L’ex ospedale di San Marco in Lamis potrebbe diventare un problema serio per l’Asl di Foggia. Con le varie fasi del piano di riordino partito con l’ex governatore Nichi Vendola, infatti, sono iniziate le procedure di riqualificazione del presidio territoriale. Per la “cittadella della salute”, che avrebbe soppiantato il vecchio nosocomio, si è intervenuti con lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza grazie alle risorse statali rinvenienti dall’articolo 20 della legge 67 del 1988. Si tratta di denari messi in campo addirittura alla fine degli anni Novanta (circa 70 milioni di euro complessivamente), poi progressivamente impegnati fino ai giorni nostri.
Tutto sembrava esser andato liscio finché l’architetto Salvatore Carbonara dell’area tecnica non invia una nota alla Regione Puglia, nella quale spiega nel dettaglio la progressione dei pagamenti per i lavori “messa a norma e adeguamento antincendio del P.O. di San Marco”. Degli stati di avanzamento lavori (SAL) – emessi, liquidati e pagati – , però, non è mai giunta traccia a Bari. “Si ritiene singolare – scrivono dagli uffici regionali – che l’Asl di Foggia non abbia richiesto, ad oggi, alcuna erogazione sugli interventi in questione”.
Una risposta che ha sollevato un bubbone enorme. Sì perché anziché utilizzare i fondi ministeriali destinati, l’Asl avrebbe utilizzato risorse proprie per l’avanzamento dei lavori, pagando regolarmente l’appaltatore. Una procedura perlomeno irrituale – se non irregolare – che potrebbe esporre i responsabili al giudizio della Corte dei conti. A rischio ci sarebbe anche la regolarità dei bilanci, visto che le somme sarebbero finite nelle spese per investimento, in un calderone indistinto nel quale è quasi impossibile tracciare nel dettaglio ogni passaggio. Secondo alcune fonti, la stessa situazione si sarebbe verificata per un appalto simile a San Severo, dell’importo di circa 4 milioni di euro.
Pippo Liscio, responsabile di buona parte dei progetti di riconversione, dice di non sapere nulla della vicenda: “A San Marco in Lamis mi sono occupato solo dell’Hospice, che è concluso. Per un periodo ho seguito altre situazioni, ma non questa di cui si parla”. Il direttore generale, Vito Piazzolla, ha chiesto una relazione dettagliata alla tecnostruttura sull’appalto in questione: “La questione mi dicono esser stata sistemata. La analizzerò nei prossimi giorni. Intanto abbiamo chiesto una revisione delle risorse ex articolo 20 che potrebbe consentire all’azienda di recuperare 20 milioni di euro”.