Partite incrociate nel Pd, a pochi giorni dal congresso provinciale e cittadino. Da una parte, il provinciale con Lia Azzarone (in netto vantaggio) e Iaia Calvio; dall’altra, la competizione tra Rosa Cicolella e Davide Emanuele. Alla conferenza stampa di oggi, il segretario uscente Mariano Rauseo ha presentato la proposta programmatica, sottolineando la necessità di “non chiudersi nell’area Renzi per conquistare spazi diversi”: “La battaglia è aperta, per il provinciale bisognerà capire il peso dei delegati persi dalla corrente Azzarone in alcune aree strategiche, quanto a Foggia città la partita è aperta”, ha commentato lanciando la candidatura dell’ex presidente delle Pari opportunità regionale, Cicolella.
“Il Pd è il partito che ha salvato la città dal dissesto – ha continuato -, per questo dopo la contesa congressuale ci sarà solo il progetto per la città. Saremo compatti per mandare a casa questa amministrazione. Molti ci chiedono perché non facciamo un congresso unitario. Se la competizione sia fittizia o sana. La verità è che vogliamo un partito diverso, aperto ai cittadini. Vorremmo, inoltre, persone impegnate e senza ombra. Quando accettai l’incarico di segretario lasciai quello in Ataf…”, dice riferendosi alle ultime polemiche sugli incarichi discussi all’interno del partito. Gli fa eco Rosa Cicolella: “Personalmente, non ho niente da perdere – ha spiegato -. Proverò ad essere maggioranza o minoranza a seconda del risultato, ma con una visione inclusiva, evitando i silenzi assordanti in Consiglio”. Cita Machiavelli per sintetizzare lo spirito del suo impegno, “virtù e fortuna” alla base dell’azione politica dello stratega fiorentino.
Ma con lealtà nello “scontro” interno, nonostante la verifica delle tessere che sta interessando i nuovi ingressi da febbraio a settembre, che hanno fatto lievitare il numero di sostenitori e simpatizzanti ben oltre la base consolidata di 1500. “C’è chi dice che sono quasi 300 i nuovi ingressi, per noi le adesioni sono 137 – ha spiegato -, ma questo discorso non mi entusiasma. Sono più spinta a considerazioni di altro genere. A cominciare dalla necessità di un impegno nuovo, finalizzato a valorizzare temi da sempre trascurati, come la cultura. Quanto alle dinamiche interne, io sono per il rimuovere, senza rottamare: termine che non va bene nemmeno per gli elettrodomestici”. A chi le dice di essere troppo in là con l’età, risponde con nonchalance: “Ho 40 anni di insegnamento, ma i miei ragazzi hanno sempre avuto un rapporto da pari con me. Non mi hanno mai sentita distante. Evidentemente, è questa un’attestazione più importante rispetto al dato anagrafico”.