Ambretta Cacciaguerra, proprietaria dei terreni dove insiste uno dei parchi archeologici più importanti della Puglia, Herdonia, scrive al governo dopo l’incendio che ha distrutto la villa romana di Faragola. Nella missiva, viene segnalato l’abbandono della Tomba della Medusa, di Faragola e di Herdonia.
“Per la tomba della Medusa, a Foggia – scrive -, riporto le parole del consigliere comunale Vincenzo Rizzi in un’interpellanza al sindaco di Foggia ed al presidente del Consiglio dell’epoca, Matteo Renzi: ‘Considerato che nel 1998 la Regione Puglia stanziò tre miliardi di lire, ai quali si aggiunse un contributo di 555 milioni del Comune, tali finanziamenti rimasero a lungo inutilizzati per motivi a me ignoti fino al punto in cui nel Luglio 2002, si arrivò alla sospensione ufficiale dei lavori. … omissis… In seguito furono assegnati al parco archeologico della Medusa oltre un milione e mezzo di euro nel quadro dell’Accordo di Programma tra Regione Puglia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Attualmente la Tomba della Medusa, come altre strutture culturali di Foggia versa in un totale stato di abbandono: la recinzione divelta, le strutture del cantiere sono state rubate o vandalizzate: tubi, impalcature, pannelli, compreso il box prefabbricato utilizzato dagli operai come spogliatoio e magazzino, la copertura risultano danneggiati'”.
“La situazione di abbandono e mancata sorveglianza – prosegue – hanno provocato atti di vandalismo anche nei confronti della tomba stessa: le colonne del vestibolo sono state abbattute, una base è stata addirittura rubata. Gli affreschi dei mosaici a ciottoli, restaurati sotto la direzione della Soprintendenza, ad un costo di 588 milioni di lire, sono risultati gravemente compromessi. Mentre nel sito archeologico di Arpi continua il saccheggio impunito da parte dei tombaroli. Ultimamente vi è stata una nuova gara di appalto per il “recupero e la valorizzazione dell’area” aggiudicato il 10 marzo 2016 per ulteriori 997.512,20 euro. Non mi risulta che l’area sia mai stata aperta al pubblico”.
“Per la villa di Faragola, ad Ascoli Satriano . continua -, pare siano stati spesi circa 3 milioni di euro tra fondi ARCUS, Mibact e Regione Puglia, per i lavori di sistemazione, andati a fuoco recentemente, anche per la mancanza delle più minime misure di sicurezza e custodia. Nonostante l’inaugurazione del primo lotto sia avvenuta 9 anni fa ed il sito fosse oggetto di visite guidate, non vi erano telecamere di sorveglianza, né segnalatori di fumo o sistemi di spegnimento di incendi. Ancor prima di stabilire eventuali corresponsabilità, sono stati stanziati nuovi fondi da parte del Ministero e promessi ulteriori fondi da parte regionale, per un totale di circa 2 milioni di euro. Le visite guidate, per gruppi di almeno 20 persone, erano gestite da un’unica società, non presente in loco, ma contattabile telefonicamente”.
Ambretta Cacciaguerra“Per Herdonia, Ordona, dal 1962 ad oggi, il Ministero ha speso poche migliaia di euro per restauri, poi addebitati ai proprietari nella pratica di premio. Ha ricevuto in cambio, oltre allo scavo e sistemazione di un sito che è sicuramente tra i più importanti della Puglia, con soldi della missione belga, migliaia di reperti, molti dei quali attualmente risultano ‘dispersi’ o comunque ‘non trovati’ dalla Soprintendenza. Il sito è aperto dal 1962, le visite guidate sono effettuate da una pluralità di società e guide autorizzate, le visite singole sono garantite tutti i giorni dell’anno dal mattino ad un’ora prima del tramonto, la pulizia dell’area effettuata dai privati, ultimamente anche con la collaborazione del Movimento cittadino/Archeoclub Ordona, la custodia indirettamente fornita dal fatto che la strada di accesso passa davanti all’abitazione dei proprietari, la valorizzazione è sempre stata fatta a spese dei privati proprietari, di sponsors privati o di associazioni”.
“Queste sono solo alcune delle attività di valorizzazione del 2016: Borsa del Turismo Archeologico Paestum 2016 (privato), stand al Centro Commerciale Mongolfiera maggio 2016 (McO, Comune e privato), manifesto del RivivHerdonia 2016 (McO, Comune, privato e sponsor). Il Museo Archeologico di Herdonia, per il cui solo allestimento sono stati spesi dal comune oltre 730.000 euro, può esporre attualmente solo una decina di mediocri reperti tra le migliaia consegnati dal concessionario (molti ‘persi’ dopo la consegna) e le migliaia sparsi nei musei di tutto il mondo. L’Università di Foggia, per l’utilizzo, nell’allestimento del Museo, del materiale dell’Archivio Mertens (fotocopie di mappe, riproduzioni di foto e video), materiale donato dal professor Mertens al professor Volpe dell’Università di Foggia, ha richiesto ed ottenuto 100.040 euro (ricompresi negli oltre 730.000 totali). Il Comune ha inoltre pagato un contributo di 500 euro per poter esporre per pochi giorni una stele acquistata all’asta dall’Associazione Apulia felix presieduta dal prof. Volpe, che poi ha spostato la stele in altri Musei, ed ha pagato altri 500 euro per la copertura assicurativa dei reperti da aprile ad ottobre 2017. Nello stesso Museo sono da anni depositate e gratuitamente custodite decine di cassette con materiale di scavo proveniente sia dagli scavi di Herdonia condotti dai concessionari belgi che da altri scavi, su richiesta della Soprintendenza, ma nessuno di questi pezzi è visibile al pubblico. Il Museo è attualmente aperto il sabato e la domenica pomeriggio grazie a volontari qualificati.
“Ora – conclude -, invece di collaborare come sempre proposto, si vuole espropriare l’area del Foro di Herdonia. Visto lo stato in cui versano le opere realizzate dal pubblico in provincia di Foggia e le spese sostenute dal pubblico per realizzare interventi difficilmente fruibili mi chiedo: qual è la pubblica utilità di questo esproprio?”.