Per il mese di gennaio Eataly Bari invita a scoprire la pasta artigianale trafilata al bronzo, i dolci tipici della tradizione siciliana, il vino e l’olio pugliese, la mozzarella di bufala campana ed altre bontà meridionali.
Eataly Porta del Sud è il progetto nato per far conoscere i piccoli produttori del territorio italiano e le loro eccellenze enogastronomiche. Tra i produttori di gennaio c’è anche un’impresa di Lucera, l’Azienda agricola Terre Lucane, che propone una pasta i cui connotati rappresentano una vera e propria arte. Le caratteristiche uniche del luogo, unite ad un metodo di produzione che prevede esclusivamente la trafilatura al bronzo ed una essiccazione lenta e a bassa temperatura, donano alla pasta quelle caratteristiche di rugosità e porosità che trattengono il condimento ed esaltano i piatti della tradizione locale.
La trasformazione della semola in pasta è eseguita a Gragnano in provincia di Napoli, mentre tutti i prodotti dell’azienda hanno ottenuto la certificazione BIO dall’ “Istituto per la certificazione etica ed ambientale” (ICEA) grazie all’utilizzo di esclusivo di grano BIO al 100% italiano, dalle caratteristiche organolettiche uniche. Il grano scelto è il Senatore Cappelli. Il processo produttivo della pasta Terre Lucane non è l’unica particolarità dell’azienda. Anche la storia dei 5 soci è unica. 3 fratelli ingegneri di Lucera insieme a 2 colleghi, uno di Matera e l’altro di Mottola, pure ingegneri, hanno deciso qualche anno fa di diversificare il loro business. “Noi siamo un gruppo di ingegneri, lavoriamo nel settore energetico delle rinnovabili dal 2002-2003 – spiega a l’Immediato uno dei fondatori Michele Piacquadio -. Per diversificare abbiamo investito acquistando dei terreni, nasce così la passione di trasformare il prodotto, seguendo delle linee uniche. I primi 70 ettari sono stati nel materano, da qui il nome Terre Lucane”. Con Eataly il rapporto è nato quasi per caso. Tutto si è avviato a novembre. “Qualcuno dei loro manager ha visto la nostra pasta ad una normale fiera in Veneto a Santa Lucia del Piave, dove esponevamo per cucina gourmet. Ci hanno contattato e ci hanno chiesto se volevamo aderire al progetto. Così è cominciata la nostra esperienza e fino al 31 gennaio saremo espositori di piazza. Ci dicono che la pasta vende molto bene”.
Ed è così infatti, lo scaffale con due linee, integrale e normale, va a ruba all’Eataly Bari. La speranza è che Terre Lucane possa essere selezionata anche per gli altri punti vendita nel mondo di Oscar Farinetti. “Manderanno un report a Torino e sapremo, noi puntiamo su questo obiettivo finale”, dice l’ingegner Piacquadio schiettamente.
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Il procedimento della pasta Terre Lucane è del tutto biologico, incontaminato con un grano nobile come il Senatore Cappelli, che ha un glutine madre non geneticamente modificato. “Quando si fa bio al 100% le proteine sono nobili, non sono chimiche, noi abbiamo realizzato il 13%, ma sono valori, per niente comparabili con i grani coltivati in maniera convenzionale, con l’aggiunta della chimica si può arrivare anche al 18%”.
Dopo la mietitura i soci lasciano il grano nei silos, per attuare la molitura ad Altamura, in un mulino artigianale che con un processo di lavorazione a freddo, che permette di ottenere una semola che mantiene inalterate tutte le proprietà nutritive del grano e creare un prodotto unico nel suo genere. Dopodiché vi è la trafilatura in bronzo a Gragnano, con analisi chimiche, sulla semola e sulla pasta, per dimostrare che è un biologico vero.
L’anno scorso la prima annata ha prodotto 80 quintali di pasta, tutta venduta entro l’anno. Quest’anno i valori si sono già triplicati. “Il grano è tutto coltivato su terreni di proprietà, di Puglia e Basilicata, il grano italiano è a mio parere di buona qualità, a prescindere che sia bio o convenzionale, perché a differenza dei grani esterni non ha glifosato”, aggiunge l’imprenditore e professionista. Sinora la vendita è stata diretta, i soci hanno puntato molto sull’e-commerce, facendosi conoscere alle fiere o tramite gli amici, con l’organizzazione di pacchi natalizi. “Abbiamo spinto pochissimo, se avessimo spinto di più, non avremmo potuto garantire il prodotto, è una pasta di qualità che ha un suo prezzo. Amiamo definirci degli agricoltori che hanno portato l’ingegneria nei campi”, rimarca Piacquadio.
Nei prossimi giorni i soci, che possono contare su una società agricola molto ampia e su circa 30 prodotti tra topinambur e legumi, incontreranno dei buyers austriaci. L’idea è vendere la pasta in Austria e a Londra. Con un sogno. “Il nostro obiettivo è far conoscere la nostra pasta per poi avviare la vendita in negozi enogastronomici con il nostro brand in giro per l’Italia e per il mondo”.