litteram e ha sottolineato che vitalizi e altri privilegi che i politici si sono “regalati” come i contributi figurativi costano oltre 150 milioni di euro alle casse dell’Inps e dello Stato. Si sta lavorando a depennare tali “diritti acquisiti” relegando la norma ai soli vitalizi politici affinché non si crei il precedente che tanto ha allarmato, strumentalmente, molti parlamentari della scorsa legislatura, con Cesare Damiano in testa. Il principio della legge sul tema presentata dal Movimento 5 Stelle, con il ricalcolo coerente col metodo contributivo, è semplice: “la pensione è un diritto da garantire a tutti mentre il vitalizio è un insostenibile privilegio di pochi da abolire”.
Al 30 aprile 2016, erano 209 i beneficiari, divenuti 206 dall’ultimo report, di un vitalizio regionale (comprese le vedove di ex consiglieri regionali con reversibilità). E il vitalizio regionale, rispetto alle altre pensioni a carico dello Stato, arriva ad erogare fino a 6 volte i contributi previdenziali versati dal beneficiario o dall’ente statale.
Per percepire 8.215,68 euro lordi al mese, a un consigliere regionale bastano 10 anni di attività politica. Tanti ne sono bastati all’esponente sanseverese di Alleanza Nazionale Armando Stefanetti o all’ex presidente della Fondazione Foa Sabino Colangelo.
Per ricevere un bonifico da 11.034,60 euro lordi al mese bastano 15 anni di consiglio regionale, come accade ad un altro ex An, il cerignolano Roberto Ruocco.
Solo, si fa per dire, 4.052,73 euro lordi al mese per un consigliere regionale con soli 5 anni di presenza in Via Capruzzi, come ad esempio Alba Sasso.
Sono sotto i 4mila euro altri politici come Oronzo Orlando o Anna Nuzziello.
Per i vitalizi della Camera il M5S punta a intervenire innanzitutto sul pregresso. Sono ben 2.600 gli assegni tra i 2mila e i 10mila euro percepiti dal totale di ex parlamentari o dalle loro vedove/i che costano, secondo i calcoli dell’Inps, circa 193 milioni di euro ogni anno. Con il ricalcolo si abbatterebbero circa 76 milioni, pari a 380 milioni in una legislatura.
Se la legge nazionale andrà in porto, così come si è impegnato a calendarizzarla Fico, anche le regioni dovranno adeguarsi, senza eccezione per la Puglia, dove secondo i calcoli dell’Ufficio Economato del Consiglio Regionale Puglia, si risparmierebbero 10 milioni di euro annui, passando dagli attuali 15 milioni di euro annui a soli 5 milioni di euro annui. La proposta è netta: un consigliere che ha fatto due legislature, beneficiario oggi di 8.215,68 euro lordi al mese, percepirebbe 2.665,79 euro lordi.
Un consigliere che ha fatto la V, la VI e la VII legislatura e che attualmente percepisce, come Michele Bellomo o Gaetano Carrozzo o Giorgio Bertone, 11.034,60 ne riceverebbe meno della metà con un assegno di 4.704,9 euro. Con la legge attuale i nuovi vitalizi sono stati aboliti. Tuttavia la proposta presenta ulteriori risparmi.
Amministrative
Intanto i pentastellati locali si preparano alle competizioni elettorali. Ieri la consigliera regionale Rosa Barone insieme al collaboratore Mario Furore è stata a Pietramontecorvino, dove si attende l’ok per la certificazione della lista presentata e dove sono candidati due big della politica come il sindaco uscente Raimondo Giallella e l’altro ex sindaco, amatissimo, Rino Lamarucciola. Oggi ci sarà un incontro a Bovino, dove pure si è in attesa della certezza del simbolo sulla lista.
Si lavora invece alacremente sulla lista foggiana. Il ritorno del sindaco Landella viene reputato un vantaggio sia tra i civici di Leo Di Gioia sia soprattutto per il M5S dal momento che un governo del primo cittadino allontana la possibilità per il centrodestra di riorganizzarsi con efficacia. Cosa che sarebbe stata più semplice con un commissario. “Gli avversari del centrodestra sperano in loro nuove zuffe, che non possono certo essere cancellate da periodici propagandistici”, spiega un osservatore della politica.
1 foggiano su 2 ha votato Movimento 5 Stelle lo scorso 4 marzo, questo dato è un grosso onere oltre che onore. In tanti si chiedono se l’apertura alla società civile effettuata per le candidature nei collegi uninominali dal capo politico Luigi Di Maio diventerà prassi anche per i candidati sindaci delle grandi città, posto che né a San Severo né a Lucera né tantomeno a Foggia, dopo le divisioni del 2014, ci sono rappresentanti pentastellati nei consigli comunali.
Ebbene, secondo quanto spiegano dallo staff a l’Immediato, sarà il gruppo a decidere. L’importante è che al momento della presentazione della lista tutti i candidati, compreso il candidato sindaco, siano iscritti.
Gli aspiranti dovranno essere iscritti, accettare lo Statuto e il Codice Etico dell’Associazione MoVimento 5 Stelle e condividerne totalmente il suo contenuto, accettando il “Regolamento per le Elezioni Amministrative”.
Ogni candidato deve impegnarsi a restare iscritto all’Associazione MoVimento 5 Stelle, con sede in Roma, via Nomentana 257. Ovviamente non deve avere carichi pendenti, ma per le amministrative ci sono requisiti meno stringenti di quelli attuati per le Parlamentarie, per le quali si andava a ritroso nella storia politica di ciascuno fino a prima del 2013. Nel caso delle amministrative a ciascun candidato pentastellato basterà non aver partecipato alla competizione elettorale comunale precedente in una lista contro il M5S. Per assurdo l’ex sindaco Gianni Mongelli potrebbe non essere filtrato secondo questa regola e riciclarsi nel Movimento.
Nella sede della ex Singer si discute molto. Chi potrebbe essere il candidato sindaco ideale? Mario Furore molto apprezzato si sente ancora troppo giovane per la sfida di un Comune così difficile, raccontano alcuni attivisti. Potrebbe accettare la candidatura solo se non vi fossero alternative più forti. Serve qualcuno dal profilo autorevole che sappia reggere una città come Foggia. Non è escluso che ci si possa rivolgere all’esterno pescando dei pentastellati di nuovo conio. Così come non è escluso che il gruppo della Singer potrebbe promuovere una persona giovane che se la senta di intraprendere il percorso sindacale.
“In questo momento a Foggia il gruppo è compatto ed è quello che si riunisce in Via Arpi e che finalmente raccoglie tutte le anime del M5S, da Franco Cuttano fino al meetup che ha sempre lavorato sulle dinamiche comunali come gli Attivisti di Marco Papicchio o Risveglio Civile che ha espresso Rosa Barone e Marco Pellegrini. Le varie anime unite decideranno tutte insieme chi candidare nella lista dei 32 e chi sarà il candidato sindaco”, rimarcano alcuni attivisti esperti.
Con una lista unica e condivisa anche le Comunarie e il responso degli iscritti sarebbe superfluo.