Esiste un asse illegale e sempre più collaudato tra Tavoliere, Olanda, Spagna e paesi dell’Est Europa. Proprio nelle scorse ore, infatti, la polizia ha arrestato 13 persone per traffico di stupefacenti tra Foggiano e territorio albanese. A rivelare l’esistenza di un sistema di intrecci tra la nostra provincia e i paesi esteri è anche l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia (primo semestre 2016), soprattutto nel capitolo dedicato alla criminalità tra San Severo e Cerignola. “I sodalizi pugliesi continuano a caratterizzarsi per il forte dinamismo nel traffico di sostanze stupefacenti – si legge -, dove prosegue l’interazione con i sodalizi albanesi, serbi, montenegrini, bosniaci e kosovari per lo smistamento dei carichi di droga diretti alle piazze di spaccio del centro e nord Italia”. L’Alto Tavoliere continua ad essere segnato dalle dinamiche in atto nella criminalità organizzata della città di San Severo. “Lo scenario – spiega la Dia -, nel recente passato caratterizzato da una pluralità di gruppi (Testa-Bredice, Russi, Palumbo, Salvatore ex Campanaro e Nardino), sembra aver superato la fase di una coesistenza pacifica tra questi”.
Proprio in tale ottica – secondo gli uomini dell’Antimafia – potrebbe essere letta l’escalation di attentati dinamitardi in città, riconducibili al racket delle estorsioni, nonché le intimidazioni e gli agguati avvenuti anche ai danni di appartenenti alla criminalità organizzata, specie di quelli attivi nel mercato degli stupefacenti.
In chiave evolutiva, si ritiene che la mafia sanseverese possa anche contare sul sostegno collaudato della mafia foggiana, a cui è legata sin dalla sua genesi.
L’intensa operatività dei sodalizi in città è dimostrata anche dai frequenti sequestri di droga, armi e materiale esplodente eseguiti dalle forze dell’ordine. Nel settore degli stupefacenti, San Severo si conferma un crocevia per l’approvvigionamento anche da parte di acquirenti esteri, come dimostrano i sequestri e la presenza di corrieri albanesi.
Infatti, il rinvenimento di stupefacente, verosimilmente abbandonato sulla spiaggia di Lesina, induce a pensare che le coste dell’area dell’Alto Tavoliere si prestino ad operazioni di sbarco di droga proveniente da altri paesi.
“Non a caso – è scritto nella relazione -, proprio le organizzazioni di San Severo e Cerignola sembrano disporre di canali diretti per l’approvvigionamento degli stupefacenti dall’Olanda e dalla Spagna”.
Oltre a queste attività illecite, la criminalità organizzata del Tavoliere risulta attiva nei furti di autovetture (commessi anche fuori regione, cui segue talvolta la tecnica estorsiva del “cavallo di ritorno”), nell’imposizione della guardiania, nell’usura e nella ricettazione/riciclaggio di autovetture di grossa cilindrata, interagendo in quest’ultimo ambito anche con la criminalità di Cerignola.
Cerignola, mafia impenetrabile
Nel Basso Tavoliere, la realtà criminale più solida si conferma, infatti, quella di Cerignola, la cui strategia operativa sembra manifestarsi anche attraverso una progressiva espansione in altre aree, soprattutto grazie alle ingenti risorse finanziarie di cui dispone.
“Proprio il legame con il territorio, unitamente a rigide regole comportamentali, renderebbero la mafia cerignolana difficilmente permeabile – si legge nella relazione –, anche sotto il profilo della conoscenza delle dinamiche interne”.
Tra i business più remunerativi, continuano a registrarsi le rapine ai tir, nonché gli assalti ai bancomat e portavalori, nei quali i clan mostrano spiccate capacità organizzative ed esecutive con connotazioni quasi militari.
È quanto è stato constatato di recente nel corso dell’operazione di polizia “Wolkenbruch”, condotta dai Centri Operativi D.I.A. di Padova e Bari, insieme a militari dell’Arma dei Carabinieri, nei confronti di una associazione per delinquere, composta da 15 cerignolani e con base operativa a Chioggia, dedita alla commissione di furti in diverse città del Nord Italia. Agli arrestati sono stati contestati ben 33 furti commessi tra luglio 2014 – febbraio 2016 in magazzini di ditte aventi diversa tipologia imprenditoriale (abbigliamento griffato, calzature, rubinetteria, fitofarmaci ed altro), con un danno economico stimato in 5 milioni di euro.
Vale la pena, infine, di richiamare la confisca eseguita, nel mese di giugno, dal Centro Operativo D.I.A. di Bari, a seguito di attività coordinata dalla Procura locale, di un autoparco, vari beni immobili (tra cui numerosi box e due terreni di natura seminativa), per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro, ai danni di un pregiudicato pugliese, già condannato per truffa, delitti concernenti gli stupefacenti, le armi e l’illecito smaltimento di rifiuti.