La squadra mobile di Foggia ha messo fine ad anni di angheria da parte di un marito verso la propria consorte. Gli agenti di polizia hanno infatti dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e con prescrizione di lasciare immediatamente la stessa, emessa dal gip il 16 ottobre scorso, a carico del pregiudicato B.V., foggiano, classe 1979 (gli inquirenti hanno diffuso solo le iniziali per tutelare figli minori, ndr) per il reato di maltrattamenti in famiglia, stalking e lesioni.
La moglie dell’uomo ha denunciato che già dopo pochi anni dal matrimonio, avvenuto nel 2002, aveva iniziato a subire ingiurie, minacce e violenze da parte del marito anche alla presenza dei figli minori, a causa dell’ossessiva gelosia dell’uomo. Negli ultimi anni la situazione era peggiorata, infatti il coniuge oltre ad offenderla e umiliarla, aveva iniziato a picchiarla con pugni e calci, prendendola per i capelli e stringendole il collo con le mani. Tali violenze sono culminate il 2 giugno scorso quando l’uomo, mentre la donna riposava dopo una faticosa giornata di lavoro, in maniera aggressiva, aveva preteso di avere un rapporto sessuale. Al diniego della donna, l’indagato ha iniziato a picchiarla, poi ha preso un coltello da cucina urlando “ti devo uccidere”. La donna è scappata, uscendo di casa scalza, soccorsa dalla vicina di casa. Per le lesioni subite la vittima è stata medicata al Pronto Soccorso e in seguito è andata a vivere dalla propria madre per paura del marito. L’uomo, però, non ha mai smesso di perseguitare la moglie, seguendola durante i suoi spostamenti, ingiuriandola e minacciandola oltre che alla presenza di altre persone, anche telefonicamente con l’invio di messaggi, e arrivando persino ad incendiarle l’auto.
L’indagato, durante l’esecuzione dell’ordinanza dell’applicazione della misura coercitiva dell’allontanamento della casa familiare, alla presenza della polizia, ha esternato l’intenzione di voler ammazzare la moglie. Anche mentre la donna si trovava in questura, continuavano ad arrivare sull’utenza telefonica della vittima, sms in cui il marito minacciava di ucciderla. Pertanto la donna e i figli sono stati collocati in una struttura protetta. Prosegue, pertanto, il lavoro della Polizia di Stato a tutela dei soggetti più deboli che si ritrovano a subire inaccettabili violenze in seno alla famiglia.