Mentre Bruno Tabacci ha salvato i radicali di Più Europa di Emma Bonino, i civici di Capitanata appaiono ancora molto incerti, del tutto ignari di quanti collegi e/o posti nei listini saranno assegnati loro dal Governatore Michele Emiliano, che sta risolvendo l’affaire Ilva, per il quale i legali hanno rappresentato la necessità di redigere un documento unitario che contenga tutte le richieste degli enti territoriali ritenute indispensabili per addivenire all’accordo con il Governo e la società aggiudicataria. La trattativa è tra Renzi e il presidente della Puglia.
“Non siamo meno della IV gamba e se loro ottengono dei posti nel centrodestra anche noi dovremmo avere altrettanto, visto che rappresentiamo 60 sindaci e 400 amministratori in Puglia”, è il commento realista a l’Immediato del coordinatore in Capitanata del civismo pugliese Rosario Cusmai.
Se per il centrodestra gli scenari sembrano più o meno chiari, con Giandiego Gatta sempre più orientato a correre nel collegio uninominale senatoriale territoriale Manfredonia-Cerignola-Bat, che lo renderebbe immune dallo scontro diretto col concittadino Michele Bordo, nel centrosinistra tutto è ancora avvolto nel mistero. Nessuna certezza, se non quella degli uscenti Pd e di alcuni fedelissimi di Michele Emiliano.
Al momento sono almeno 4 le personalità date per sicuri capilista dem, tra Camera e Senato: la brindisina Antonella Vincenti, il segretario regionale Pd Marco Lacarra in quota Renzi, probabile capolista al Senato nel collegio Foggia-Bari, Francesco Boccia di Fronte Democratico di Bisceglie per il Bari camerale e Michele Bordo per il listino foggiano, cui dovrebbe seguire la barlettana Assuntela Messina o la foggiana deputata uscente Colomba Mongello (per la quale alcuni ipotizzano in alternativa finanche un ritorno al Senato, sempre in seconda posizione). Da Barletta spinge anche l’attuale assessore all’Ambiente Filippo Caracciolo. E da Cerignola avrà uno spazio, se non nel listino, nel collegio uninominale senatoriale territoriale, l’europarlamentare Elena Gentile. La Bat pesa nel collegio camerale uninominale per due terzi sul totale.
Cosa possono ottenere i civici in questo scacchiere strettissimo? Tutto dipenderà da come le diverse correnti piddine si incastreranno nel proporzionale. Si lavora prima sul proporzionale, ossia sui seggi “certi”. Con l’ipotesi che alcuni capilista, uno su tutti Michele Bordo, possano essere candidati anche nel collegio uninominale, per far slittare, scorrere ed eleggere così tutto il listino, in caso di vittoria con le preferenze.
Ci sono sindaci civici sotto i 20mila abitanti, ad Alberobello e a Capurso con Francesco Crudele, che vorrebbero essere della partita.
In provincia di Foggia il tavolo delle trattative è aperto, benché sia possibile immaginare che il civismo, forte anche del prestigio dato dalla Fondazione Vassallo, possa strappare 2 collegi uninominali su 5: il Foggia-Gargano al Senato e l’Alto Tavoliere e Monti Dauni alla Camera.
Del resto a San Severo ieri è stata avviata la campagna elettorale allo stadio, donato dalla Regione al Comune, con Dino Marino ormai riappacificato alla corrente di Emiliano e a braccetto dell’assessore Leo Di Gioia e Rosario Cusmai, con la benedizione dell’assessore piddino Raffaele Piemontese e del dirigente al Demanio Giovanni Vitofrancesco. Per poi proseguire il tour con l’inaugurazione di un’azienda agroalimentare a Lesina.
Intanto, mentre domani è previsto un incontro a Foggia di Liberi e Uguali a livello provinciale, alcune disponibilità di candidatura sondate per l’uninominale per i civici non stanno trovando entusiasmo. Nessuno vuole perdere negli scontri diretti contro Michaela Di Donna/Luigi Miranda o Lucio Tarquinio. Fanno paura inoltre i Cinque Stelle, e tanti fanno notare che la Cgil è quasi tutta schierata con la formazione di Pietro Grasso. Cosa resta al centrosinistra? Come avere chance di riuscita in un voto non disgiunto, che sarà così fortemente anti-renziano? Questi i rovelli di chi si sognava parlamentare.