di ANTONELLA SOCCIO
Sesta intimidazione in meno di tre anni per il presidente e neo direttore dell’Ataf (l’azienda dei trasporti foggiana) Raffaele Ferrantino, al quale nella tarda serata di mercoledì 1 novembre hanno bruciato la macchina. L’incendio è doloso, secondo i primi accertamenti dei Vigili del Fuoco.
A marzo il legale aveva ricevuto un pacco con una testa d’agnello mozzata e prima ancora una bomba carta sotto la sua abitazione, dei proiettili e dei necrologi. Questa mattina i dipendenti dell’Ataf presenti al Nodo intermodale e in sede al Villaggio Artigiani si sono detti sorpresi dell’accaduto. Alcuni hanno dichiarato addirittura di aver appreso la notizia solo dai media, molte ore dopo. Sindacati, autisti, amministrativi e meccanici hanno espresso la loro solidarietà singolarmente nei confronti di Ferrantino, ma il clima in azienda è tutt’altro che favorevole. Il rilevante peso della rateazione del debito pregresso sta comportando la messa in atto di una serie di azioni da parte dell’azienda, che stanno influendo pesantemente sulle retribuzioni dei lavoratori.
Nei giorni scorsi, infatti, c’è stato l’ennesimo blocco degli scatti di anzianità del contratto nazionale, che prevede delle rivalutazioni dei parametri economici per ciascun lavoratore. In media ai dipendenti non è stato riconosciuto un aumento di circa 100 euro in busta paga. Una decurtazione questa, che va ad aggiungersi a quella dei circa 650mila euro, che ancora mancano nelle tasche del personale Ataf e che il sindaco Franco Landella aveva promesso di corrispondere entro l’inizio del 2017.
Nel bilancio
Dalla relazione del CdA aziendale sul bilancio 2016 emergono numerosi punti di scontro tra le risorse umane e la governance Ataf. Il Comune di Foggia è assegnatario di “servizi minimi” automobilistici, pari a 3.844.296 aut.km/anno, oggetto del contratto di servizio sottoscritto con l’Ataf SpA in data 14.11.2003, con scadenza il 31.12.2012, termine poi esteso al giugno del 2018. La proroga ha consentito ad ATAF anche l’attribuzione delle quote relative alle agevolazioni per i disabili ex art. 30 della L.R. 18/2002 e il trasferimento delle risorse rivenienti dalla L.R. 45/2013 pari a 703.948 euro di incremento del corrispettivo annuo del Contratto di Servizio, portandolo a 8.882.274 euro.
Questa somma però nel 2016 è stata intaccata dalla minore percorrenza chilometrica, dovuta all’insufficienza del parco autobus. “Nel 2016 i ricavi del traffico hanno avuto una flessione dovuta sia alla riduzione del servizio erogato a causa dell’insufficienza del parco mezzi sia anche alla non efficace azione di verifica da parte del personale preposto, e che ha indotto l’azienda ad attivare un potenziamento del servizio di verifica dei titoli di viaggio”, si legge.
La flotta aziendale è sottodimensionata di almeno 15 mezzi. E la riduzione del corrispettivo 2016 le per minori percorrenze causate dalla scarsità del parco autobus è pari a ben 115.774 euro. Da qui la nota richiesta del CdA Ataf di adesione al Cotrap, una scelta che porta diritti alla gare d’ambito dei servizi su gomma e che apre la strada ai soci del Consorzio regionale.
Sosta tariffata, dai 4 milioni previsti con l’ex amministratore unico Nino Mazzamurro a 2,5 milioni scarsi
Drammatico lo stato dell’arte della sosta tariffata. La flessione del 2014 rispetto al 2013 era stata del -11%, con una successiva stabilizzazione del 2015. La situazione dei ricavi della sosta, pur essendo stato invertito il trend di flessione, è critica e sconta un forte sottodimensionamento delle entrate rispetto alle possibilità minime, anche in confronto ad altre realtà limitrofe e analoghe. Apcoa guadagnerebbe molto di più a San Severo o Cerignola. Quali sono i motivi di un tale flop? È presto detto. Circa il 50% degli automobilisti parcheggia in divieto di sosta: la diffusione dei comportamenti in violazione del Codice della Strada causa non solo un posteggio selvaggio, ma un minore introito per l’azienda. Altra questione critica è quella del parziale mancato adeguamento all’inflazione dei corrispettivi dei contratti di servizio del trasporto (TPL, agevolazioni tariffarie, accordo di programma e scuolabus) secondo le previsioni di legge. E ancora, l’assenza di manutenzione degli stalli e dei parchimetri. In molte zone i totem della sosta sono stati divelti e mai più riposizionati. Un caso per tutti, la parte iniziale di Viale Giotto a pagamento, dove ormai nessuno paga più. E per l’assenza delle strisce blu e per quella del parchimetro, sparito.
I sospetti
Non sono pochi coloro che pensano che l’atto intimidatorio, come per l’ex direttore Massimo Dicecca, potrebbe arrivare da un dipendente sospeso, benché fonti interne all’Ufficio del personale aziendale diretto dalla dottoressa Piarullo, asseriscano che non ci sono stati provvedimenti disciplinari significativi nell’ultimo periodo.
A detta dei lavoratori però ci sono state nelle ultime settimane delle sospensioni per assenteismo. Una delle quali abbastanza grave. D’altronde gli animi sono poco sereni. La direzione affidata all’avvocato Ferrantino non è stata per niente mandata giù in azienda. C’è chi sperava in una valorizzazione delle risorse tecniche interne. Il presidente è solo un avvocato, mentre nel primo avviso pubblico si richiedeva insieme alla laurea in ingegneria 20 anni di esperienza nel settore dei trasporti.
A tutt’oggi manca un piano industriale in azienda
“Piena solidarietà al presidente Raffaele Ferrantino – rimarca a l’Immediato, Vincenzo Cataneo della Fast -. In Ataf non c’è cattiva gente, ma le nostre preoccupazioni riguardano la gestione dell’azienda. I chilometri in meno effettuati sono causa della flotta non adeguata. C’è da evidenziare che, nel corso del 2016, l’azienda, in dipendenza del blocco dei finanziamenti relativi al rinnovo del parco autobus e della conseguente obsolescenza di detto parco, ha erogato circa 50.108 km di servizio in meno rispetto alle previsioni del Contratto di Servizio TPL, minore percorrenza che, al netto della franchigia del 3%, ha comportato, un minore ricavo nell’anno pari a € 115.774 a valere su detto CdS 2016. Se tali minori corrispettivi si sommano a quelli del 2013 (412.000€), del 2014 (258.000€) e del 2015 (140.610€), tutti dovuti alla carenza di autobus (ripetutamente segnalata dall’azienda e, differentemente dalla generalità delle altre realtà comunali, non adeguatamente affrontata), si vede come sia stata ormai raggiunta una perdita di circa 0,9ML€, importo questo che, da solo, sarebbe bastato ad acquisire ben 20 autobus usati in buone condizioni (che avrebbero consentito all’azienda di garantire la sostenibilità di un adeguato livello di servizio alla cittadinanza almeno per 2-3 anni)”.