Manca poco alla conclusione del “settennato” del presidente del Parco del Gargano, Stefano Pecorella. Ma c’è già chi sogna un “ente nuovo, proiettato in Europa e nel mondo”. Nella terna di nomi dai quali verrà pescato il nuovo vertice, si sono due volti nuovi, Gianni Maggiano e Raffaele Vigilante. Il primo avvocato a Peschici, il secondo ambientalista della prima ora e sostenitore del movimento “NoTriv” fortemente voluto dal governatore pugliese Michele Emiliano. I temi della “legalità” e delle “risorse europee da destinare al territorio” saranno al centro della futura agenda del Parco.
“Se il ministro Galletti e il governatore Emiliano decidessero di affidare a me l’incarico – ha spiegato l’avvocato Maggiano -, per prima cosa sposterò l’asse della governance dalla presidenza ai sindaci. Con loro farò un giro comune per comune per comprendere le priorità, il passo successivo sarà quello di recuperare le risorse necessarie per tutelare il territorio e rilanciarne l’economia. Finora, l’ente ha viaggiato come una 500 pur essendo una Ferrari. I finanziamenti europei già previsti per le aree protette sono stati un miraggio, mentre ci si è limitati al bilancio di 1,4 milioni di euro, di cui solo 700mila euro spendibili sul territorio. Questo significa prevedere 38-39mila euro per ognuno dei 18 comuni: una cifra poco incisiva per portare avanti politiche ambientali serie”.
Per Maggiano lo step successivo sarà quello di mettere in rete il Gargano tra i Parchi europei e mondiali. “Puntiamo ad essere il punto di riferimento in Italia ed in Europa – ha spiegato -, per questo proporremo un gemellaggio con l’ente più antico, Yellowstone. Con lo scambio scientifico e con i rapporti costanti con il mondo ambientalista ci daranno la spinta necessaria per determinare il salto di qualità di un territorio unico al mondo”.
L’altro volto nuovo, Raffaele Vigilante, non ha dubbi sulla necessità di cambiamento. “La presidenza non può muoversi all’ultimo momento per fare un piano o dedicarsi a determinate attività – ha commentato -, le voci degli ultimi tempi dicono che Pecorella abbia il rinnovo in tasca dopo due anni da commissario e cinque da presidente. Eppure – conclude – si dovrebbe dare spazio a chi davvero in questi anni si sono mossi in difesa del territorio senza nulla a pretendere…”.