Bufera per una targa a Rodi Garganico. Il sindaco Carmine d’Anelli, appena rieletto, come primo atto ha fatto rimuovere la lapide commemorativa dedicata a Giuseppe Di Vittorio, storico sindacalista di Cerignola. Al suo posto ricollocata la targa commemorativa del riconoscimento a Rodi del titolo di Città, datato 2010.
Su Facebook tutto lo sdegno dell’europarlamentare cerignolana, Elena Gentile (Pd): “Il sindaco neoeletto Carmine d’Anelli – scrive sul social network – sceglie di inaugurare la sua esperienza di governo con la rimozione della targa marmorea dedicata a Giuseppe Di Vittorio che i suoi concittadini (i braccianti di Rodi) vollero dedicare alla sua memoria nel 1958. E poi c’è qualcuno che si fregia di averlo sostenuto in campagna elettorale. Qualcuno… non uno qualsiasi”. Riferimento diretto all’ormai “nemico” Raffaele Piemontese, assessore regionale al Bilancio, anche lui del Pd.
“Avevo annunciato durante un comizio che avrei ripristinato la vecchia targa, probabilmente rimossa dal mio predecessore perché portava il mio nome – ha replicato a Repubblica, il sindaco d’Anelli -. La lapide del grande Di Vittorio, a cui va il mio rispetto come uomo e sindacalista, verrà restituita al Pd o troverà la giusta collocazione nella via di Rodi già intitolata a lui. Quella dell’onorevole Gentile è una cafonata per colpire l’assessore Piemontese, che invece ha deciso di appoggiarmi perché mi ha ritenuto adatto per risollevare un paese in dissesto. Non è la prima volta, come già successo a Vieste lo scorso anno, che sostiene gente ritenuta capace anche se in liste diverse dal Pd. Nei paesi si guarda la persona, non il partito”.
Nel frattempo, anche Sinistra Italiana – Gargano, è intervenuta sulla questione: “Quando dite che la politica fa schifo, che i partiti sono tutti uguali e i politici e i sindacati pensano solo ai propri interesse, pensate a Giuseppe Di Vittorio e ritroverete l’entusiasmo di reagire. Era un contadino di Cerignola, che fin da quando è rimasto orfano di padre, dall’età di 10 anni, ha lavorato nei campi. Era poverissimo e indifeso, ma ha sempre combattuto per i diritti e la dignità del lavoro, che i braccianti della Capitanata neanche immaginavo di possedere. Ha disegnato una società di diritti e libertà e l’ha attuata con molta fatica e coraggio. Ha combattuto il fascismo, che è l’espressione del potere capitalistico, ha costruito dalle macerie l’Italia repubblicana, ha scritto la nostra bellissima Costituzione, ha fondato l’organizzazione sindacale in difesa dei lavoratori italiani.
Ha sofferto ingiustamente le pene del carcere, le angherie del fascismo, i soprusi dei padroni, sopportato la fame. Eppure, anche in queste condizioni di vulnerabilità, ha sconfitto le baronie, diventando più forte di loro semplicemente perchè ha creduto sempre nella dignità della propria persona e del prossimo. Sembra una storia fantastica, invece è una realtà italiana della nostra terra.
In ogni città dovrebbe esserci una targa per ricordarlo. Così come era a Rodi Garganico. Purtroppo era. Perchè il primo atto del ritorno alla guida della città di Carmine d’Anelli è stato quello di rimuovere la targa in sua memoria all’ingresso del comune, per sostituirla con una che reca il suo nome, la quale ricorda che Rodi Garganico ha il titolo di città. Noi non vogliamo entrare nelle beghe personali tra l’attuale sindaco e il precedente, che a sua volta ha sostituito la targa di d’Anelli con quella di Di Vittorio.
Crediamo semplicemente, e ragionevolmente che Giuseppe Di Vittorio è un patrimonio di tutti i cittadini e lavoratori, e che la sua memoria non può essere bistrattata da ripicche personali. Vogliamo credere che la rimozione di tale targa sia per questo motivo e non perchè si prova astio nei confronti di Di Vittorio. Questo sarebbe ancora più grave. Se il sindaco non rimette al suo posto la targa, dimostra di essere come coloro che Di Vittorio ha combattuto. In questo caso, la posizione dell’assessore regionale Raffaele Piemontese del Pd è imbarazzante. L’assessore regionale Raffaele Piemontese, l’esponente del PD più importante della Capitanata, è consapevole che ha sostenuto l’elezione di una persona che compie questi atti e che nelle elezioni regionali era candidato nella coalizione di centrodestra contro il suo presidente Michele Emiliano? Ha sostenuto d’Anelli perché era il cavallo vincete oppure per convinzione politica?
La memoria non è cosa da niente o vezzo ideologico. La memoria è sostanza. Per queto ci siamo sentiti in dovere di intervenire su questa vicenda che ci ha colpiti negativamente. Per ora invitiamo l’amministrazione di Rodi Garganico a riposizione la targa in memoria di Giuseppe Di Vittorio in un posto analogo, con la stessa visibilità di dove stava prima. Le due targhe possono coesistere, anche uno sotto l’altro. Cerchiamo di essere amministratori e persone serie”.