Ulteriori sviluppi, ieri, nella vicenda che riguarda l’ipotetico insediamento Energas a Manfredonia. I funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria- Trani e Foggia, infatti, hanno ricevuto, dai rappresentanti del CAONS (Comitato Associazioni Operanti Nel Sociale), 76 frammenti ceramici provenienti da una raccolta fortuita avvenuta nel luogo dove potrebbe sorgere il deposito costiero di GPL: Santo Spiriticchio. Al contempo, i funzionari sono stati invitati dall’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore all’Ambiente, Innocenza Starace, ad effettuare un prossimo sopralluogo in loco per verificare direttamente la presenza dei reperti nella zona in questione.
Il CAONS aveva chiesto alla Sovrintendenza di poter consegnare loro i reperti ceramici ritrovati e, a tale richiesta, si era aggiunta l’attesa dell’Amministrazione perché i funzionari del Ministero potessero ancheverificare di persona la presenza, a Santo Spiriticchio, di ulteriori testimonianze storiche. La Sovrintendenza, infatti, aveva comunicato che era il caso di “contattare il funzionario responsabile per il territorio di Manfredonia e concordare una data” al fine di “effettuare, contestualmente alla consegna, un sopralluogo congiunto per meglio identificare il luogo del rinvenimento”.
Non è stato proprio così, almeno non ieri, considerato che i funzionari della Soprintendenza, cioè la responsabile del procedimento, Donatella Pian e Italo Muntoni, hanno preso in consegna il materiale rinvenuto, senza esitazioni e identificandone già alcuni come di età romana, ma non hanno dato seguito all’auspicato sopralluogo, in virtù dell’assenza della controparte (leggasi Energas) che detiene la proprietà del terreno dove sarebbero stati rinvenuti i reperti ceramici. Frammenti che risultano ben più grandi nelle dimensioni, comunque, di quelli repertati dalla perita di parte Energas, nella sua ricognizione avvenuta tempo fa, quando aveva verbalizzato che non era stato rinvenuto nessun reperto archeologico inceramica, ma “solo frammenti ceramici acromi, molto fluitati (che sono stati trasportati da correnti d’acqua, NdR) e di piccole dimensioni (massimo due centimetri)”.
Starace, presente a Santo Spiriticchio per interloquire con i funzionari della Soprintendenza, è riuscita a venire fuori dall’impasse creatasi per il mancato sopralluogo. In che modo? E’ stato chiesto e ottenuto che fosse inserito, nel verbale di consegna dei frammenti rinvenuti, anche la nota con la quale l’assessore all’Ambiente dichiara che “ritiene opportuno un sopralluogo – ispezione congiunto al fine diverificare la presenza nell’area di reperti archeologici, onde valutare la assoggettibilità a vincolo dell’area, nel contraddittorio con i proprietari dell’area”.
I rappresentanti della Soprintendenza ne hanno preso atto, riservandosi ogni determinazione successiva. “Il Comune di Manfredonia si sta occupando da tempo della questione Energas – fanno sapere da Palazzo San Domenico attraverso una nota stampa -. E non è una corsa a chi arriva primo, checché ne pensino alcuni, bensì un percorso collettivo per far rispettare il paesaggio del territorio che deve vivere il proprio futuro nelle proprie vocazioni”. La perentoria affermazione del sindaco, Angelo Riccardi, del marzo 2015, “L’Amministrazione di Manfredonia non consentirà mai attività produttive che siano nocive o che mettano a rischio l’incolumitàdelle persone”, fu seguita dall’altrettanto netta presa di posizione avvenuta pochi mesi dopo dinanzi ai vertici Energas, che avevano convocato i rappresentanti dell’Amministrazione e della coalizione di maggioranza perillustrare loro il progetto. A seguito di quell’incontro, il sindaco Riccardi aveva dichiarato che “l’insediamento del deposito di GPL desta allarme sociale, tenuto conto anche della storia economica delterritorio, che ha subìto l’industrializzazione forzata con la violazione delle vocazioni territoriali da partedello stabilimento di chimica di base che ha prodotto rischio per la salute e per l’ambiente, e inquinamentoche, ancora oggi, stiamo pagando”, evidenziando anche come “col recepimento del piano di gestione delle aree naturali SIC – ZPS e, successivamente, con l’adozione del documento programmatico preliminare per lavariante di adeguamento del PRG al nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR)”, fosse ulteriormente chiara la volontà contraria dell’Amministrazione comunale al riguardo dell’ipoteticoinsediamento Energas a Manfredonia.
Non pago degli atti adottati e della Conferenze di servizio succedutesi, il sindaco Angelo Riccardi si recò anche a Bruxelles per consegnare all’attenzione del Segretario generale della Commissione Europea una denuncia per presunta violazione, da parte dello Stato italiano, della Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. E la risposta di Ion Codescu, capo dell’Unità 1 – Implementazione Ambientale, non si fece attendere. “La Commissione è alcorrente del fatto che ci sono varie lacune e inefficienze nel sistema per la protezione della Rete Natura 2000 e, pertanto, abbiamo già inviato una serie di raccomandazioni all’Italia”, rispose Codescu, , rimettendo alla Regione Puglia “l’elaborazione delle misure di conservazione del sito, considerando gli impatti pregressi, presenti e futuri sulle attività ricadenti nel SIC, nonché l’eventuale degrado/sottrazione degli habitat naturalie degli habitat di specie causato da tali attività”.
Tornando ad oggi, invece, Starace conclude e commenta con moderata soddisfazione: “Sicura che la Sovrintendenza accolga la richiesta di sopralluogo congiunto che l’Amministrazione ha avanzato, ci auspichiamo che, all’esito dell’ispezione, si proceda con l’apposizione del vincolo archeologico nell’area in questione. In questo modo, quindi in autotutela, la Soprintendenza potrebbe riconsiderare il precedente parere positivo all’insediamento Energas”.