Questa mattina Massimo Russo, candidato con il centrosinistra al Senato per il collegio Foggia-Monti Dauni-Gargano, ha sottoscritto le raccolte di firme per le due proposte di legge di iniziativa popolare avviate dalla UILA nazionale in materia di genitorialità e welfare. Poi nel primo pomeriggio è partito per un nuovo tour elettorale, tra Celenza Valfortore e Lesina, in un clima cupo e freddo.
Insieme ai due candidati camerali uninominali, Rosario Cusmai e Lia Azzarone, non sta trascurando nessun Comune provinciale, del resto il civismo pugliese è radicato nelle amministrazioni locali.
A l’Immediato, tra uno spostamento e l’altro in macchina, l’amministratore unico di Sanitaservice ha osservato di non essere pessimista. Non sente lo smarrimento degli elettori Pd di cui tanto si racconta a livello nazionale. Eppure il trend è chiaro anche a Foggia, gli indecisi sono per la maggior parte elettori dem. Andrebbero avvicinati e coinvolti, come ha scritto Matteo Renzi nella sua ultima Enews.
“Forse ho un campione parziale, il candidato è sempre circondato da persone che gli vogliono bene e lo invitano e lo incoraggiano, il mio angolo visuale forse è più positivo di quello che c’è in realtà attorno al Pd, ma in questi giorni con gli elettori abbiamo parlato di tante cose. Quello che ho riscontrato da un angolo visuale non oggettivo è l’impegno e la serietà nell’assumere l’incarico, il cittadino vuole affidarsi a qualcuno che abbia la serierà di progetti concreti, vuol sentir parlare di cose concrete, non vuole che si sparino una serie di desiderata. Sono stato al Poligrafico, allo Zooprofilattico, alle Acli, nelle aziende. Ovunque mi hanno consegnato istanze e progetti di legge che nell’eventual caso fossi eletto porterei con me a Roma. Abbiamo parlato di progetti concreti”, osserva Russo.
Quali sono i principali progetti per i quali sente di potersi fare portavoce a Palazzo Madama? “C’è una legge, la legge Realacci, per i piccoli comuni e per le aree depresse, che non ha ancora i decreti attuativi. I piccoli Comuni e le aree interne sono stati finanziati in maniera insufficiente. Abbiamo messo in evidenza il blocco assunzionale, allo zoo profilattico ad esempio, servirebbero 70 persone, ricercatori, personale qualificato. Abbiamo sottolineato l’importanza di proseguire con il piano di investimenti al Poligrafico con quei 100 milioni deliberati dal CdA. In Coldiretti ci siamo impegnati per una legge sull’etichettatura, a Confcooperative invece abbiamo assunto l’impegno di modificare la legge sul caporalato”.
In Confindustria lo statistico ha guardato i programmi e studiando quelli degli avversari, ha notato delle politiche che tendono solo a regionalizzare un territorio sul quale invece a suo avviso andrebbero riversati investimenti ben specifici.
“L’attuale governo, nonostante le sue pecche, ha sicuramente dalla sua, tra le molte cose, il credito d’imposta che ha prodotto 4 milioni di investimenti ben distribuiti sui territori e soprattutto al sud. Invito tutti a rifletterci. Abbiamo portato tanti argomenti nei luoghi che abbiamo attraversato. Io credo i governi di centrodestra hanno già dimostrato di aver governato per tanti anni: non hanno mai abbassato la pressione fiscale. Abbiamo messo a nudo le coperture finanziarie totalmente inesistenti”.
Crede che in Italia si realizzerà quel che è stato sventato in Francia con la bocciatura della destra lepenista? Il blocco anti sistema come lo chiama Antonio Polito è destinato a prevalere? “Io penso di no, siamo un Paese responsabile, c’è un problema Nord-Sud, votare la Lega al Sud significa metterci nelle condizioni di una modifica profonda del Titolo V, richiesta da Lombardia e Veneto”, ribatte.
È stato firmato ieri, 28 febbraio, a Palazzo Chigi, infatti, l’accordo preliminare tra governo, Regione Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, che ha per oggetto i principi generali, la metodologia e le materie per l’attribuzione alle Regioni che ne hanno fatto richiesta tramite atto formale dei loro organi, di maggiori forme di autonomia differenziata, ai sensi dell’art 116, comma Terzo, della Costituzione.
“L’obiettivo finale è quello di azzerare il ristoro fiscale, non trasferendo le tasse dalla fiscalità regionale a quella statale. Quello che Salvini critica all’Europa lo vuole fare nel Paese”, rimarca il docente e candidato.
Russo ritiene che per lui questa campagna elettorale sia stata “molto educativa” e aggiunge: “Ho imparato molte cose: le norme, che sono leve potenti per far arrivare risorse nel nostro territorio. ne cito una per tutte quella sulle ZES, 4 miliardi di investimenti, di cui 125 milioni già arrivati da noi. Vanno rifinanziate”.
Saranno le urne, spiega, a dare segnali. “Non essendo iscritto al Pd non posso sapere quali saranno le loro dinamiche interne. Siamo stati indicati come movimento civico, questo non significa che non condividiamo quanto realizzato dal Pd. Ho avvertito la presenza del Movimento 5 Stelle, naturalmente. Quando una forza si appresta a rappresentare dal 25 al 30% degli elettori non si può che averne rispetto. Ma anche noi abbiamo condotto la nostra campagna con allegria. Nessuno sa quanto LeU sarà determinante a cambiare il risultato finale e se faranno la differenza in negativo per noi, i sondaggi attestano il loro valore attorno al 4%, un elemento di tutto rilievo”.
Smentisce l’esistenza di un derby foggiano tra lui e la segretaria Pd Lia Azzarone. Non è una gara interna a chi prende più voti in vista delle amministrative del 2019. “Non c’è nessuna sfida, c’è un obiettivo comune, che abbiamo condiviso e che abbiamo intrapreso”.
Qualora non diventasse senatore, sarebbe il candidato naturale alla poltrona da sindaco per il centrosinistra? La risposta è tranchant. “Penso proprio di no. Ma non pensavo neanche di candidarmi né di diventare amministratore dell’Amgas: i casi della vita spesso li decidono altre variabili”.