“Circolano tante notizie, posso dire che Emiliano sta riflettendo sulle varie ipotesi. L’anticipazione di una casella rispetto ad un’altra da parte nostra sarebbe scorretta. I partiti hanno fatto i partiti, il presidente sta considerando molti aspetti, anche il ritorno di Giovanni Giannini ai Trasporti”. È cauto a l’Immediato il capogruppo del Pd in Regione Puglia, Paolo Campo sul rimpasto di Giunta. Pino Romano per Liberi e Uguali, Ruggiero Mennea, Sergio Blasi e Giannini, questi i nomi possibili per ricomporre la squadra assessorile. Si parla anche del consigliere centrista Peppino Longo, che potrebbe sostituire Ruggieri, lasciando così un posto libero per un altro assessore esterno. Ma la scelta è nelle mani esclusivamente dell’Udc.
Con il consigliere di Massafra Michele Mazzarano, che come osserva Campo, “è finito in una gogna mediatica” ed è stato forse precipitoso nel dimettersi, e Donato Pentassuglia, che ha scelto di restare in aula, il Pd non ha molte opzioni. “Per noi del Pd il ragionamento è stato indotto dalle vicende ben note, non c’è stata una sfiducia rispetto ai nostri assessori. E gli amministratori si possono scegliere solo tra i consiglieri”, continua il capogruppo.
La provincia di Foggia conferma i suoi due assessori Raffaele Piemontese e Leo Di Gioia, quindi? “Ne abbiamo già due, perché dovrebbero andar via? Sono gli altri territori a non essere adeguatamente rappresentanti. Su Di Gioia c’è forse un accanimento da parte delle organizzazioni agricole e da parte di Coldiretti in particolare, ma il momento non è facile. Anche sulla Xylella c’era un piano dell’Unione Europea, oggi gli agricoltori vogliono i soldi per le perdite, i soldi del Psr. Ma cosa imputano all’assessore nessuno lo ha compreso. Si fa fatica a capirlo. Tre anni fa si disse di eradicare gli alberi, ma non hanno voluto farlo. C’ero in Consiglio, ho vissuto tutta la polemica, qualcuno avanzò altri metodi, venne una ricercatrice di Foggia. Oggi la Xylella sta arrivando a Bari, è un dramma. Ma la posizione di Di Gioia non è a rischio, non ho colto questi segnali, la possibilità che sia sostituito da Colomba Mongiello non l’ho mai sentita, forse è più un auspicio da parte di qualcuno che una ipotesi reale”, conclude l’ex sindaco di Manfredonia, Paolo Campo, riferendosi ai buoni rapporti storici che legano la politica foggiana ed ex parlamentare all’associazione presieduta da Gianni Cantele.
Eppure chi conosce l’assessore civico lo descrive molto preoccupato e addolorato. “È sicuro di essere fatto fuori”, azzarda qualche suo fedelissimo. Il rapporto col mondo agricolo del vino e dell’olio, per l’assessore iper tecnico, astemio e dalle scarpe pulite, è diventato molto travagliato in alcuni territori, Salento in testa.
Secondo il presidente dei Gal pugliesi Alberto Casoria la partita contro Di Gioia è tutta politica. “Coldiretti sta lentamente attuando una tattica di allontanamento da Emiliano, si stanno smarcando. Che colpe possiamo dare all’assessore sulla Xylella? Il problema parte da lontano, da prima che arrivasse lui. Cosa si è fatto per fermare il batterio? La cura e la pulizia sotto gli olivi non sono state praticate”.
Intanto la Regione Puglia ha convocato questa mattina nella sede dell’Assessorato regionale Agricoltura, il Tavolo Verde “per una verifica – ha spiegato, a margine, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia – della situazione attuale del PSR Puglia e dello stato di avanzamento dei bandi. Nonché per acquisire la documentazione tecnica a supporto delle richieste che sono pervenute dalle associazioni di categoria agricole, in particolare quella di Coldiretti, relativa al definanziamento dei Gruppi di Azione Locale”.
“A tal proposito – ha proseguito di Gioia – abbiamo chiesto di fare un’istruttoria di merito e un approfondimento tecnico per capire se, prima ancora di assumere ogni decisione ed evitare eventuali speculazioni politiche, ci sia la fattibilità del definanziamento di strutture, i GAL, per le quali sono già avvenute le contrattualizzazioni. Tutto ciò non prescinde naturalmente dal fatto che, all’esito dell’approfondimento, si possano assumere decisioni di merito che seguiranno il criterio della collegialità, che nel caso specifico, prevede il coinvolgimento dell’Anci, delle strutture stesse e di tutti coloro che hanno contribuito alla fase di progettazione dei GAL”.
“In merito alla valutazione complessiva del PSR Puglia si è, infine, approfondita – ha concluso l’assessore – l’eventualità di altre rimodulazioni nel breve termine al fine di reperire altre risorse e privilegiare le misure dedicate agli investimenti delle aziende agricole”.
Ira di Coldiretti: “Da Di Gioia ennesimo teatrino”
“Coldiretti non parteciperà più ad alcun tavolo sul PSR fino a quando l’Assessorato all’Agricoltura non darà una risposta concreta alle migliaia di domande di insediamento in agricoltura dei giovani pugliesi rimaste inevase. L’incontro odierno è stato l’ennesimo teatrino della politica, in cui l’assessore Di Gioia ha assunto un atteggiamento gattopardesco. Per l’ennesima volta ha annunciato di voler cambiare tutto per non cambiare niente”. È quanto afferma il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, sull’ennesimo incontro per valutare lo ‘stato di malattia’ del PSR 2014 – 2020 con la Puglia che a livello nazionale ha il triste primato di non aver ancora pagato neanche una domanda per l’insediamento giovani, insieme a poche altre realtà.
“Ci mobiliteremo insieme alle migliaia di giovani e aziende che vogliono investire” perché ciò che ancora manca è la scelta politica di dare “una sterzata alla gestione della macchina amministrativa che evidentemente non ha funzionato e ha causato la fase di stallo che è sotto gli occhi di tutti” ha continuato Cantele. “L’assessore non può continuare a minimizzare e tergiversare, perché i tecnicismi su ciò che è avvenuto finora non possono essere la risposta ai sogni di 5mila giovani, alle oltre 3mila aziende che devono investire e a quanti vogliono ricostruire un futuro produttivo nelle campagne distrutte dalla Xyella” ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia. “Tocca all’Assessorato fare scelte, subito, verificarle legalmente e amministrativamente “senza nascondersi dietro un dito per non mettere mani al problema”.
Comunali 2019
A Foggia l’ipotesi che l’assessore civico possa essere rimpiazzato non entusiasma troppo i consiglieri comunali dem. Tornando in aula, da semplice eletto, Di Gioia avrebbe più tempo per preoccuparsi delle amministrative foggiane del 2019 o anche prima, se il governo Landella ripiegherà su se stesso. Ma il Pd tiene lontano ogni automatismo. Non è scontato che sia Di Gioia a guidare la coalizione del centrosinistra. “Per il candidato sindaco dovrà esserci un dibattito nel partito in tempi molto stretti, possiamo fare un’alleanza con i civici, ma alle Politiche non hanno offerto nessun valore aggiunto, vanno verificati i prossimi percorsi”, dice senza mezzi termini alla nostra testata web, Pasquale Russo, consigliere comunale e provinciale, con delega alle strade. Non ha interessi elettorali, l’otorino è alla sua ultima esperienza in aula, per questo, rimarca, parla con schiettezza. “Accolgo con piacere la notizia del rientro possibile di Giannini, è un uomo e un politico competente. Oggi il Pd deve farsi carico di alcune questioni, prima fra tutte quella del Gino Lisa, che potrebbero trascinare il Comune in mano ai 5 Stelle. Nel 2014 abbiamo perso per soli 366 voti, perché dovremmo buttare quella esperienza? Io credo che si debba ripartire da Augusto Marasco”.
C’è chi ipotizza che la candidatura di Lia Azzarone alle Politiche, che ha depositato al Pd circa 11mila consensi, sia stato un test per quella a sindaca di Foggia, è così? La risposta di Russo spiazza. “Io credo che non si possano avere doppi incarichi, l’abbiamo eletta da poco segretaria del partito, non si può essere buoni per tutte le stagioni”. Gli fa eco il capogruppo Marasco: “Sarà il partito a decidere e condividere, vedremo chi vorrà starci. Quello sul candidato sindaco è un dibattito interno. Oggi chi compone il centrosinistra? Le ferite sono ancora aperte, ma le urne ci hanno consegnato un dato chiaro: il Pd è il perno centrale di ogni possibile coalizione”. Come a dire: il candidato sindaco non può che avere la pettorina dem. E conclude: “Saranno gli altri che dovranno decidere cosa fare, se stare con noi oppure no”.