La leggenda di Cristalda e Pizzomunno è la canzone di Max Gazzé in gara al Festival di Sanremo 2018, scritta da F. Gazzè, M. Gazzè, F. De Benedettis. Il titolo del pezzo è stato annunciato in diretta tv lo scorso 15 dicembre, in occasione dello speciale Sarà Sanremo presentato da Claudia Gerini e Federico Russo.
Il Festival di Sanremo 2018, vi ricordiamo, si terrà dal prossimo 6 al 10 febbraio come da tradizione presso il Teatro Ariston. Il conduttore (o meglio, il capitano) dell’evento sarà Claudio Baglioni. L’artista festeggerà nel 2018 50 anni di onorata carriera. Insieme a lui troveremo Michelle Hunziker e Pierfrancesco Savino. I due “valletti” sono stati confermati qualche giorno fa in occasione della prima, importante conferenza stampa del Festival.
L’edizione 2018 del Festival, come già vi avevamo raccontato, includerà un totale di 20 BIG e 8 Nuove Proposte. Per quest’anno, Claudio Baglioni ha scelto di mettere in piedi un festival “0.0”, senza troppi fronzoli e all’insegna della qualità. Fra le novità introdotte dal cantante troviamo l’eliminazione della serata delle cover: per stavolta infatti i telespettatori assisteranno ad una serie di imperdibili duetti che trovate cliccando qui e andranno in onda venerdì 9 febbraio.
Dulcis in fundo, ricordiamo gli ospiti annunciati: ad una settimana dall’inizio del Festival sono stati confermati Sting e Shaggy, James Taylor, Gianni Morandi, Laura Pausini, Fiorello, Gianna Nannini e Negramaro.
Qui sotto trovate in anteprima il testo di La leggenda di Cristalda e Pizzomunno di Max Gazzé:
Tu che ora
Non temi,
Ignorane
Il canto…
Quel coro ammaliante
Che irrompe nella mente
E per quanto
Mulini
Le braccia oramai
Non potrai
Fare più niente.
Ma se ti rilassi
E abbandoni
Il tuo viso
A un lunghissimo
Sonno,
O mio Pizzomunno,
Tu guarda
Quell’onda
Beffarda
Che affonda
Il tuo amore indifeso.
Io ti resterò
Per la vita fedele
E se fossero
Pochi, Anche altri cent’anni!
Così addolcirai gli inganni
Delle tue sirene…
Cristalda era bella
E lui da lontano
Poteva vederla
Ancora così
Con la mano
Protesa
E forse una lacrima scena
Nel vento.
Fu solo un momento,
Poi lui sparì
Al largo
E lei in casa cantando…
Neppure il sospetto
Che intanto
Da sotto
La loro vendetta
Ed il loro lamento!
Perché poveretta
Già avevano in cuore
I muscoli tesi
Del bel pescatore,
E all’ennesimo
Suo rifiuto
Un giorno fui punito!
Ma io ti aspetterò…
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
E allora dal mare
Salirono insieme
Alle spiagge
Di Vieste
Malvaghe
Sirene…
Qualcuno le ha viste
Portare
Nel fondo
Cristalda in catene
E quando
Le urla
Raggiunsero il cielo,
Lui impazzì davvero
Provando
A salvarla,
perché più non c’era…
E quell’ira
Accecante
Lo fermò per sempre.
E così la gente
Lo ammira
Da allora,
Gigante
Di bianco calcare
Che aspetta tuttora
Il suo amore
Rapito
E mai più tornato!
Ma io ti aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni aspetterò…
Fosse anche per cent’anni!
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent’anni!
Si dice che adesso
E non sia leggenda,
In un’alba
D’agosto
La bella Cristalda
Risalga
Dall’onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda.