Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia – è stata ricevuta ieri alla Camera dei Deputati, dove ha avuto modo di confrontarsi con la Commissione Agricoltura sull’importanza di tutelare il settore del frumento duro. Nel corso dell’audizione, Italmopa ha ribadito che la valorizzazione del comparto frumento non può prescindere sia da un ampiamento e un ammodernamento delle strutture di stoccaggio, attualmente inadeguate a far fronte alle esigenze della produzione agricola e dell’Industria della trasformazione, sia dalla conseguente costituzione di filiere corte, che possono essere costituite, con vantaggi per i principali attori della filiera, anche nel comparto cereali.
“Il raccolto 2016 di frumento duro – ha precisato Ivano Vacondio, presidente Italmopa – è caratterizzato da livelli produttivi particolarmente elevati ma anche da carenze qualitative riconducibili alle condizioni meteorologiche sfavorevoli verificatesi nel corso del raccolto, in particolare in Puglia, principale zona di produzione nazionale di frumento duro. Le quotazioni della materia prima hanno pertanto registrato, nel corso delle ultime settimane, una significativa flessione che penalizza certamente i produttori agricoli ma anche l’Industria molitoria per via, in particolare, di una svalutazione delle scorte frumento duro, di una riduzione delle quotazioni delle semole e del rischio di abbandono della coltura del frumento duro con conseguente minaccia per il corretto approvvigionamento dell’Industria della trasformazione”.
A tal proposito, l’associazione, aderente a Confindustria e che rappresenta il settore molitorio italiano, ricorda che la produzione nazionale di frumento duro è strutturalmente deficitaria rispetto al fabbisogno dell’Industria, la quale si trova pertanto nell’obbligo di importare significativi quantitativi di frumento duro – essenzialmente dal Canada e dagli Stati Uniti – le cui quotazioni risultano sensibilmente più elevate rispetto alle quotazioni del frumento nazionale.
“La forte volatilità delle quotazioni, acuita dall’assenza di strumenti comunitari di gestione e di orientamento dei mercati – prosegue Cosimo de Sortis, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa – costituisce certamente una criticità strutturale per la filiera. La forte riduzione attuale delle quotazioni del frumento duro non sono tuttavia meno rilevanti dei violenti incrementi verificatisi in passato, i quali, tuttavia, non hanno riscontrato la stessa meritevole attenzione da parte dei nostri interlocutori”.
Italmopa ha altresì confermato la piena disponibilità dell’Industria molitoria alla conclusione di contratti di filiera che deve tuttavia essere accompagnata da forti investimenti sulle strutture di stoccaggio e dallo sviluppo di filiere corte. Concetti che Italmopa intende ribadire nel corso del tavolo cerealicolo nazionale del 20 luglio recentemente convocato dal Mipaaf.
“Il raccolto 2016 di frumento duro – ha precisato Ivano Vacondio, presidente Italmopa – è caratterizzato da livelli produttivi particolarmente elevati ma anche da carenze qualitative riconducibili alle condizioni meteorologiche sfavorevoli verificatesi nel corso del raccolto, in particolare in Puglia, principale zona di produzione nazionale di frumento duro. Le quotazioni della materia prima hanno pertanto registrato, nel corso delle ultime settimane, una significativa flessione che penalizza certamente i produttori agricoli ma anche l’Industria molitoria per via, in particolare, di una svalutazione delle scorte frumento duro, di una riduzione delle quotazioni delle semole e del rischio di abbandono della coltura del frumento duro con conseguente minaccia per il corretto approvvigionamento dell’Industria della trasformazione”.
A tal proposito, l’associazione, aderente a Confindustria e che rappresenta il settore molitorio italiano, ricorda che la produzione nazionale di frumento duro è strutturalmente deficitaria rispetto al fabbisogno dell’Industria, la quale si trova pertanto nell’obbligo di importare significativi quantitativi di frumento duro – essenzialmente dal Canada e dagli Stati Uniti – le cui quotazioni risultano sensibilmente più elevate rispetto alle quotazioni del frumento nazionale.
“La forte volatilità delle quotazioni, acuita dall’assenza di strumenti comunitari di gestione e di orientamento dei mercati – prosegue Cosimo de Sortis, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa – costituisce certamente una criticità strutturale per la filiera. La forte riduzione attuale delle quotazioni del frumento duro non sono tuttavia meno rilevanti dei violenti incrementi verificatisi in passato, i quali, tuttavia, non hanno riscontrato la stessa meritevole attenzione da parte dei nostri interlocutori”.
Italmopa ha altresì confermato la piena disponibilità dell’Industria molitoria alla conclusione di contratti di filiera che deve tuttavia essere accompagnata da forti investimenti sulle strutture di stoccaggio e dallo sviluppo di filiere corte. Concetti che Italmopa intende ribadire nel corso del tavolo cerealicolo nazionale del 20 luglio recentemente convocato dal Mipaaf.