La sanità pugliese è in subbuglio dopo la pubblicazione dell’elenco degli idonei per la direzione generale delle aziende sanitarie. Il “caso” del manager degli Ospedali Riuniti di Foggia, Antonio Pedota, rinviato a giudizio per la gestione di alcuni appalti al San Carlo di Potenza e dato da molti in partenza, è solo la punta dell’iceberg. Il contratto del dg scade nel 2020 e, nonostante la valutazione positiva di metà mandato, sembrerebbe dover lasciare spazio a Vitangelo Dattoli, direttore generale del Policlinico di Bari in scadenza. Eppure, così facendo, la Regione Puglia potrebbe esporsi ad un contenzioso. Ipotesi al momento scongiurata da Pedota.
“Non c’è nessun problema da parte mia – dice a l’Immediato -, in un senso o nell’altro continuerò a seguire le indicazioni che mi arriveranno dal governatore Michele Emiliano (in foto) e dal rettore dell’università di Foggia, Maurizio Ricci. Nel momento in cui ci saranno esigenze diverse, la cui valutazione non mi compete, seguirò la mia profonda cultura istituzionale: se ci sono percorsi diversi è giusto che mi alzo e me ne vado. Non sono mai stato attaccato alla poltrona – continua -, non ho mai cercato sponsorizzazioni di nessun tipo. Le dinamiche cui stiamo assistendo in questi giorni fanno parte dei processi democratici, delle relazioni istituzionali che tengono in piedi il sistema. Sono convinto di aver fatto un buon lavoro, superando la verifica di metà mandato e rientrando positivamente nei criteri di valutazione per il 2016 e 2017. Abbiamo fatto tanto per questo ospedale, i prossimi 2 anni saranno decisivi per far cambiare il volto ed il destino di un’azienda importante. L’accreditamento della Stroke Unit e la cardiologia vascolare il prossimo anno, assieme al Deu, sono solo alcuni dei risultati straordinari raggiunti. Resterà questo, al di là del valzer delle poltrone”.
Per legge, la decadenza può scaturire solo da una condanna in primo grado o da provvedimenti restrittivi della libertà personale. Tuttavia, il fardello del processo avrà un peso importante nella decisione. La prossima settimana è previsto l’incontro tra Emiliano e Ricci, la cui posizione sarà decisiva per le sorti del policlinico foggiano. Pedota ha rimesso il mandato nelle mani del presidente, che si esprimerà a breve. “Purtroppo i rinvii a giudizio sono pietre – commenta Emiliano -, non sarà una questione di norma a determinare le scelte sugli OO.RR, ma di opportunità”. Parole già di per sé perentorie, il cui peso potrà essere corroborato dal rettore dell’Unifg. A Foggia rimane il nodo Asl, con la difficoltà di rimpiazzare l’eventuale partenza di Vito Piazzolla su una poltrona ritenuta “poco appetibile” per i candidati idonei.
Manager “over 65”, le nomine discutibili
È già polemica tra gli addetti ai lavori sulle prime decisioni del nuovo corso della Giunta Emiliano, intenzionata a superare il vecchio corso delle nomine volute dall’ex presidente Nichi Vendola. Sì perché l’elenco approvato ieri avrebbe molti punti controversi, a cominciare proprio dalla individuazione delle idoneità per la guida delle aziende ospedaliere-universitarie. Alcuni l’hanno “persa” nonostante l’okay del 2014, pur avendo tuttora ruoli apicali; altri, invece, l’hanno guadagnata senza maturare nelle more particolari esperienze manageriali. Inoltre, per le due nomine portate a termine nella riunione di Giunta di ieri, non è stato tenuto in considerazione il tetto dei 65 anni per l’assegnazione dell’incarico di direttore generale, così come previsto dal Dlgs 502/1992 e successive modificazioni e integrazioni. Antonio Delvino, classe ’52, scelto per dirigere l’IRCCS “Giovanni Paolo II” di Bari e Silvana Melli, classe ’51, nominata all’’IRCCS di Castellana Grotte.
“È vero, Silvana Melli è in età pensionabile – replica il direttore del dipartimento della Salute, Giancarlo Ruscitti, al nostro giornale -, ma ha firmato precedentemente un contratto nel quale è prevista la possibilità di spostarsi in un’altra azienda prima della scadenza. Diverso è il discorso per Delvino. Quest’ultimo non ha ancora raggiunto il tetto dei 40 anni di contributi per il pensionamento (ne ha 37), per questo aveva fatto richiesta all’Asl di Bari che gli ha concesso una proroga di 3 anni”. Sulle differenze tra gli elenchi, Ruscitti spiega: “Questo bando aveva delle differenze rispetto al precedente. In particolare – conclude -, per i requisiti ulteriori per la guida delle aziende ospedaliero-universitarie, era prevista una attenzione particolare alla gestione dei fondi per la ricerca e ai rapporti con l’Europa. Qualcuno non aveva questi requisiti, altri li hanno maturati negli ultimi anni”.