di ANTONELLA SOCCIO
Non è passata inosservata la denuncia dei docenti del Dipartimento di Agraria Safe, Sandro Del Nobile e Diego Centonze, titolari di alcuni finanziamenti Miur, presentata in Procura della Repubblica a Foggia (dottoressa Alessandra Fini) per falso in atto pubblico e frode. Gli strascichi delle vicende potranno infatti avere conseguenze su uno dei pilastri della ricerca pugliese, il Distretto tecnologico agroalimentare regionale. La professoressa vicerettora Milena Sinigaglia e presidente del D.A.Re., in uno degli ultimi verbali, ha rilevato “che la situazione è diventata grave e delicata in considerazione della pubblicazione di alcune notizie diffamatorie su alcuni organi di stampa, anche nazionali, che possono incidere negativamente sui rapporti con il MIUR e sugli interessi economici di questa Università”.
È proprio qui che casca l’asino. Quell’esposto dei due docenti sarebbe tra le cause di un non meglio identificato buco milionario finanziario al D.A.Re (Distretto Agroalimentare Regionale), che ha già provocato dal primo novembre scorso le dimissioni del direttore Antonio Pepe e il licenziamento di 4 ricercatori su 12, alcuni dei quali impugnati con un ricorso in Tribunale. Un buco finanziario che potrebbe avvicinarsi ai 17 milioni di euro e che starebbe imbarazzando non poco la Regione Puglia, che ha tra i suoi super dirigenti, all’assessorato all’Agricoltura, l’ex presidente del DA.Re., il professore Gianluca Nardone.
Ma andiamo con ordine.
Un “gioiello” in crisi
Tra i soci del DA.Re. ci sono alcune Università ed Enti di ricerca. Non solo l’Unifg, ma anche l’Università del Salento, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, il Politecnico di Bari, il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e con loro l’IZS – Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, il Centro di ricerca e sperimentazione in Agricoltura Basile Caramia, I.A.M.B., Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, C.I.N.M.P.I.S – Consorzio Interuniversitario Nazionale Metodologie e Processi Innovativi di Sintesi” e una flotta importante di aziende regionali. Da Farmalabor al Casillo Group, solo per citare i nomi più altisonanti.
Proprio le imprese, molte delle quali associate a Confindustria, che ha sempre avuto la vicepresidenza del distretto, prima con l’edile Eliseo Zanasi ed ora con Leonardo Boschetti del Bonassisa Lab, sono tra le realtà che oggi presentano le maggiori critiche alla governance di quello che avrebbe dovuto essere il gioiello dell’agroalimentare del territorio regionale. Le imprese infatti ad oggi, fatta eccezione per il surplus politico e relazionale dato dall’esser socio di un contenitore scientifico, hanno ottenuto poco o nulla dal D.A.Re., che nasce per fare trasferimento tecnologico.
Le risposte della presidente
L’Immediato ha cercato di vederci più chiaro e ha chiesto conto alla presidente Milena Sinigaglia, che non si è sottratta alle domande. “Non so quale sia la vulgata che circola, conosco invece ?i ?fatti e non ?le ?indiscrezioni. E i fatti sono che il D.A.Re. è stato soggetto attuatore di 5 progetti di ricerca, presentati nel marzo 2011 in risposta all’avviso del MIUR (D.D. 29 ottobre 2010, prot. n. 713/Ric), nonché soggetto beneficiario dei relativi contributi concessi con appositi decreti ministeriali. Nell’ambito dei progetti gestiti dal D.A.Re., in termini di trasferimento tecnologico, i risultati sono ?stati ?i seguenti: 3 prototipi; 18 protocolli innovativi; 19 processi innovativi; 20 prodotti innovativi; 16 metodiche analitiche rapide. Gli stessi?? progetti hanno consentito, inoltre, la formazione di tecnici/ricercatori altamente specializzati. In particolare 10 ricercatori industriali; 9 dottorandi; 10 tecnici esperti di sicurezza alimentare e 11 tecnici esperti di alimenti funzionali. Se questi risultati ?non dimostrano la capacità di un distretto tecnologico di produrre innovazione non posso che prenderne atto, ma ovviamente non mi trova d’accordo”.
Milena Sinigaglia, presidente D.A.Re.Non paiono esservi però ad oggi prodotti immessi sul mercato. Una delle dottoresse licenziate ha riferito che sta per impugnare il licenziamento con un ricorso in Tribunale. Era necessario licenziare quattro persone? “Non era solo necessario – ribatte la prof – ma indispensabile per la sopravvivenza del Distretto. Come presidente ho ricevuto un chiaro mandato dal Consiglio di Amministrazione, in ordine a una riduzione immediata del costo del personale che, in ogni caso, porterà a risultati apprezzabili solo nel corso dell’anno 2018”.
La prorettora chiarisce l’entità dei crediti che il D.A.Re. vanta con il MIUR: “Ammontano a circa 17 milioni di euro. Molti Distretti tecnologici in Italia sono più o meno nella stessa situazione ovvero vantano crediti, forse non ingenti come il nostro ma certamente di significativa entità, nei confronti del MIUR”. È una situazione recuperabile, o gli esposti dei proff. Del Nobile e Centonze hanno pregiudicato alcuni rapporti tra Ministero e Distretto? Secca la risposta. “Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale da parte del MIUR, infatti il Consiglio di Amministrazione del D.A.Re. ha deliberato di avviare un’azione di diffida a liquidare le somme accertate, nei confronti dello stesso Ministero”. Sulle dimissioni del dottor Pepe, è dialogante: “Sono presidente del D.A.Re. da gennaio 2016 e, anche se non si tratta di un periodo particolarmente lungo, ho avuto modo di apprezzare la professionalità del dottor Antonio Pepe. Umanamente e affettivamente, sento e sentirò sempre la mancanza del dott. Pepe; tuttavia il D.A.Re. deve andare avanti, nel migliore dei modi possibili. Dobbiamo oltrepassare questa fase delicata per rilanciare la funzionalità e le potenzialità del Distretto. Sarà una fase difficile e potrebbe anche durare a lungo, ma lavoriamo per garantire un futuro a tutti. Un futuro che sia solido, a prescindere dalle scelte personali di ciascuno di noi”.
Di certo per riorganizzare il distretto servirà una struttura più smart. E spiega: “In mancanza di una politica nazionale e/o regionale a sostegno dei distretti, il livello di costo del personale che ho trovato al mio insediamento non era più sostenibile. Stiamo quindi delineando una nuova visione strategica alla quale sarà associata la nuova organizzazione della tecnostruttura del Distretto”. Sul passaggio di testimone da Nardone precisa: “È stato un grande presidente del D.A.Re., sicuramente migliore di me, ma ha guidato il Distretto in un periodo caratterizzato da una politica che guardava ai distretti come strumenti in grado di potenziare competitività e ricerca. In questo momento i distretti devono competere per le risorse al pari di tutte le altre imprese. Si apre, quindi, una nuova fase nella quale il D.A.Re. deve essere ripensato e rilanciato. Proprio in una prospettiva di una maggiore snellezza decisionale e operativa, a maggio 2016, la società ha modificato l’assetto di governance. L’idea è quella di una struttura più leggera e quindi più reattiva”.
Quanto alla presunta liberalità eccessiva nella gestione, concepita per alcuni come una costola della pubblica amministrazione, replica: “Il D.A.Re. ha coordinato e gestito 5 progetti per un valore ?complessivo ?di oltre 34 milioni di euro e finora, nonostante la conclusione delle iniziative progettuali (novembre 2013), il Distretto ha incassato solo parte delle somme spettanti. Il ritardo nella definizione dei progetti, non dipendente da negligenze o inadempimenti ascrivibili alla società, ha comportato per il Distretto l’accollo di rilevanti costi (personale e rinnovo delle polizze fideiussorie), non ragionevolmente comprimibili per garantire l’ordinata prosecuzione delle fasi di approvazione degli stati di avanzamento dei progetti e, più in generale, per preservare il buon esito complessivo delle iniziative progettuali. Adesso, come già sottolineato, portando in dote il rilevante patrimonio di conoscenze e professionalità accumulate in questi anni, il Distretto deve reinventarsi e sono assolutamente certa che sarà capace di farlo?, soprattutto alla luce delle professionalità che ancora risiedono al suo interno e della nuova fase progettuale che, speriamo presto, si riaprirà anche per conto del MIUR”, conclude la prof Sinigaglia.
Gli ultimi sviluppi
Dentro il calderone della spending review del DA.Re. è stato inserito anche il Ce.R.T.A (Centri Regionali per la Tecnologia Agroalimentare), un centro sovraregionale composto da 49 soci pubblici e privati, che è da poco fallito e per il quale è stato nominato un liquidatore unico, che coincide con l’attuale direttore pro tempore del distretto, Giuliano de Seneen. Il 27 giugno scorso se ne è deliberato lo scioglimento con la conseguente messa in liquidazione della società consortile a responsabilità limitata, che aveva lavorato assai bene fino alla conclusione dei diversi progetti, risalenti alla scorsa programmazione europea 2007-2013. Smantellato il capannone di proprietà di Bonassisa su Via Trioia, si è dato avvio al trasferimento e alla procedura di liquidazione con alienazione di tutti i macchinari. Tra gli altri vi sono 2 celle frigorifere, un pre gelatinizzatore e un pastorizzatore per pasta fresca.
Tutto questo mentre è stato emanato, il 30 novembre scorso, un decreto rettorale di sospensione dall’Ufficio e dallo stipendio per il periodo di 4 mesi dalla data del primo dicembre 2017 ai danni del prof Sandro Del Nobile, al quale è fatto divieto di entrare nei suoi uffici e nei laboratori dove lavorano i suoi validi collaboratori. Un gruppo che si è distinto ed è primo per ricerca scientifica nel SAFE, il Dipartimento diretto dal prof Agostino Sevi. Insomma, l’aria è tutt’altro che festiva nel mondo della ricerca Unifg.