Verbali degli interrogatori di Fedele Sannella, patron del Foggia Calcio attualmente rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano con l’accusa di riciclaggio. In settimana il Riesame di Bari dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione presentata dai legali dell’imprenditore. Si punta ad ottenere almeno i domiciliari. Intanto dai verbali, è emersa la versione di Sannella sui suoi rapporti con l’ex vicepresidente, Massimo Curci e sui pagamenti in nero ai calciatori. Davanti al gip, Giulio Fanales, così ha parlato il patron: “Attualmente io e mio fratello controlliamo il 100% delle quote del Foggia Calcio. Quando ci chiesero di investire nel Foggia Calcio, circa tre anni fa, io e mio fratello abbiamo conosciuto Curci, in quanto allora titolare del 10%. Ci dava una impressione di sicura affidabilità trattandosi di un commercialista affermato sia sul territorio locale che in altre regioni. Mio fratello ed io, avendo altre attività da seguire, inizialmente ci siamo affidati a Curci ed agli altri due soci. Poi siamo dovuti intervenire perché ci eravamo accorti che loro non ne erano all’altezza”.
Domande del giudice incentrate soprattutto sulla stagione 2015-2016: “Confermo di avere avuto da Curci la somma di 50.000 euro in contanti. Il denaro veniva solitamente consegnato da Nicola Curci (fratello di Massimo), ogni dazione era circa per 20-25.000 euro. Era Curci Nicola a raggiungermi allo stadio oppure nei miei uffici. Solitamente il denaro si trovava all’interno di una busta. Il Curci Nicola veniva solitamente accompagnato da una persona di sua conoscenza. Di solito non erano presenti persone di mia conoscenza anche se non posso escluderlo con certezza, questo vale anche per il presidente Fares, che tuttalpiù può essere stato saltuariamente presente”.
L’interrogatorio al presidente rossonero, Lucio Fares
Durante un interrogatorio, Fares ha spiegato che dopo la promozione in B, essendoci dei dissidi tra Curci e Sannella quest’ultimo chiese al commercialista di acquistare l’intero pacchetto. Dopo qualche giorno, però, Curci riferì che non era in grado di proseguire e pertanto la famiglia Sannella decise di acquisire l’intero pacchetto societario.
Riguardo alla domanda su presunti versamenti in contanti ai calciatori, Fares ha detto: “Non mi occupo della gestione economico-finanziaria. Sono venuto a conoscenza in modo casuale da Giuseppe Di Bari, ex ds, che si doveva corrispondere un importo in denaro contante a dei calciatori senza sapere a che titolo”.
DOMANDA: “Ha mai presenziato alla consegna di denaro contante da parte di Curci Nicola a Sannella Fedele?”
RISPOSTA FARES: “Si, in un’occasione, durante il campionato 2016/2017, mi ricordo che ero venuto allo stadio per firmare dei documenti, passando dalla ex sala riunioni, oggi sala Sky e vidi Sannella e mi fermai a salutarlo. Ricordo che dopo qualche minuto arrivò Nicola Curci che consegnò una busta a Sannella precisando che erano soldi da parte del fratello Massimo”.
Dopo che Sannella fu sentito in questura, Fares gli chiese spiegazioni e il patron si limitò a mostrargli una foto di WhatsApp riportante un foglio manoscritto riferendo che erano cose sue e di Curci. “Risposte da me ritenute poco esaudienti e la cosa mi diede particolarmente fastidio”, ha dichiarato il presidente del Foggia davanti al giudice.
C’è anche una domanda sulla trattativa sfumata coi Follieri: “Fu anche redatta una lettera di intenti ma successivamente – ha ricordato Fares – Sannella si rese conto della poca consistenza e credibilità dell’operazione”.
Sannella: “Con Curci ho pranzato solo due volte”
Sentito sui suoi rapporti con Curci, Sannella ha detto: “Non ho mai minacciato in nessun modo i Curci, mi limitavo a scrivere a Curci Massimo un sms con scritto “mandami a Nicolino”. Il Curci sapeva perfettamente che si trattava della richiesta di denaro. Dopo questo sms di solito nei giorni successivi ricevevo il denaro. Denaro che ricevevo per il Foggia Calcio, erano spese che io avevo già sostenuto. Tra me e Curci Massimo c’era l’accordo di ripartire al 50% le spese da sostenere per il Foggia. In realtà mi trovavo sempre ad anticipare gli importi, salvo poi dovere faticosamente recuperare dal Curci il 50% su di lui gravante. Curci, infatti, era perennemente in ritardo sui pagamenti a me dovuti.
Io ero solito prendere nota delle spese che avevo sostenuto, anche per potere recuperare dal Curci il relativo 50%. Il Curci Nicola fotografava questi miei appunti per potere conservare memoria delle spese che io affermavo di aver sostenuto, potendo anche mostrare queste foto al fratello. I contanti per i calciatori servivano perchè erano gli stessi calciatori a chiederceli per pagare canoni di locazione, acquistare vetture o altre spese. In alcuni casi, ho anche prestato denaro ad alcuni calciatori, che poi mi avrebbero restituito anche se in vari casi la restituzione non è avvenuta o è avvenuta parzialmente. Contanti che servivano anche per pagare spese mediche e visite di ogni tipo”.
DOMANDA: Si è mai chiesto come facesse il Curci a procurarsi tutto quel contante?
RISPOSTA: Non mi sono mai chiesto come facesse. Non c’è mai stata una consuetudine di frequentazione con il Curci. Ho pranzato con lui solo due volte. Il pagamento di Curci di somme particolarmente alte attraverso bonifici, a copertura della maggior parte delle spese, non poteva certo destare né in me né in mio fratello, sospetti di ogni tipo”.