L’Asl di Foggia prova a svoltare. L’arrivo del direttore amministrativo, Marcello Sciarappa, è un segnale importante per segnare il passo soprattutto sulla correttezza delle procedure, a cominciare dalle nuove assunzioni e dalla spesa dei fondi comunitari. Sarà l’ex comandante dei Carabinieri a tenere gli occhi puntati sull’Ufficio tecnico e sui concorsi che, a breve, permetteranno l’assunzione di circa 400 unità tra personale sanitario e amministrativo. “Stiamo preparando la macchina che gestirà questa procedura complessa – ha dichiarato il direttore generale Vito Piazzolla a l’Immediato -, attendiamo l’okay definitivo della Regione. In ogni caso, nella peggiore delle ipotesi avremo 18 milioni di euro da destinare al personale, nella migliore più di 20. Il problema è che non abbiamo una graduatoria dalla quale attingere, in tempi brevi, per rispondere alle esigenze di professionalità nel territorio”. Le previsioni di qualche mese fa, dunque, sono state riviste in meglio. Già perché si sono allentate le maglie del blocco del turnover e ci sarà spazio per circa 100 unità ulteriori scaturite dagli effetti del DM 70 del 2015. “Emiliano ci ha dato un mandato aperto – affermano da Viale Fortore -, in questo momento c’è un colloquio serrato con Gorgoni e Ruscitti. I tagli continuano ad essere paletti pesanti, ma la boccata d’ossigeno del personale darà una spinta all’azienda”.
Il nodo dirigenti
Un po’ di “soldati” arriveranno, proprio quando emerge il problema dei “generali”. A fine novembre scadrà l’incarico di Cesare Cervia, dirigente del controllo di gestione: dalle sue mani passano tutte le questioni economico-finanziarie dell’azienda da oltre 1,2 miliardi di euro l’anno. Sul suo capo si è abbattuta la Corte dei conti, per via di una proroga di tre mesi alla scadenza del contratto. Ora bisognerà prendere una decisione. Così come bisognerà trovare la soluzione alla rotazione parziale dei dirigenti: “Esistono situazioni di difficile risoluzione, perché non si può spostare facilmente chi sta per andare in pensione o chi non ha un ricambio adeguato per curriculum, su questo rifletteremo nelle prossime settimane”, spiega Piazzolla riferendosi all’area socio-sanitaria diretta da Ettore Magaldi (“serve un altro dirigente sociologo e non lo abbiamo”), sul quale peraltro sono state sollevate diverse polemiche in passato. Un’altra posizione delicata è quella di Pippo Liscio, numero 2 ai tempi dell’ex direttore Attilio Manfrini e ora ai margini. Da lui passavano gran parte delle risorse strutturali per la riqualificazione dei presidi territoriali. “Ora se ne occuperà l’ufficio tecnico con la nostra supervisione, a breve pubblicheremo la delibera con i responsabili unici dei procedimenti”, afferma il management. Inoltre, “ci sarà la possibilità di affidare incarichi esterni ad ingegneri per la progettazione nell’ambito delle risorse comunitarie”.
Interazione con i privati
“La sorte degli ospedali è quella scritta nel Piano operativo, non credo possa cambiare di molto”. La linea ormai è tracciata, per questo Piazzolla sta puntando molto sull’integrazione con i privati. A cominciare da Casa Sollievo della Sofferenza. “Stiamo definendo percorsi assistenziali comuni – chiosa il dg -, che dovranno portare ad automatismi virtuosi nell’interesse degli utenti. È questa la strada giusta, anche se a volte ci troviamo dinanzi ad ostacoli anche comprensibili, perché i privati vogliono avere regole certe sui rapporti, soprattutto per quel che riguarda le prestazioni da effettuare”. Così come si starebbero implementando forme di collaborazione con le cliniche private del territorio (Telesforo e Salatto), con le quali è iniziato un percorso di convergenza durate la fase di avvio del Cup (centro unico prenotazioni) unico. Ma per il momento, su questo fronte, non è ancora partito nulla di concreto.